CERTOSA DI MAGGIANO
nelle Masse di S. Martino,
sotto il titolo di S. Maria Assunta, nella parrocchia di S.
Niccolò a Maggiano, due terzi di miglio a scirocco di Siena fuori della porta Romana.
È la prima Certosa della Toscana, mentre la sua fondazione rimonta all'anno 1314. Fu nel numero dei memorabili ricordi di pietà lasciati alla patria dal dovizioso cardinale Riccardo Petroni, che incaricò gli esecutori della sua ultima volontà a innalzare, come tantosto essi fecero, una Certosa in mezzo ai terreni a tal'uopo acquistati nei predj di Pietro Ugurgeri. Fu essa restaurata e ampliata nel 1366 con le rendite dei beni del Casale de'Frati in Val d'Arbia assegnati ai Certosini dallo stesso porporato senese. – Vedere CASALE de'FRATI.
Questa Certosa fu soppressa nel 1782, e quindi alienato il suo locale, meno la chiesa con quartiere per il parroco di S. Niccolò a Maggiano, che nel 1785 vi traslocò la cura.
Le 17 celle che circondavano il chiostro furono atterrate dall'attuale proprietario per convertirle in un giardino.
Vaga ed ornata è la chiesa, ricco l'altar maggiore, la porta e il pavimento di finissimi marmi incrostato; gli stalli egregiamenti intagliati; le pareti pitturate dal cavaliere Giuseppe Nasini; la tribuna del cappellone da Bartolommeo Cesi, di cui era pure il quadro dell'Assunta all'altar maggiore, che nel 1810 fu trasportato e collocato nella tribuna del duomo di Siena.
Costà nel 1554 si accampò il marchese di Marignano, e vi seguì una sanguinosa zuffa fra gli assediati e i senesi comandati da Cornelio Bentivogli.
Niccolò a Maggiano, due terzi di miglio a scirocco di Siena fuori della porta Romana.
È la prima Certosa della Toscana, mentre la sua fondazione rimonta all'anno 1314. Fu nel numero dei memorabili ricordi di pietà lasciati alla patria dal dovizioso cardinale Riccardo Petroni, che incaricò gli esecutori della sua ultima volontà a innalzare, come tantosto essi fecero, una Certosa in mezzo ai terreni a tal'uopo acquistati nei predj di Pietro Ugurgeri. Fu essa restaurata e ampliata nel 1366 con le rendite dei beni del Casale de'Frati in Val d'Arbia assegnati ai Certosini dallo stesso porporato senese. – Vedere CASALE de'FRATI.
Questa Certosa fu soppressa nel 1782, e quindi alienato il suo locale, meno la chiesa con quartiere per il parroco di S. Niccolò a Maggiano, che nel 1785 vi traslocò la cura.
Le 17 celle che circondavano il chiostro furono atterrate dall'attuale proprietario per convertirle in un giardino.
Vaga ed ornata è la chiesa, ricco l'altar maggiore, la porta e il pavimento di finissimi marmi incrostato; gli stalli egregiamenti intagliati; le pareti pitturate dal cavaliere Giuseppe Nasini; la tribuna del cappellone da Bartolommeo Cesi, di cui era pure il quadro dell'Assunta all'altar maggiore, che nel 1810 fu trasportato e collocato nella tribuna del duomo di Siena.
Costà nel 1554 si accampò il marchese di Marignano, e vi seguì una sanguinosa zuffa fra gli assediati e i senesi comandati da Cornelio Bentivogli.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 673.
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