AGATA (S.) AL CORNOCCHIO
in Val di Sieve
Borgo e pieve antica nel Mugello sull'abbandonata via militare (forse la Cassia) presso il torrente Cornocchio, di cui prese il distintivo, nella Comunità Giurisdizione e due miglia toscane a maestro di Scarperia, Diocesi e Compartimento di Firenze che è 20 miglia toscane al suo mezzodì. – È una delle più vetuste e grandiose chiese del Mugello costruita a tre navate, tutta di pietre quadrate tolte dal vicino poggio serpertinoso di monte Calvi, di architettura dei bassi tempi, e perciò attribuita dal volgo, insieme con tant'altre, alla pietà della contessa Matilde.
Ha una tettoja di travi solamente addentellata nei cavalletti.
Trovandosi memoria di questa pieve all'anno 984 di dicembre, lo storiografo del Mugello, Giuseppe Brocchi, ne dedusse che quest'edifizio doveva risalire a un'epoca molto anteriore a quella della prenominata contessa, con tutto che lo stile architettonico, e un'iscrizione, del MCLXXV ivi esistente, la faccia credere del secolo XII avanzato. I marmi insieme con l'iscrizione indicata, intarsiati attorno al suo battistero, furono tolti dall'antico ambone a tal effetto disfatto nel 1608, siccome lo dimostra la sottostante lapida ed i ricordi lasciati dal pievano Tolomeo Nozzolini, nei quali trovasi notato: che il pulpito fu disfatto perchè minacciava rovina in conseguenza del terremoto seguito nel 13 giugno 1542.
Sono da osservarsi due putti di marmo che reggono le pile dell'acqua santa, dirimpetto alle porte di fianco, i quali se non facevano parte dell'ambone, sono almeno di pari antichità.
La pieve di S. Agata era matrice di 9 parrocchie, attualmente ridotte a 4, le quali abbracciano un territorio di circa 14 miglia di periferia. 1. S. Pietro a Monte Accianico annesso alla pieve; 2. S. Jacopo a Scianello o Ascianello, idem; 3. S. Gavino al Cornocchio; 4. S.
Lorenzo a Monte Poli ; 5. S. Maria a Marcojano; 6. S.
Benedetto a Mezzalla cappellanìa annessa a Marcojano; 7.
S. Maria a ponte a Olrno unita alla suddetta; 8. S.
Michele a Lumena; 9. e S. Martino de'Giunizzinghi; da lunga mano distrutta.
Il borgo di S. Agata ha fornito alla Storia un avvenimento singolare di amore paterno e di carità filiale che presso i Romani avrebbe eternato due individui, i quali ne furono scopo e vittima. Dobbiamo a Matteo Villani la rimembranza che ne ha lasciato ai posteri. "Quando un garzoncello di questo luogo (Jacopo di Piero) sprovvedutamente uccise un suo compagno nel febbrajo del 1360, e ciò fatto manifesto al di lui padre, questo lo fece tosto partire per ridursi in luogo salvo. Incolpato e preso il padre del garzone, e mandato dalla Scarperia a Firenze, fu dal podestà condannato nel capo. Il figliuolo vedendo il padre innocente andare a morire per il difetto suo, mosso da smisurato amore si presentò alla Signoria dicendo: io sono veramente colui che commessi’il peccato; io sono colui che ne debbe portare la pena, e non per me questo mio padre innocente. Verificato il fatto, fu liberato il padre, e il dì 6 marzo decapitato il figlio ad onta di tanto atto di pietà." La parrocchia di S. Agata ha 827 abitanti.
Ha una tettoja di travi solamente addentellata nei cavalletti.
Trovandosi memoria di questa pieve all'anno 984 di dicembre, lo storiografo del Mugello, Giuseppe Brocchi, ne dedusse che quest'edifizio doveva risalire a un'epoca molto anteriore a quella della prenominata contessa, con tutto che lo stile architettonico, e un'iscrizione, del MCLXXV ivi esistente, la faccia credere del secolo XII avanzato. I marmi insieme con l'iscrizione indicata, intarsiati attorno al suo battistero, furono tolti dall'antico ambone a tal effetto disfatto nel 1608, siccome lo dimostra la sottostante lapida ed i ricordi lasciati dal pievano Tolomeo Nozzolini, nei quali trovasi notato: che il pulpito fu disfatto perchè minacciava rovina in conseguenza del terremoto seguito nel 13 giugno 1542.
Sono da osservarsi due putti di marmo che reggono le pile dell'acqua santa, dirimpetto alle porte di fianco, i quali se non facevano parte dell'ambone, sono almeno di pari antichità.
La pieve di S. Agata era matrice di 9 parrocchie, attualmente ridotte a 4, le quali abbracciano un territorio di circa 14 miglia di periferia. 1. S. Pietro a Monte Accianico annesso alla pieve; 2. S. Jacopo a Scianello o Ascianello, idem; 3. S. Gavino al Cornocchio; 4. S.
Lorenzo a Monte Poli ; 5. S. Maria a Marcojano; 6. S.
Benedetto a Mezzalla cappellanìa annessa a Marcojano; 7.
S. Maria a ponte a Olrno unita alla suddetta; 8. S.
Michele a Lumena; 9. e S. Martino de'Giunizzinghi; da lunga mano distrutta.
Il borgo di S. Agata ha fornito alla Storia un avvenimento singolare di amore paterno e di carità filiale che presso i Romani avrebbe eternato due individui, i quali ne furono scopo e vittima. Dobbiamo a Matteo Villani la rimembranza che ne ha lasciato ai posteri. "Quando un garzoncello di questo luogo (Jacopo di Piero) sprovvedutamente uccise un suo compagno nel febbrajo del 1360, e ciò fatto manifesto al di lui padre, questo lo fece tosto partire per ridursi in luogo salvo. Incolpato e preso il padre del garzone, e mandato dalla Scarperia a Firenze, fu dal podestà condannato nel capo. Il figliuolo vedendo il padre innocente andare a morire per il difetto suo, mosso da smisurato amore si presentò alla Signoria dicendo: io sono veramente colui che commessi’il peccato; io sono colui che ne debbe portare la pena, e non per me questo mio padre innocente. Verificato il fatto, fu liberato il padre, e il dì 6 marzo decapitato il figlio ad onta di tanto atto di pietà." La parrocchia di S. Agata ha 827 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 52.
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