CASCIO
(Cascium, già Cassium) nella Valle del Serchio, Garfagnana Estense.
Castello con chiesa parrocchiale (SS.
Stefano e Lorenzo) un dì nel piviere di Gallicano, oggi nella Comunità e un miglio toscano a settentrione di Molazzana, Giurisdizione di Trassilico, Diocesi di Massa ducale, già di Lucca, Ducato di Modena.
È posto alla destra del Serchio sopra il monte omonimo dirimpetto a Barga. Il suo nome di provenienza romana indica l’antichità di questo luogo, al quale però dubito che volesse riferire, anzi che al Cassio sull’Appennino della Cisa, quel Cassio dei coloni Lucchesi rammentato nella tavola Velleiate; o se di questo Cassio intendesse parlare, all’anno 766 il fondatore del monastero di S.
Bartolommeo di Pistoja.
Non vi è dubbio però che questo di Garfagnana non fosse il Cassio in Montanis rammentato dalla contessa Wilma madre del G. C. Ugo, nell’occasione che donò nel 968 alle monache di S. Ponziano di Lucca alcune terre con vigne e ulivi posti in Cascio confermando loro il padronato della chiesa de’SS. Stefano e Lorenzo; chiesa che anche nei secoli posteriori dipendeva da quel monastero, cosicchè negli antichi registri della diocesi di Lucca trovasi segnalata, come Locus Dominarum de Cascio. Dalle monache passò ai Padri Olivetani subentrati in S. Ponziano sino a che, nel 1615, permutarono la chiesa di Cascio con quella di S. Pietro a Nocchi.
Il castello di Cascio nel 1615 fu cinto di mura e torrioni a spese dei terrazzani, in pena di essersi ribellati poco innanzi al dominio Estense per darsi ai Lucchesi.
La parrocchia de’SS. Stefano e Lorenzo a Cascio conta 323 abitanti.
Stefano e Lorenzo) un dì nel piviere di Gallicano, oggi nella Comunità e un miglio toscano a settentrione di Molazzana, Giurisdizione di Trassilico, Diocesi di Massa ducale, già di Lucca, Ducato di Modena.
È posto alla destra del Serchio sopra il monte omonimo dirimpetto a Barga. Il suo nome di provenienza romana indica l’antichità di questo luogo, al quale però dubito che volesse riferire, anzi che al Cassio sull’Appennino della Cisa, quel Cassio dei coloni Lucchesi rammentato nella tavola Velleiate; o se di questo Cassio intendesse parlare, all’anno 766 il fondatore del monastero di S.
Bartolommeo di Pistoja.
Non vi è dubbio però che questo di Garfagnana non fosse il Cassio in Montanis rammentato dalla contessa Wilma madre del G. C. Ugo, nell’occasione che donò nel 968 alle monache di S. Ponziano di Lucca alcune terre con vigne e ulivi posti in Cascio confermando loro il padronato della chiesa de’SS. Stefano e Lorenzo; chiesa che anche nei secoli posteriori dipendeva da quel monastero, cosicchè negli antichi registri della diocesi di Lucca trovasi segnalata, come Locus Dominarum de Cascio. Dalle monache passò ai Padri Olivetani subentrati in S. Ponziano sino a che, nel 1615, permutarono la chiesa di Cascio con quella di S. Pietro a Nocchi.
Il castello di Cascio nel 1615 fu cinto di mura e torrioni a spese dei terrazzani, in pena di essersi ribellati poco innanzi al dominio Estense per darsi ai Lucchesi.
La parrocchia de’SS. Stefano e Lorenzo a Cascio conta 323 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 507.
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