CALDANA nella Maremma Massetana, o CALDANA di CAMPIGLIA

Sono copiosissime e perenni sorgenti di acque limpide e costantemente calde, le quali scaturiscono dai lembi, e dal fondo di una grandiosa vasca alla base meridionale del poggio di Campiglia presso il palazzo detto della Magona, ora Villa Reale. Il loro emissario mette in moto varie macine da molini, ed ha servito per molto temp o a una abbandonata fucina per lavorare il ferro dell’Isola dell’Elba. L’emissario di Caldana s’inoltra nella pianura di Populonia per due rami, il fosso Verrocchio e il fosso Caldo; questo si dirigeva nel padule di Piombino, e l’altro nel lago di Ramigliano, innanzi che nel 1831 fosse tracciato ad entrambi uno sbocco diretto per Torre Nuova nel mare. – Vedere CAMPIGLIA Comunità.
A mezzo miglio circa a ponente della scaturigine summentovata avvi un’altra sorgente più termale e alquanto solforosa, denominata il Bagno di Caldana, perché rinchiusa in un vecchio e scoperto recinto di mura destinato alle bagnature.
L’antichità di queste acque calde viene contestata nell’istrumento di fondazione della Badia di Monteverdi, dove trovasi accennata la Caldana, ch’io sospetto esser quella di cui si tratta; e forse a queste medesime acque calde riferire volle qualche antico autore, che segnalò sulla via Aurelia o Emilia di Scauro, le acque termali di Populonia, da non essere confuse con quelle dei Vetuloniesi di Plinio, né con le Terme Volterrane. – Vedere BAGNI a MORBA, e BAGNI VETULONIESI.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 391.