BANZENA (S. DONATO A)
Casale con parrocchia nel Val d’Arno casentinese sulla ripa destra del torrente Corsalone lungo la strada che per l’Appennino di Biforco guida a Bagno in Romagna nel piviere Comunità, Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a greco di Bibbiena, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
Vi ebbero podere i monaci di Camaldoli proveniente da una donazione fatta nell’anno 1114 (28 marzo) da un Guelfo figlio di Ranieri degli Ubertini, il quale pro remedio animae rinunziò al priore del S. Eremo i castelli e corti di Banzena, di Serra, e di Gello, (detto poi Serravalle e Gello dell’abate).
La chiesa di Banzena sino a quell’epoca era sotto l’invocazione dei SS. Michele e Donato, ed era una delle 18 chiese del piviere di Bibbiena nominata in un privilegio dei 2 maggio 1155 concesso a quel pievano dal pontefice Adriano IV.
Il castello di Banzena insieme con gli altri testè nominati, nel 1314, cadde in potere di Guido Tarlati vescovo di Arezzo, da cui passò a Marco suo nipote, finchè a questo ribelle non tolse il dominio politico la Repubblica fiorentina nel 1360. (ANNAL. CAMALD.) La parrocchia di Banzena ha 154 abitanti.
Vi ebbero podere i monaci di Camaldoli proveniente da una donazione fatta nell’anno 1114 (28 marzo) da un Guelfo figlio di Ranieri degli Ubertini, il quale pro remedio animae rinunziò al priore del S. Eremo i castelli e corti di Banzena, di Serra, e di Gello, (detto poi Serravalle e Gello dell’abate).
La chiesa di Banzena sino a quell’epoca era sotto l’invocazione dei SS. Michele e Donato, ed era una delle 18 chiese del piviere di Bibbiena nominata in un privilegio dei 2 maggio 1155 concesso a quel pievano dal pontefice Adriano IV.
Il castello di Banzena insieme con gli altri testè nominati, nel 1314, cadde in potere di Guido Tarlati vescovo di Arezzo, da cui passò a Marco suo nipote, finchè a questo ribelle non tolse il dominio politico la Repubblica fiorentina nel 1360. (ANNAL. CAMALD.) La parrocchia di Banzena ha 154 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 256.
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