BARBIANO di S. Gimignano
in Val d’Elsa.
Sono due borgate da cui prendono il distintivo due chiese parrocchiali (SS. Lucia e Giusto e S. Maria Assunta) nel piviere, Comunità, Giurisdizione e circa un miglio toscano a ostro scirocco di S. Gimignano, Diocesi di Colle, già di Volterra, Compartimento di (ERRATA : Firenze) Siena.
Risiedono entrambe in collina alla sinistra del torrente Fosci sulla strada che guida da Colle a S. Gimignano. – Una di queste chiese (S. Maria) era abazia di Olivatani, per cui conserva il nome di S. Maria di Monte Oliveto. Fu fondata dal nobile Sangimignanese Giovanni di Gualtiero Salucci e da Margherita di Guido de’Bardi di Firenze di lui consorte. L’istrumento autografo si conserva nell’Archivio Diplomatico Fiorentino.
Fu nel 21 giugno (ERRATA: dell’anno suaccennato) dell’anno 1340, quando quel cittadino dimandò il favore al consiglio generale del Comune di S. Gimignano, non ostante le disposizioni contrarie delli Statuti municipali, di potere edificare una chiesa sotto l’invocazione di S.
Maria di Monte Oliveto nella villa di Barbiano di quel distretto, e dotarla di alcuni terreni posti nella stessa villa ad oggetto d’introdurvi i nuovi monaci del Monte Oliveto maggiore. Dopo le quali formalità, il dì 2 ottobre susseguente, ottenuta la richiesta facoltà dal Comune e dal vescovo Ranuccio di Volterra, il Salucci investì, e donò a Bernardo dei Tolomei abate generale, e fondatore dell’Ordine di Monte Oliveto, un podere nella villa di Barbiano a condizione di costruire nel terreno medesimo la chiesa e il claustro.
La stessa Margherita Bardi rimasta vedova di Giovanni de’Salucci, con testamento del 7 aprile 1363, lasciò erede delle sue sostanze il monastero degli Olivetani di Barbiano.
Fu uno dei piccoli conventi soppressi nel 1778: alla qual’epoca la sua chiesa venne dichiarata cura di anime annessa alla prepositura della collegiata di S. Gimignano.
L’altra parrocchia che porta il doppio titolo di S. Lucia e di S. Giusto era di due chiese e due popoli diversi riuniti sino alla metà del secolo XV. (ARCH. DIPL. FIOR.
Olivet. di Volterra.) La cura di S. Maria a Barbiano o a Mont’oliveto conta 203 abitanti.
La cura di S. Lucia e S. Giusto ha 159 abitanti.
Risiedono entrambe in collina alla sinistra del torrente Fosci sulla strada che guida da Colle a S. Gimignano. – Una di queste chiese (S. Maria) era abazia di Olivatani, per cui conserva il nome di S. Maria di Monte Oliveto. Fu fondata dal nobile Sangimignanese Giovanni di Gualtiero Salucci e da Margherita di Guido de’Bardi di Firenze di lui consorte. L’istrumento autografo si conserva nell’Archivio Diplomatico Fiorentino.
Fu nel 21 giugno (ERRATA: dell’anno suaccennato) dell’anno 1340, quando quel cittadino dimandò il favore al consiglio generale del Comune di S. Gimignano, non ostante le disposizioni contrarie delli Statuti municipali, di potere edificare una chiesa sotto l’invocazione di S.
Maria di Monte Oliveto nella villa di Barbiano di quel distretto, e dotarla di alcuni terreni posti nella stessa villa ad oggetto d’introdurvi i nuovi monaci del Monte Oliveto maggiore. Dopo le quali formalità, il dì 2 ottobre susseguente, ottenuta la richiesta facoltà dal Comune e dal vescovo Ranuccio di Volterra, il Salucci investì, e donò a Bernardo dei Tolomei abate generale, e fondatore dell’Ordine di Monte Oliveto, un podere nella villa di Barbiano a condizione di costruire nel terreno medesimo la chiesa e il claustro.
La stessa Margherita Bardi rimasta vedova di Giovanni de’Salucci, con testamento del 7 aprile 1363, lasciò erede delle sue sostanze il monastero degli Olivetani di Barbiano.
Fu uno dei piccoli conventi soppressi nel 1778: alla qual’epoca la sua chiesa venne dichiarata cura di anime annessa alla prepositura della collegiata di S. Gimignano.
L’altra parrocchia che porta il doppio titolo di S. Lucia e di S. Giusto era di due chiese e due popoli diversi riuniti sino alla metà del secolo XV. (ARCH. DIPL. FIOR.
Olivet. di Volterra.) La cura di S. Maria a Barbiano o a Mont’oliveto conta 203 abitanti.
La cura di S. Lucia e S. Giusto ha 159 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 271.
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