CHIANTI (S. MARIA NOVELLA IN)
Pieve nella Comunità Giurisdizione e 2 miglia toscane a settentrione di Radda, Diocesi di Fiesole, Compartimento di e Siena.
Risiede nella più amena situazione del Chianti sulla ripa destra e non molto lungi dalle fonti del fiume Pesa, quasi nel centro di un anfiteatro, cui servono di Podio e a fanno corona le piaggie dei vigneti di Monte Rinaldi, di Volpaja, di Albola e di Radda piantati a scalèo sugli sproni che attraversano il Chianti fra la Castellina e Coltibuono; e precipuamente nelle pendici che si diramano verso ponente e ostro da Montemuro per separare sul poggio delle Stinche le fonti del fiume Pesa da quelle che danno origine al fiume Greve.
Fu questa doviziosa pieve padronato dei conti di Monte Rinaldi della consorteria degli Ubaldini di Mugello, i quali avevano podere anche nel distretto di S. Maria Novella, siccome lo prova un istrumento del novembre 1043, col quale il conte Landolfo figlio del conte Gottizio, stando in Piancaldoli dell’Appennino di Firenzuola, assegnò alla futura sua sposa Aldina figlia di Adoaldo, sotto titolo di dono muttutinale (morgincap), la quarta parte de'suoi beni, cioè la corte di Camprato con la chiesa di S. Angelo, quelle di S. Maria Novella, di Monte Rinaldi, di Rucavo con la chiesa di S. Stefano, di Montesanto, di Fulignano, di S. Pietro a Decimo, del palazzo di Firenze, della corte di Campi, del castello di Luco in Mugello con la chiesa di S. Bartolommeo, del castello di Rifredo con la chiesa di S. Maria, e quella di Casanuova sul Santerno. Eccettuava da tale donazione il poggio e castello di Grignano presso Monte Rinaldi con ogni suo edifizio. I quali beni dichiarò situati nei pivieri di S. Marcellino in Avane, di S. Pietro Avenano (Gajole), di S. Maria Novella, di S. Leolino a Flaciano (ora Panzano), di S. Leolino in Collina, di S. Donato in Poggio, di S.
Pietro in Bossolo, di S. Cecilia a Decimo, di S. Stefano a Campi, di S. Giovanni Maggiore, e di S. Maria a Riocornacchiajo. (LAMI Mon. Eccl. Flor. T. IV) Che S. Maria Novella a quell'epoca fosse chiesa battesimale ne toglie ogni dubbiezza una pergamena originale, scritta nel luglio 1030 in luogo Novella giurisdizione fiorentina. Alludeva essa a una conferma di donazione o alienazione, che Ugo del fu Gherardo fece a favore di Ardimanno figlio del fu Guinizzo di servi e terreni situati nelle pievi di S. Leone a Rincine (S. Leolino in Conio) di S. Romolo a Corticcella (ora Gaville) e di S.
Maria Novella, luoghi tutti compresi nel contado fiorentino. (ARCH. DIPL. FIOR. Badia di Passignano) La ricca prebenda che godevano i pievani di S. Maria NoveIla passò bene spesso a impinguare le rendite di chi nulla faceva a sollievo di quei popolani. Fra i più distinti pievani commendatarj di S. Maria Novella in Chianti gioverà rammentare il cardinale Giovanni Colonna, amico e protettore del Petrarca, il quale successe al pievano Jacopo di Pazzino de’Pazzi, entrambi antecessori di quel Lotteringo pievano di S. Maria Novella, cui riferisce un sigillo illustrato dal Manni. (Sigilli Ant. T. X num. 8) La pieve di S. Maria Novella all’anno 1299 aveva sotto di sè le seguenti otto chiese; 1. S. Lorenzo alla Volpaja, esistente; 2. S. Cassiano (perduto); 3. S. Donato a Lamole, tuttora parrocchia; 4. S. Pietro a Buscialla, esistente; 5. S. Salvatore in Albola, esistente; 6. S. Andrea a Casole, esistente; 7. S. Martino a Monte Rinaldi (ora annesso a S. Pietro alle Stinche nel piviere di Panzano); 8.
S. Michele a Colle Petroso, esistente.
Alle sette parrocchie sufraganee della battesimale di S.
Maria Novella fu aggiunta quella di S. Pietro a Montemuro dopo la soppressione di questa badia di Camaldolensi.
Un'altra chiesa sotto il titolo di S. Michele alla Badia vecchia, oggi detta la Badiaccia, apparteneva al piviere medesimo prima che venisse aggregata dal pontefice Onorio III alla badia di S. Pietro a Montemuro. Nella quale Badia vecchia di S. Michele ebbe origine un secolo dopo (verso il 1314) la Congregazione dei Girolamini Agostiniani, fondata da fr. Bartolommeo di Bonone pistojse. Il quale, trovandosi in Siena fuoriuscito con altri compagni, divisò di ritirarsi dal mondo; e avendo ottenuto dai nobili di Monte Rinaldi il luogo di S. Michele di Monte Muro nel territorio d'Albola in Chianti, vi si recò, e fu costà dov’egli condusse per 25 anni vita eremitica, ricevendo fra i compagni di quel ritiro, nel 1320, Pietro Corsini di San Gimignano; nel 1324, Bernardo Lippi di Firenze; nel 1325 Paolo Bindi e Giovanni Daddi di Siena, Benedetto di Maestro Tedaldo di Firenze, Antonio Lapi di San Gimignano e più altri.
Dall'eremo della Badiaccia Bartolommeo di Bonone nel 1334, passò a edificare il convento delle Campora nel poggio di Colombaja presso Firenze, previa licenza del cardinale Orsini legato pontificio. (CARD. QUIRINI Cronaca delle Campora) – Vedere CAMPORA di COLOMBAJA.
La chiesa di S. Maria Novella sta restaurandosi dall'attuale pievano, che ha già fatto costruire dai fondamenti la torre pel campanile.
S. Maria Novella in Chianti conta 326 abitanti.
Risiede nella più amena situazione del Chianti sulla ripa destra e non molto lungi dalle fonti del fiume Pesa, quasi nel centro di un anfiteatro, cui servono di Podio e a fanno corona le piaggie dei vigneti di Monte Rinaldi, di Volpaja, di Albola e di Radda piantati a scalèo sugli sproni che attraversano il Chianti fra la Castellina e Coltibuono; e precipuamente nelle pendici che si diramano verso ponente e ostro da Montemuro per separare sul poggio delle Stinche le fonti del fiume Pesa da quelle che danno origine al fiume Greve.
Fu questa doviziosa pieve padronato dei conti di Monte Rinaldi della consorteria degli Ubaldini di Mugello, i quali avevano podere anche nel distretto di S. Maria Novella, siccome lo prova un istrumento del novembre 1043, col quale il conte Landolfo figlio del conte Gottizio, stando in Piancaldoli dell’Appennino di Firenzuola, assegnò alla futura sua sposa Aldina figlia di Adoaldo, sotto titolo di dono muttutinale (morgincap), la quarta parte de'suoi beni, cioè la corte di Camprato con la chiesa di S. Angelo, quelle di S. Maria Novella, di Monte Rinaldi, di Rucavo con la chiesa di S. Stefano, di Montesanto, di Fulignano, di S. Pietro a Decimo, del palazzo di Firenze, della corte di Campi, del castello di Luco in Mugello con la chiesa di S. Bartolommeo, del castello di Rifredo con la chiesa di S. Maria, e quella di Casanuova sul Santerno. Eccettuava da tale donazione il poggio e castello di Grignano presso Monte Rinaldi con ogni suo edifizio. I quali beni dichiarò situati nei pivieri di S. Marcellino in Avane, di S. Pietro Avenano (Gajole), di S. Maria Novella, di S. Leolino a Flaciano (ora Panzano), di S. Leolino in Collina, di S. Donato in Poggio, di S.
Pietro in Bossolo, di S. Cecilia a Decimo, di S. Stefano a Campi, di S. Giovanni Maggiore, e di S. Maria a Riocornacchiajo. (LAMI Mon. Eccl. Flor. T. IV) Che S. Maria Novella a quell'epoca fosse chiesa battesimale ne toglie ogni dubbiezza una pergamena originale, scritta nel luglio 1030 in luogo Novella giurisdizione fiorentina. Alludeva essa a una conferma di donazione o alienazione, che Ugo del fu Gherardo fece a favore di Ardimanno figlio del fu Guinizzo di servi e terreni situati nelle pievi di S. Leone a Rincine (S. Leolino in Conio) di S. Romolo a Corticcella (ora Gaville) e di S.
Maria Novella, luoghi tutti compresi nel contado fiorentino. (ARCH. DIPL. FIOR. Badia di Passignano) La ricca prebenda che godevano i pievani di S. Maria NoveIla passò bene spesso a impinguare le rendite di chi nulla faceva a sollievo di quei popolani. Fra i più distinti pievani commendatarj di S. Maria Novella in Chianti gioverà rammentare il cardinale Giovanni Colonna, amico e protettore del Petrarca, il quale successe al pievano Jacopo di Pazzino de’Pazzi, entrambi antecessori di quel Lotteringo pievano di S. Maria Novella, cui riferisce un sigillo illustrato dal Manni. (Sigilli Ant. T. X num. 8) La pieve di S. Maria Novella all’anno 1299 aveva sotto di sè le seguenti otto chiese; 1. S. Lorenzo alla Volpaja, esistente; 2. S. Cassiano (perduto); 3. S. Donato a Lamole, tuttora parrocchia; 4. S. Pietro a Buscialla, esistente; 5. S. Salvatore in Albola, esistente; 6. S. Andrea a Casole, esistente; 7. S. Martino a Monte Rinaldi (ora annesso a S. Pietro alle Stinche nel piviere di Panzano); 8.
S. Michele a Colle Petroso, esistente.
Alle sette parrocchie sufraganee della battesimale di S.
Maria Novella fu aggiunta quella di S. Pietro a Montemuro dopo la soppressione di questa badia di Camaldolensi.
Un'altra chiesa sotto il titolo di S. Michele alla Badia vecchia, oggi detta la Badiaccia, apparteneva al piviere medesimo prima che venisse aggregata dal pontefice Onorio III alla badia di S. Pietro a Montemuro. Nella quale Badia vecchia di S. Michele ebbe origine un secolo dopo (verso il 1314) la Congregazione dei Girolamini Agostiniani, fondata da fr. Bartolommeo di Bonone pistojse. Il quale, trovandosi in Siena fuoriuscito con altri compagni, divisò di ritirarsi dal mondo; e avendo ottenuto dai nobili di Monte Rinaldi il luogo di S. Michele di Monte Muro nel territorio d'Albola in Chianti, vi si recò, e fu costà dov’egli condusse per 25 anni vita eremitica, ricevendo fra i compagni di quel ritiro, nel 1320, Pietro Corsini di San Gimignano; nel 1324, Bernardo Lippi di Firenze; nel 1325 Paolo Bindi e Giovanni Daddi di Siena, Benedetto di Maestro Tedaldo di Firenze, Antonio Lapi di San Gimignano e più altri.
Dall'eremo della Badiaccia Bartolommeo di Bonone nel 1334, passò a edificare il convento delle Campora nel poggio di Colombaja presso Firenze, previa licenza del cardinale Orsini legato pontificio. (CARD. QUIRINI Cronaca delle Campora) – Vedere CAMPORA di COLOMBAJA.
La chiesa di S. Maria Novella sta restaurandosi dall'attuale pievano, che ha già fatto costruire dai fondamenti la torre pel campanile.
S. Maria Novella in Chianti conta 326 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 697.
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