ANSEDONIA, LANSEDONIA

(Ansidonia) nella maremma di Orbetello.

Questo scheletro di antica città, che cambiò nei tempi barbari il suo nome all’etrusca città di Cosa, esiste con le vestigie delle sue mura ciclopee sopra una collina che stende la base nel mare all’ingresso dell’istmo della Feniglia, a 5 miglia toscane a levante di Port’Ercole, egualmente distante da Orbetello che è nella direzione di ponente maestro. Trovasi rammentata l’Ansedonia, per quanto sembra, la prima volta in un diploma attribuito a Carlo Magno, che donò ai monaci delle Tre Fontane presso Roma questo luogo insieme con le sue adiacenze, compreso il porto di Feniglia, Port’Ercole, l’Isola del Giglio ec. Li stessi luoghi furono ceduti da quei cenobiti nel 1269 a titolo di enfiteusi al conte Ildebrando di Sovana, la cui erede contessa Margherita vendè li stessi feudi al Comune di Siena, il quale per tal fatto pagava alla Badia delle Tre Fontane un tenue tributo. Ansedonia era ridotto il refugio di mala gente e di numerosi assassini, allorché la Repubblica Senese nel 1330, inviò colà un distaccamento di soldati, che smantellò le sue mura e distrusse sino ai fondamenti le abitazioni (DEI Cronaca Senese). – Vedere COSA e ORBETELLO.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 92.