ABAZIA DI S. MINIATO AL MONTE

suburbana di Firenze già parrocchia annessa in parte a quella di S.
Leonardo in Arcetri e porzione a S. Margherita a Montici; Comunità del Bagno a Ripoli, Giurisdizione del Galluzzo.
Questa Basilica insigne è posta alla sinistra dell’Arno nel Monte già detto del Re, che siede a cavaliere di Firenze, un quarto di miglio tascano dalla porta della città, che di S. Miniato si appella.
Fu innalzata nel 1013 presso un più antico tempietto cui tributò regale offerta Carlo Magno, in venerazione di S.
Miniato poco lungi di là stato martirizzato nel secolo terzo dell’Era Volgare. Ne fu promotore Ildebrando vescovo fiorentino, uomo di grande animo e di magnifiche opere pieno, il quale v’introdusse i monaci Cluniacensi col consenso del suo clero, previo l’assegno di una generosa dotazione, cui concorsero ad accrescerla vari suoi successori, ed altri illustri personaggi. Anche i consoli dell’Arte di Calimala efficacemente contribuirono al compimento del Tempio instituendovi un Operajo pel suo mantenimento e conservazione, siccome lo prova la insegna di bronzo esistente sopra l’attico della facciata, ed un Lodo del 1228 tra i consoli di quell’arte ed i monaci di S. Miniato per l’amministrazione dei fondi assegnati alla chiesa ed al contiguo ospizio. – Questo tempio, che può dirsi uno de’più conservati e più ricchi edifizi sacri dei secoli XI e XII, è formato sul disegno delle antiche Basiliche a due ripiani, nel più alto dei quali risiede l'altar maggiore, e sotto di esso la confessione. È diviso in tre navate, le cui volte e muraglie laterali sono sostenute da 36 colonne parte di pietra serena, parte di marmi fini e orientali di diverso ordine e grandezza. La sua tribuna lavorata a mosaico conserva ad una delle sue finestre una gran lastra di trasparente marmo fengite, dal quale riceve languida luce. La striscia del bel mosaico che attraversa il pavimento porta la data dell'anno 1207. Nella ricca cappella del vescovo Alvaro si ammirano i lavori fatti sotto la cupola da Luca della Robbia, ed il mausoleo del cardinale Jacopo dei Reali di Portogallo che verso il 1462 Antonio Gamberelli appellato Rossellino condusse in guisa che, al dire di Vasari, niun artefice dee immaginarsi di poter mai vedere cosa alcuna, che di pulitezza e di grazia passar la possa in alcuna maniera. Né meno magnifica è la sagrestia, costruita verso il 1387 a spese del nobile fiorentino Benedetto degli Alberti, dipinta dal celebre Spinello di Arezzo. La torre attuale, opera assai solida di Baccio d'Agnolo, e restata incompleta per cagione dell'assedio famoso del 1529, servì di rocca e di difesa alle fortificazioni erette sul monte di S. miniato con l direzione di Michelangelo Buonarroti. – Nel 1295 il vescovo fiorentino Andrea Mozzi fece innalzare accanto al monastero per uso di villa quel solido palazzo di forma cubica che Cosimo I ridusse a fortilizi nell'anno 1553. Per la qual causa bisognò che i monaci Olivetani subentrati, nel 1374, ai Benedettini uscissero di là, convertendo il monastero in abitazione di soldati, e lasciando la chiesa ad un cappellano di loro elezione per ufiziarla.
Serve attualmente agli esercizi spirituali che una pia Congregazione vi fa eseguire in diversi tempi dell'anno.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 15.