BAGNI ANTICHI DELLA TOSCANA
Comecchè il nome Bagni (balnea) possa applicarsi ad ogni sorta d’immersione dei corpi in un liquido qualunque, e più che altro nell’acqua naturale o preparata, potabile o minerale, terrestre o marina, qui non debbe avere luogo che l’indicazione topografica dei bagni minerali della Toscana, stati segnalati da una qualche remota autorità o almeno che portino seco indizi non equivoci di antiche terme.
Poche province contano altrettanta copia e varietà di bagni minerali quanto quelli che possiede la Toscana; quindi non fa meraviglia, se a’tempi di Augusto, l’Etruria sola in genere di acque termali superava, al dire di Vitruvio, tutte le altre contrade d’Italia. – Vero è che la parte più ricca di bagni e la più frequentata dai Romani era quella porzione di Etruria da gran tempo assorbita nello Stato della Chiesa sotto nome di Patrimonio di S.
Pietro. Infatti i Bagni Acquensi denominati Taurini presso Civitavecchia, quelli Ceretani sotto il vocabolo di Terme Stiliane nei contorni di Cerveteri, le Acque Apollinari di Tarquinia, e tanti altri Bagni delle romane Maremme, ai quali riferirono Strabone, Tibullo, T. Livio, Valerio Massimo, Plinio, Marziale, Scribonio Largo, Rutilio Namaziano e qualche antico Itinerario, erano situati tutti nell’Etruria meridionale, attualmente fuori dai confini prescritti alla presente opera. – Appartengono bensì alla Toscana nostra fra gli antichi bagni quelli delle acque Pisane, e di Populonia; i bagni Volterrani, Vetuloniensi, Rosellani, i Senesi di Vignone, i Sarsinatensi di S. Maria in Bagno; e forse entrano nella serie degli antichi anco le Terme di Saturnia, di Vignale, di Ripoli presso Firenze, e di molte altre località, dove furono o dove esistono polle di acque minerali, mercè cui molti paesi portano tuttora il vocabolo generico di Bagnara, Bagnaja, Bagno, Bagnolo, Bagnone, Bagnoro, ai quali nomi rinvio il lettore.
Poche province contano altrettanta copia e varietà di bagni minerali quanto quelli che possiede la Toscana; quindi non fa meraviglia, se a’tempi di Augusto, l’Etruria sola in genere di acque termali superava, al dire di Vitruvio, tutte le altre contrade d’Italia. – Vero è che la parte più ricca di bagni e la più frequentata dai Romani era quella porzione di Etruria da gran tempo assorbita nello Stato della Chiesa sotto nome di Patrimonio di S.
Pietro. Infatti i Bagni Acquensi denominati Taurini presso Civitavecchia, quelli Ceretani sotto il vocabolo di Terme Stiliane nei contorni di Cerveteri, le Acque Apollinari di Tarquinia, e tanti altri Bagni delle romane Maremme, ai quali riferirono Strabone, Tibullo, T. Livio, Valerio Massimo, Plinio, Marziale, Scribonio Largo, Rutilio Namaziano e qualche antico Itinerario, erano situati tutti nell’Etruria meridionale, attualmente fuori dai confini prescritti alla presente opera. – Appartengono bensì alla Toscana nostra fra gli antichi bagni quelli delle acque Pisane, e di Populonia; i bagni Volterrani, Vetuloniensi, Rosellani, i Senesi di Vignone, i Sarsinatensi di S. Maria in Bagno; e forse entrano nella serie degli antichi anco le Terme di Saturnia, di Vignale, di Ripoli presso Firenze, e di molte altre località, dove furono o dove esistono polle di acque minerali, mercè cui molti paesi portano tuttora il vocabolo generico di Bagnara, Bagnaja, Bagno, Bagnolo, Bagnone, Bagnoro, ai quali nomi rinvio il lettore.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 207.
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