CASTELNUOVO DELLA CHIASSA
nel Val d'Arno aretino.
Castellare con borgata sulla strada provinciale del Casentino lungo la ripa sinistra dell'Arno presso il ponte a Caliano. Ebbe chiesa parrocchiale (S. Tommaso) filiale dell'antica pieve di S. Sefano alla Chiassa, attualmente annesso alla cura de'SS. Quirico e Giuditta a Marcena, nella Comunità Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Arezzo, dalla quale città trovasi 6 miglia toscane a settentrione.
Da un diploma imperiale, che Arrigo lI concesse nel 1022 alla badia di S. Flora e Lucilla fuori di Arezzo, si rileva essere stato nelle vicinanze di questo castello un vico che designavasi allora col nome di Sesto, nome forse derivato dalla sesta pietra milliare sulla via provinciale di Arezzo.
(FOSSOMBRONI, Memor. ldraul.) Una riprova di ciò si ha da un atto di donazione fatta, nel 1138, al priorato dei Camaldolensi di S. Gaudenzo presso Monte S. Savino in Val di Chiana, dove si fa parola di alcune terre poste nel plebanato di S. Stefano alla Chiassa in Vico Sexto infra curtem Castellinovi. (ANNAL.
CAMALD.) Era già stato a quella età distrutto dagli Aretini il Castelvecchio di Sesto, e riedificato il nuovo dall'abate di S. Flora, siccome può dedursi da una convenzione dell'anno 1200 fra quell'abate benedettino e il preposto della cattedrale di Arezzo. (MOROZZI. Del fiume Arno.
Parte II).
Da un diploma imperiale, che Arrigo lI concesse nel 1022 alla badia di S. Flora e Lucilla fuori di Arezzo, si rileva essere stato nelle vicinanze di questo castello un vico che designavasi allora col nome di Sesto, nome forse derivato dalla sesta pietra milliare sulla via provinciale di Arezzo.
(FOSSOMBRONI, Memor. ldraul.) Una riprova di ciò si ha da un atto di donazione fatta, nel 1138, al priorato dei Camaldolensi di S. Gaudenzo presso Monte S. Savino in Val di Chiana, dove si fa parola di alcune terre poste nel plebanato di S. Stefano alla Chiassa in Vico Sexto infra curtem Castellinovi. (ANNAL.
CAMALD.) Era già stato a quella età distrutto dagli Aretini il Castelvecchio di Sesto, e riedificato il nuovo dall'abate di S. Flora, siccome può dedursi da una convenzione dell'anno 1200 fra quell'abate benedettino e il preposto della cattedrale di Arezzo. (MOROZZI. Del fiume Arno.
Parte II).
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 567.
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