BADIA DI SUCCASTELLI

(sub Castello) sotto l’invocazione di S. Bartolommeo nella Valle Tiberina

alla sinistra di questo fiume, oggi parrochia abaziale nella Comunità Giurisdizione e 4 e 1/2 miglia toscane a settentrione di Anghiari, Diocesi di S. Sepolcro, una volta di Città di Castello, Compartimento di Arezzo. – La località fornì il nome di sub Castello; stantechè questo monastero risiede alle falde del poggio di Montedoglio, dove fu l’antica residenza dei suoi conti, patroni e fondatori della stessa Badia.
Era uno dei tanti monasteri che i Camaldolensi possedevano nella Valle Tiberina, sebbene questo di Succastelli fu di minore celebrità e forse meno antico di tutti gli altri. Fu govenato per lungo tempo da un abate Tisconte del maggiore di Camaldoli. Quivi vestì l’abito camaldolense, e fece il suo noviziato Federigo di Ranieri della Faggiola, fratello del famoso Uguccione. – Fu soppresso questo monastero all’occasione che la Badia di S. Giovanni Battista al Borgo S. Sepolcro venne innalzata a cattedrale (anno 1520) assegnando alla nuova mensa episcopale i suoi beni, e al vescovo il titolo di abate di Succastelli.
La cura di S. Bartolommeo a Succastelli conta 215 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 194.