ABAZIA DI BORGONUOVO o DI FUCECCHIO
nella valle dell'Arno inferiore
sotto il titolo di S. Salvatore e S.
Maria, attualmente convento di frati Minori dentro la Terra di Fucecchio. – È una delle Badie fondate sulla fine del secolo X (anno 996) dal conte Lotario nel luogo di Borgonuovo, dove i suoi genitori, conte Cadolo di Cunerado di Tedicio e la di lui moglie contessa Gemma nata da Landolfo principe di Benvenuto, eretto avevano una cappella alle pendici del poggio di Fucecchio presso la riva destra dell'Arno, lungo la via Francesca. – Ridotta a monastero, largamente provveduta di beni mediante concessioni fatte sotto gli anni 1003 e 1006, fu assegnato tosto ai Benedettini, i quali adottarono la regola Vallombrosana dopo che il figlio del fondatore, conte Guglielmo Bulgaro, edificato dalle virtuose azioni di S.
Giovanni Gualberto, consegnò le ereditate Badie di Settimo e di Borgonuovo allo stesso Istitutore dell'Ordine Vallombrosano, perché v'introducesse l'acclamata riforma.
Infatti poco dopo eseguita da S. Pietro Igneo la prova del fuoco nel monastero di Settimo (anno 1068) si recò questi a presedere i cenobiti di Fucecchio, dove lo ritroviamo abate anche all'anno 1087, quando fu donata al monastero di Borgonuovo, e per esso all'abate Pietro vescovo di Albano una vigna nel popolo di S. Martino a Pitriolo (a Castelfranco di sotto).
Né meno generosi verso cotes to stabilimento monastico può dirsi che fossero gli eredi del conte Lotario, siccome lo confermano gli atti di donazione del conte Bulgaro suo figlio, del conte Uguccione suo nipote e dei conti Ugo e Lotario suoi pronipoti (LAMI odepor.).
Nel 1084 Leone vescovo di Pistoja pose sotto la dipendenza dell'abate di Fucecchio il nuovo monastero dei Vallombrosani da esso fondato in S. Michele a Forcoli presso Pistoja. – Fu pure un annesso di questa Badia il monastero oggi diruto di S. Bartolommeo a Cappiano offerto sul principiare del secolo XII ad Anselmo abate di Fucecchio, a quell'Anselmo stesso che ottenne a favore della sua Badia un Placito dalla contessa Matilde, mentre essa stava all'assedio di Prato; ed è quell'abate di cui fa menzione una sentenza pronunziata dal pontefice Pasquale II in una controversia insorta, a cagione di alcune chiese, fra i monaci di Fucecchio ed il proposto della pieve di S. Genesio.
Nel novero degli imperatori che favorirono questa Badia si contano i due primi Federighi e Arrigo VI. Assai maggiore fu il numero dei pontefici, a cominciare da Gregorio VII, il quale con Breve del 9 maggio 1085 prese sotto la protezione della Sede Apostolica il monastero con le chiese di Fucecchio. – Ad istanza del conte Uguccione di Bulgaro il pontefice Urbano II, nel 1098, accordò ai Vallombrosani di Fucecchio facoltà di erigere una chiesa a S. Giovanni Batista con battistero sopra il poggio di Fucecchio, conosciuto allora col vocabolo di Salamarzana. La qual Bolla venne poi confermata da Pasquale II, mentre permise ai monaci di Borgonuovo di potere edificare sullo stesso poggio il nuovo monastero, abbandonando l'antico situato in ripa d'Arno. L'erezione della nuova parrocchia di S. Giovanni Batista (attualmente Collegiata), la sua indipendenza dall'antica pieve di S. Pietro a Cappiano, il diritto di eleggere il parroco indipendentemente dall'Ordinario, cagionò ben presto dispareri e contrasti fra gli abati di Fucecchio ed i vescovi di Lucca sino al punto da dover più volte richiamare l'attenzione e l'intervento del pontefice Innocenzo III per appianarli (LAMI odepor. anni 1205 e 1209).
Scorsero però pochi anni dacché l'influenza vescovile superò quella dei monaci, i quali dovettero dopo la metà del secolo XIII cedere il loro convento alle monache di S.
Maria di Gattajola, trasferite posteriormente in Lucca a S.
Chiara, le quali acquistarono insieme coi beni e chiese della Badia anche la giurisdizione spirituale sulla Terra di Fucecchio, cedendo il monastero e chiesa di S. Salvatore ai frati Minori di S. Francesco.
La prima memoria dei Francescani di Fucecchio si riscontra in un Istrumento del 29 giugno, anno 1310, dove interviene un Fra Tommaso da Siena, Guardiano dei Conventuali di Fucecchio (Odepor. Citato); lo che precederebbe di 25 anni la Bolla di Benedetto XII diretta al pievano di S. Giovanni Batista di Fucecchio, e che citasi da Wadingo come la più antica notizia del convento dei minori di Fucecchio.
Assai più lungamente che in Fucecchio si mantennero i Vallombrosani nel vicino monastero di S. Bartolommeo di Cappiano, il cui giuspadronato fu dalle monache soprannominate rinunziato nel 1306 ai vescovi di Lucca (ARCH. DIPL. FIOR. Collegiata di Fucecchio).
Maria, attualmente convento di frati Minori dentro la Terra di Fucecchio. – È una delle Badie fondate sulla fine del secolo X (anno 996) dal conte Lotario nel luogo di Borgonuovo, dove i suoi genitori, conte Cadolo di Cunerado di Tedicio e la di lui moglie contessa Gemma nata da Landolfo principe di Benvenuto, eretto avevano una cappella alle pendici del poggio di Fucecchio presso la riva destra dell'Arno, lungo la via Francesca. – Ridotta a monastero, largamente provveduta di beni mediante concessioni fatte sotto gli anni 1003 e 1006, fu assegnato tosto ai Benedettini, i quali adottarono la regola Vallombrosana dopo che il figlio del fondatore, conte Guglielmo Bulgaro, edificato dalle virtuose azioni di S.
Giovanni Gualberto, consegnò le ereditate Badie di Settimo e di Borgonuovo allo stesso Istitutore dell'Ordine Vallombrosano, perché v'introducesse l'acclamata riforma.
Infatti poco dopo eseguita da S. Pietro Igneo la prova del fuoco nel monastero di Settimo (anno 1068) si recò questi a presedere i cenobiti di Fucecchio, dove lo ritroviamo abate anche all'anno 1087, quando fu donata al monastero di Borgonuovo, e per esso all'abate Pietro vescovo di Albano una vigna nel popolo di S. Martino a Pitriolo (a Castelfranco di sotto).
Né meno generosi verso cotes to stabilimento monastico può dirsi che fossero gli eredi del conte Lotario, siccome lo confermano gli atti di donazione del conte Bulgaro suo figlio, del conte Uguccione suo nipote e dei conti Ugo e Lotario suoi pronipoti (LAMI odepor.).
Nel 1084 Leone vescovo di Pistoja pose sotto la dipendenza dell'abate di Fucecchio il nuovo monastero dei Vallombrosani da esso fondato in S. Michele a Forcoli presso Pistoja. – Fu pure un annesso di questa Badia il monastero oggi diruto di S. Bartolommeo a Cappiano offerto sul principiare del secolo XII ad Anselmo abate di Fucecchio, a quell'Anselmo stesso che ottenne a favore della sua Badia un Placito dalla contessa Matilde, mentre essa stava all'assedio di Prato; ed è quell'abate di cui fa menzione una sentenza pronunziata dal pontefice Pasquale II in una controversia insorta, a cagione di alcune chiese, fra i monaci di Fucecchio ed il proposto della pieve di S. Genesio.
Nel novero degli imperatori che favorirono questa Badia si contano i due primi Federighi e Arrigo VI. Assai maggiore fu il numero dei pontefici, a cominciare da Gregorio VII, il quale con Breve del 9 maggio 1085 prese sotto la protezione della Sede Apostolica il monastero con le chiese di Fucecchio. – Ad istanza del conte Uguccione di Bulgaro il pontefice Urbano II, nel 1098, accordò ai Vallombrosani di Fucecchio facoltà di erigere una chiesa a S. Giovanni Batista con battistero sopra il poggio di Fucecchio, conosciuto allora col vocabolo di Salamarzana. La qual Bolla venne poi confermata da Pasquale II, mentre permise ai monaci di Borgonuovo di potere edificare sullo stesso poggio il nuovo monastero, abbandonando l'antico situato in ripa d'Arno. L'erezione della nuova parrocchia di S. Giovanni Batista (attualmente Collegiata), la sua indipendenza dall'antica pieve di S. Pietro a Cappiano, il diritto di eleggere il parroco indipendentemente dall'Ordinario, cagionò ben presto dispareri e contrasti fra gli abati di Fucecchio ed i vescovi di Lucca sino al punto da dover più volte richiamare l'attenzione e l'intervento del pontefice Innocenzo III per appianarli (LAMI odepor. anni 1205 e 1209).
Scorsero però pochi anni dacché l'influenza vescovile superò quella dei monaci, i quali dovettero dopo la metà del secolo XIII cedere il loro convento alle monache di S.
Maria di Gattajola, trasferite posteriormente in Lucca a S.
Chiara, le quali acquistarono insieme coi beni e chiese della Badia anche la giurisdizione spirituale sulla Terra di Fucecchio, cedendo il monastero e chiesa di S. Salvatore ai frati Minori di S. Francesco.
La prima memoria dei Francescani di Fucecchio si riscontra in un Istrumento del 29 giugno, anno 1310, dove interviene un Fra Tommaso da Siena, Guardiano dei Conventuali di Fucecchio (Odepor. Citato); lo che precederebbe di 25 anni la Bolla di Benedetto XII diretta al pievano di S. Giovanni Batista di Fucecchio, e che citasi da Wadingo come la più antica notizia del convento dei minori di Fucecchio.
Assai più lungamente che in Fucecchio si mantennero i Vallombrosani nel vicino monastero di S. Bartolommeo di Cappiano, il cui giuspadronato fu dalle monache soprannominate rinunziato nel 1306 ai vescovi di Lucca (ARCH. DIPL. FIOR. Collegiata di Fucecchio).
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 7.
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