AVANE, AVENA, AVANA e AVENANO

(Avano, Advena, Vena, Ad venanum).

A molte contrade della Toscana fu dato, e molte tuttora conservano il nome di Avane, Avena, alla Vena, a Venano. Incerta è per altro la loro etimologia, se pure non deve ripetersi da luoghi destinati in origine alla caccia riservata al Signore del luogo, quasi per indicare le Bandite dei tempi feudali. – A tale opinione ne invita il sapere, che tutte le località, le quali portano il nome di Avane, Avena, Avenano ec.
furono già rivestite di foreste, piuttosto che coltivate a Vena, e possedute dalle dinastie di conti, marchesi o altri potenti baroni e nobili di Contado. – Tale era l’Avane di Val di Serchio dei re Longobardi, poi dei marchesi, quindi dei vescovi di Pisa; l’Avena di Empoli, dei conti Cadolingi, e conti Guidi; l’Avena del Chianti e del Val d’Arno di sopra dei conti senesi di origine salica, poi del conte Ugo, quindi dei baroni Ricasoli; l’Avena nel Casentino del vescovo di Arezzo quindi degli Eremiti di Camaldoli; l’Avena di Loro donata da Carlo magno o da altri imperatori alla badia di Nonantola; l’Avena, di S.
Giovanni alla Vena, già in Avena, dal vescovo di Pisa data ai marchesi Estensi, ai Malaspina, ec.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 171.