FIUME DI GATTAJA (S. FELTCITA AL) o S. FELICITA A GATTAJA
nella Val di Sieve.
– Chiesa filiale della pieve di S. Cassiano in Padule, con l’annesso di S. Martino al Pagliereccio, nella Comunità Giurisdizione e circa 4 miglia toscane a settentrione di Vicchio, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Questo luogo ha preso il nomignolo dalla rocca di Gattaja, e dal torrente omo nimo, altrimenti denominato il Coturno o il fiume Muccione. La sua chiesa parrocchiale risiede nel fianco meridionale dell’Appennino di Casaglia alla destra del torrente Muccione o Coturno, sotto le rovine della rocca di Gattaja.
Non e da confondersi cotes ta località del Fiume di Gattaja con quella del Castrum Flumen, castello donato nel secolo XI ai vescovi di Fiesole dai Longobardi del Mugello, e quindi confermato ai vescovi fiesolani dai pont. Pasquale II (anno 1103) e da Innocenzo II (anno 1134). Avvegnachè il Castel di Fiume era posto dal lato meridionale della Val di Sieve, nel piviere di S. Cresci in Val Cava, là dove esistono le macerie di un castelletto che diede il titolo alla parrocchia di S. Stefano al Fiume, dal vicino torrente Fistona. La qual cura di S. Stefano nei secoli posteriori fu ammensata a quella di S. Ansano a Monte Aceraja.
La rocca di Gattaja innalzata sopra una delle creste dell’Appennino era posseduta dai conti Guidi da Battifolle quando nel 1291, uno di que'dinasti, militando coi Fiorentini, venne costà ad oste contro Manfredi figlio del Conte Guido Novello per avere questi ribellato alla Rep. il vicino castello d'Ampinana. (G. VILLANI Cronic.
lib. VII. c. 150).
Gia a quella suddetta età la badia di S. Maria a Crespino, di cui i Conti Guidi erano commendatarj, possedeva beni in Gattaja, siccome rapporto al casale di Fiume vi tenevano podere e giurisdizione i vescovi di Firenze.
Avvegnachè, nel dì 15 giugno 1320, gli uomini di S.
Felicita in Fiume confessarono e riconobbero i termini dell’Alpe di Gattaja e i fitti delle terre e pascoli di detta Alpe, che dichiararono appartenere totalmente al vescovado di Firenze; e ciò due giorni dopo che quei popolani ebbero nominato un sindaco a comparire davanti al loro signore Antonio d'Orso vescovo fiorentino per ratificare in ogni parte la confinazione dell’Alpe medesima e la giurisdizione su di quella, come pure sul distretto della parrocchia di S. Felicita nel fiume Coturno.
Finalmente nel 12 giugno del 1321 i popolani di S.
Felicita nel fiume di Coturno giurarono fedeltà al procuratore del vescovo Antonio stando nel poggio di Castel Potente, che dichiararono essere anche questo un castelluccio della mensa vescovile di Firenze. (LAMI, Mon.Eccl. Flor.) La parrocchia di S. Felicita al fiume di Gattaja nel 1833 contava 544 abitanti.
Questo luogo ha preso il nomignolo dalla rocca di Gattaja, e dal torrente omo nimo, altrimenti denominato il Coturno o il fiume Muccione. La sua chiesa parrocchiale risiede nel fianco meridionale dell’Appennino di Casaglia alla destra del torrente Muccione o Coturno, sotto le rovine della rocca di Gattaja.
Non e da confondersi cotes ta località del Fiume di Gattaja con quella del Castrum Flumen, castello donato nel secolo XI ai vescovi di Fiesole dai Longobardi del Mugello, e quindi confermato ai vescovi fiesolani dai pont. Pasquale II (anno 1103) e da Innocenzo II (anno 1134). Avvegnachè il Castel di Fiume era posto dal lato meridionale della Val di Sieve, nel piviere di S. Cresci in Val Cava, là dove esistono le macerie di un castelletto che diede il titolo alla parrocchia di S. Stefano al Fiume, dal vicino torrente Fistona. La qual cura di S. Stefano nei secoli posteriori fu ammensata a quella di S. Ansano a Monte Aceraja.
La rocca di Gattaja innalzata sopra una delle creste dell’Appennino era posseduta dai conti Guidi da Battifolle quando nel 1291, uno di que'dinasti, militando coi Fiorentini, venne costà ad oste contro Manfredi figlio del Conte Guido Novello per avere questi ribellato alla Rep. il vicino castello d'Ampinana. (G. VILLANI Cronic.
lib. VII. c. 150).
Gia a quella suddetta età la badia di S. Maria a Crespino, di cui i Conti Guidi erano commendatarj, possedeva beni in Gattaja, siccome rapporto al casale di Fiume vi tenevano podere e giurisdizione i vescovi di Firenze.
Avvegnachè, nel dì 15 giugno 1320, gli uomini di S.
Felicita in Fiume confessarono e riconobbero i termini dell’Alpe di Gattaja e i fitti delle terre e pascoli di detta Alpe, che dichiararono appartenere totalmente al vescovado di Firenze; e ciò due giorni dopo che quei popolani ebbero nominato un sindaco a comparire davanti al loro signore Antonio d'Orso vescovo fiorentino per ratificare in ogni parte la confinazione dell’Alpe medesima e la giurisdizione su di quella, come pure sul distretto della parrocchia di S. Felicita nel fiume Coturno.
Finalmente nel 12 giugno del 1321 i popolani di S.
Felicita nel fiume di Coturno giurarono fedeltà al procuratore del vescovo Antonio stando nel poggio di Castel Potente, che dichiararono essere anche questo un castelluccio della mensa vescovile di Firenze. (LAMI, Mon.Eccl. Flor.) La parrocchia di S. Felicita al fiume di Gattaja nel 1833 contava 544 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 297.
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