BAGNI, o BAGNO DI SATURNIA
in Val dâAlbegna
sulla sinistra del fiume, nel colle dove giĂ fu lâetrusca cittĂ AURINIA, o di Saturnia, nella ComunitĂ e 7 miglia toscane a settentrione di Manciano, Diocesi di Sovana che è 8 miglia toscane a levante, Compartimento di Grosseto.
La Valle dellâAlbegna, tanto a destra che a sinistra del fiume, fu costantemente copiosa di acque termali acidule solforose, siccome lo danno a conoscere le varie scaturigini minerali tuttora in quella contrada esistenti, e glâimmensi depositi di travertino che incrostano piani e colline, sino a che subentrano i terreni vulcanici fra Saturnia e Sovana. â Due sono i luoghi che portano il nome di Bagno di Saturnia, uno detto il Bagno antico, consistente in un recinto quadrato, dal cui fondo talvolta pullulano anche ai tempi attuali lâacque termali. Esso giace sulla sommitĂ del colle, fra le rovinate masse di travertino che servirono alle mura ciclopiche di quellâantica cittĂ . Lâaltro edifizio termale è alla base meridionale del colle di Saturnia. Consiste in una gran vasca, dal di cui fondo zampillano con forza copiose fonti vaporose, parte delle quali sâintoducono in due bagnetti annessi, mentre il rifiuto generale va a muovere i palmenti di un mulino.
Lâacqua di questo bagno è termale acidula solforosa; ha circa 30 gradi di temperatura, con odore epatico, e sapore acidulo solforoso, il quale svanisce per riposo insieme con lâacido carbonico libero. Ă in grazia di ciò che le medesime acque abbandonano per via moltissimo carbonato calcareo. Giorgio Santi nellâesaminare tali acque vi riscontrò, fra le sostanze saline, oltre il carbonato di calce, del solfato calcareo, come anche del solfato di soda e del muriato di calce.
Lungi un miglio da Saturnia, nel lato opposto del Bagno accennato, sgorga dai massi di travertino altrâacqua acidula senza odore di solfo, denominata il Bagno Santo.
La medesima si adopra in bevanda, come aperitiva, deostruente e leggermente purgativa. Anchâessa gorgoglieggia, e va perdendo nellâatmosfera il gas acido carbonico indisciolto, in proporzione che si ricuopre il sottostante terreno di un precipitato calcareo sotto forma tartarosa, ossia di spugnoso travertino.
La Valle dellâAlbegna, tanto a destra che a sinistra del fiume, fu costantemente copiosa di acque termali acidule solforose, siccome lo danno a conoscere le varie scaturigini minerali tuttora in quella contrada esistenti, e glâimmensi depositi di travertino che incrostano piani e colline, sino a che subentrano i terreni vulcanici fra Saturnia e Sovana. â Due sono i luoghi che portano il nome di Bagno di Saturnia, uno detto il Bagno antico, consistente in un recinto quadrato, dal cui fondo talvolta pullulano anche ai tempi attuali lâacque termali. Esso giace sulla sommitĂ del colle, fra le rovinate masse di travertino che servirono alle mura ciclopiche di quellâantica cittĂ . Lâaltro edifizio termale è alla base meridionale del colle di Saturnia. Consiste in una gran vasca, dal di cui fondo zampillano con forza copiose fonti vaporose, parte delle quali sâintoducono in due bagnetti annessi, mentre il rifiuto generale va a muovere i palmenti di un mulino.
Lâacqua di questo bagno è termale acidula solforosa; ha circa 30 gradi di temperatura, con odore epatico, e sapore acidulo solforoso, il quale svanisce per riposo insieme con lâacido carbonico libero. Ă in grazia di ciò che le medesime acque abbandonano per via moltissimo carbonato calcareo. Giorgio Santi nellâesaminare tali acque vi riscontrò, fra le sostanze saline, oltre il carbonato di calce, del solfato calcareo, come anche del solfato di soda e del muriato di calce.
Lungi un miglio da Saturnia, nel lato opposto del Bagno accennato, sgorga dai massi di travertino altrâacqua acidula senza odore di solfo, denominata il Bagno Santo.
La medesima si adopra in bevanda, come aperitiva, deostruente e leggermente purgativa. Anchâessa gorgoglieggia, e va perdendo nellâatmosfera il gas acido carbonico indisciolto, in proporzione che si ricuopre il sottostante terreno di un precipitato calcareo sotto forma tartarosa, ossia di spugnoso travertino.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 227.
We can't find the internet
Attempting to reconnect
Something went wrong!
Hang in there while we get back on track