CHIUSA, CHIUSE, CHIOSO, CHIOSI, CHIUSURA e CHIUSURE

Nomi che traggono tutti la loro radice dalla voce Clusa, o Clausa; la quale, presa sotto l'aspetto geografico, sino dai tempi longobardici significava una stretta profonda gola di monti, per cui si serra una Valle: come le Chiuse della Savoja e del Tirolo nelle Alpi; la Chiusa del Furlo nell'Appennino di Gubbio, la Chiusa o Chiuse lungo la Torrite Cava in Garfagnana; la Chiusa nella foce di Val di Marina fra la Caldana e Monte Morello, ec.
Politicamente presa la voce medesima, sino della stessa età longobarda equivaleva a termine di frontiera, a un passaggio custodito sul confine del regno ossia di qualche Marca, ad oggetto di sorvegliare l'ingresso e l'egresso dei passeggeri.
Di che ne fanno sufficiente prova le nuove leggi di Astolfo e di Rachi recentemente trovate dal ch. Carlo Troja in un codice del secolo X spettante all'antico monastero della Cava nel ducato di Benevento. La prima delle quali leggi di Rachi ordina alle guardie sui confini delle Marche di sorvegliare i nemici e gli esploratori, come pure fugaces exientes suscipere; sed nullus homo par eas (marcas) introire possit sine jussione aut epistola regis. Inoltre si ordinava al doganiere (Clusarius) di non lasciare escire per locos positos uomo alcuno senza segno o lettera del re, (vale a dire senza passaporto) volendo che s'interrogassero diligentemente i pellegrini per sapere, donde venivano, e a qual fine, dum ad ingrediendum venerint ad CLAUSAS NOSTRAS qui ad Romam ambulare disponunt.
Nella V legge del re Astolfo, in quello stesso codice riportata, si ordina di restaurare le Chiuse dirupate, e di porvi una guardia, ut nec nostri homines possint transire sine voluntate regis, neque extranei possint ingredere in patriam nostram.
Anche la legge IX dello stesso re Astolfo rammenta, le Chiuse del Regno rapporto alle guardie che avessero trascurato o permesso ai ladri di transire foris Clausas.
(PROGRESSO di NAPOLI, Fascicolo I anno 1832).
Ad imitazione dei re, i baroni longobardi adoprarono in seguito il termine Chiusa o Chiusura per esprimere una loro speciale bandita, un parco circondato da siepi o da alti ripari, un luogo in somma riservato all'uso dei padroni.
A quest'ultima classe appartiene la Chiusa del Casentino, da cui derivò il castello e distretto di Chiusi; la Chiusa di Vicarello e delle Parrane presso Colle Salvetti, la Chiusa o Chiusura Obertenga di Val di Chiana, quella di Rassinata sul Cerfone, il Chiusure di Val d'Ombrone senese, e forse il Chiosi e il Chioso di Lunigiana, ec.
Idrograficamente considerata la stessa appellazione di Chiusa equivale da lungo tempo siepe, steccato, argine, o altro riparo, come la Chiusa de'Monaci in Val di Chiana, ec. – Vedere CHIUSURA e CHIUSURE.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 707.