BADIOLA AL FANGO

(S. Pancrazio ad Lutum), sul padule di Castiglione (Lacus Prilis)

nel popolo di S.
Andrea a Tirli, Comunità Giurisdizione e 3 miglia toscane a greco di Castiglion della Pescaja, testè di Gavorrano, Diocesi e Compartimento di Grosseto. – Esisteva questa Badiola in una lingua di terra fra i marazzi del lago o padule di Castiglione della Pescaja, nell’antico isolotto del Lago Prelio, reso celebre da Cicerone per la soperchieria usata dal prepotente senatore Clodio contro il cav. Pacuvio, cui tolse il possesso di quest’isoletta per edificarvi una villa prossima ad altri suoi predii.
Dopo una immensa laguna di circa 9 secoli si ritrova il primo barlume di questo palustre luogo nel diploma concesso da Lodovico Pio alla Badia di S. Antimo, cui donò fra le altre cose lo stagno dov’era la chiesa di S.
Pancrazio, compresavi la contrada da Monte Tirli sino al Luto e dal Luto per la Valle Empia, ossia d’Ampio, sino al mare, e di là alla bocca dello Stagno, non escluso lo stesso stagno con le barche e i suoi annessi. (TOMMASI Storia Senese) – Vedere AMPIO (VALLE dell’) e EREMO di S. GUGLIELMO.
– A questa stessa località volle riferire il privilegio dato li 17 luglio 1051 da Arrigo III a Teuzzone abate di S. Antimo, allorchè confermò la chiesa di S. Giovanni in Piscaria (a Castiglion della Pescaja)con il vicino palude, le barche, la chiesa di S.
Maria in Arcione (l’antica parrocchia di Buriano) e altre cose ivi espresse. (UGHELLI Ital. Sacr. In Episc. Montis Licin.) Nella contrada infatti qui sopra descritta sorsero nei secoli susseguenti due monasteri di Benedettini, dipendenti in origine dall’abate di S. Antimo innanzi che si erigesse nei monti di Tirli il famoso Eremo dello Stabbio di Rodi, fondato da S. Guglielmo per la nuova congregazione che da esso ebbe nome di Guglielmiti.
La Badiola di S. Pancrazio al Fango era preseduta da un abate per nome Giovanni, allorchè questi, con istrumento del 1 di agosto 1180 rogato nel chiostro della stessa abazia, in presenza di vari testimoni fece una permuta di possessioni con l’abate Ranieri di Sestigna. – (Vedere BADIA di SESTIGNA) Il monastero di S. Pancrazio fu compreso nei Registri Vaticani di Cencio Ca merario fra quelli immediatamente soggetti alla corte di Roma, alla quale pagava un annuo tributo di 12 denari.
La Badia del Fango è segnalata nei diplomi imperiali concessi alla città di Pisa da Arrigo VI, Ottone IV, Federigo II e Carlo IV, come luogo spettante alla pisana giurisdizione, e il punto più meridionale dei suoi possessi nel continente di Toscana. – Vi fu infatti alla Badia al Fango una torre con presidio pisano, siccome lo prova un rogito fatto li 6 ottobre 1340 nella curia di detta Badia, per il quale il sergente della Torre medesima nominò un suo procuratore a fine di riscuotere dal Comune di Pisa la sua paga. (ARCH. DIPL. FIOR. Primaziale di Pisa) Altre membrane appartenenti al monastero di S. Lorenzo alla Rivolta, attualmente nel R. Archivio Diplomatico di Firenze, fanno menzione del Castello della Badia al Fango sotto gli anni 1322 e 1338.
Dopo però la prima metà del secolo XIV non s’incontrano più memorie della Badia al Fango, nè del suo castello.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 204.