BADIA DI VAJANO

(S. Salvatore).

In Val di Bisenzio, sulla destra ripa di questo fiume contigua al borgo omonimo nel piviere di Usella, Comunità Giurisdizione Diocesi e 7 miglia toscane a settentrione di Prato, Compartimento di Firenze.
Fu una delle antiche badie dei Vallombrosani, la cui fondazione risale al secolo XI, dichiarata dipendente dalla Sede apostolica da Urbano II nella bolla spedita il 6 agosto 1090 alla congregazione di Vallombrosa, e confermata da molti altri pontefici nei secoli successivi. – La più antica memoria relativa alla Badia in questione la trovo in una pergamena del 3 agosto 1086. Si tratta di una promessa del conte Ugo figlio del fu conte Guglielmo Bulgaro, il quale trovandosi nella chiesa di S. Ippolito di Vernio territorio fiorentino, si obbliga in faccia dell’abate di S. Salvatore di non recare molestia ad alcune possessioni del suo monastero situate nell’Appennino di Bologna e in altri contadi. Infatti questa Badia possedeva sino d’allora sul dorso dell’Appennino, nella Diocesi e territorio di Bologna, varie sostanze assegnate a un ospedale posto sulla pubblica via nel piviere di Pontecchio. Al quale ospizio riferiscono varie donazioni fatte in mano dell’abate di Vajano sotto gli anni 1119, 1122, 1138, 1203, ec.
Altro spedale dipendente dalla stessa Badia esisteva sino dal 1200 nel borgo di Vajano, per comodo de’pellegrini che attraversavano l’Appennino per la Valle del Bisenzio.
– Era di padronato della stessa Badia, sino dal 1260, la chiesa de’SS. Biagio e Martino a Cantagallo, il qual diritto essa continuò a conservare nei secoli posteriori, non senza dover sostenere lunghe controversie con la Comunità di Cantagallo, per dipendenza di pascoli. – Le numerose enfiteusi fatte dagli abati di Vajano con gli abitanti di Sofignano, di Casi, di Cerreto, di Pupigliano, di Migliano e di tante altre ville lungo il Bisenzio, e nell’Appennino di Vernio, provano quanto fosse esteso e pingue il patrimonio della Badia in questione.
Ciò bastò perché, al pari dei più doviziosi monasteri, anche questo fosse dato in commenda; e con simile titolo lo godè per qualche tempo il cardinale Giovanni de’Medici, che lo rinunziò alla congregazione Vallombrosiana insieme con le badie di Coltibuono e di Passignano, mediante una pensione di 2000 scudi. – Vedere ABAZIA di PASSIGNANO.
La chiesa e il chiostro della Badia di Vajano furono rialzati dai fondamenti nel secolo XVII inoltrato. Opera dei fratelli Flora o Floris è la vasta tela che occupa tutta la tribuna di questa vaga chiesa. Fu compìta nel 1693 al tempo dell’abate Ilario Garbi. La famiglia Vallombrosana stette costantemente in Vajano sino al 1810, epoca della sua soppressione, lasciando alla cura dell’anime un parroco congruato.
La parrocchia di S. Salvatore a Vajano è la prima filiale della pieve di Usella, ed ha il Privilegio del fonte battesimale. Essa conta 502 abitanti – Vedere VAJANO di Val di Bisenzio.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 200.