ABAZIA DI BIBBONA (S. Maria del Mansio o Masio, poi de'Masi)
nella Maremma Volterrana
Comunità di Bibbona, Giurisdizione di Guardistallo, Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa. – Era già monastero nell'anno 797, eretto nel Vico Masio, quando il suo patrono e Rettore prete Causualdo ne fece l'offerta alla cattedrale di S. Martino di Lucca (Memorie Lucchesi, Tomo IV). – Fu dato ai Benedettini, al di cui abate Martino è diretta una Bolla di papa Alessandro III scritta da Benevento il 20 maggio 1168, e con la quale ad esempio del pontefice Adriano prende il monastero di S.
Maria apud Mansium sotto la sua protezione, confermandogli tutte le donazioni, giuspadronati e decime di varie chiese comprese nelle Diocesi di Lucca e di Volterra, ed esentandolo dalla giurisdizione secolare (ARCH. DIPL. FIOR. Badia di Ripoli).
Nel 1257 fu ivi abbracciato l'Istituto Vallombrosano sotto il governo dell'abate generale B. Tesauro, che ne ottenne conferma dal pontefice Alessandro IV (primo marzo 1257). Dopo il quale cangiamento sembra doversi riportare la nuova costruzione della chiesa e monastero del Masio, di cui si veggono tuttora gli avanzi in pietre quadrate di tufo conchigliare biancastro presso al castello di Bibbona, posta in un risalto di poggio, mezzo miglio toscano a settentrione della nuova Via Emilia.
Ma questa primitiva posizione divenuta infesta per deterioramento di aria, e per il frequente pericolo dei corsari, fu abbandonata, tosto che Gregorio XIII, nel 1577, concedè ai monaci del Masio la chiesa di S. Maria della Pietà posta dentro il castello di Bibbona, il regime della quale fu affidato ad un priore dello stesso Ordine, mentre il restante della famiglia si riunì al monastero di S.
Maria di Serena a Chiusdino. Ridotta nel 1785 a benefizio secolare, fu questo assegnato alla pieve di Bibbona.
Maria apud Mansium sotto la sua protezione, confermandogli tutte le donazioni, giuspadronati e decime di varie chiese comprese nelle Diocesi di Lucca e di Volterra, ed esentandolo dalla giurisdizione secolare (ARCH. DIPL. FIOR. Badia di Ripoli).
Nel 1257 fu ivi abbracciato l'Istituto Vallombrosano sotto il governo dell'abate generale B. Tesauro, che ne ottenne conferma dal pontefice Alessandro IV (primo marzo 1257). Dopo il quale cangiamento sembra doversi riportare la nuova costruzione della chiesa e monastero del Masio, di cui si veggono tuttora gli avanzi in pietre quadrate di tufo conchigliare biancastro presso al castello di Bibbona, posta in un risalto di poggio, mezzo miglio toscano a settentrione della nuova Via Emilia.
Ma questa primitiva posizione divenuta infesta per deterioramento di aria, e per il frequente pericolo dei corsari, fu abbandonata, tosto che Gregorio XIII, nel 1577, concedè ai monaci del Masio la chiesa di S. Maria della Pietà posta dentro il castello di Bibbona, il regime della quale fu affidato ad un priore dello stesso Ordine, mentre il restante della famiglia si riunì al monastero di S.
Maria di Serena a Chiusdino. Ridotta nel 1785 a benefizio secolare, fu questo assegnato alla pieve di Bibbona.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 6.
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