GABBRO (MONTE)
in Val d’Elsa.
– Castellare che ebbe il nome da un poggio dove fu una chiesa parrocchiale, attualmente in rovina, nella pieve di S. Maria a Conèo, Comunità Giurisdizione Diocesi e quasi 4 miglia toscane a ponente di Colle, Compartimento di Siena.
È situato presso la strada Regia volterrana, che passa a settentrione di Monte Gabbro, poco lungi dalla villa di Pulicciano, e dell’antico castello di Picchena.
Il castello e distretto di Monte Gabbro fu concesso dall’imp. Arrigo VI al vescovo di Volterra lldebrando Pannocchieschi, dai successori del quale passò nella potente famiglia Belforti, stata per lunga età signora di Monte Gabbro. Anche la chiesa prepositura di San Gimignano possedeva beni nella corte di Monte Gabbro, confermati a quel preposto dal pont. Onorio III con bolla del 3 agosto 1220.
La natura del terreno però non corrisponde al nome di Gabbro che porta questa collina, quantunque poco lungi di là si trovino rocce ofiolitiche. Avvegnachè il Monte Gabbro trovasi coperto da un tufo arenario ripieno di conchiglie fossili marine, e precipuamente di grandi terebratule, di balani, di came, di pettini, di spondili, di echini rosacei, di coralliti ec.
L’antica chiesa, della quale attualmente non esiste che un avanzo di navata, rovinò in parte per una smotta di quel terreno.
In prossimità di un terzo di miglio toscano, a levante dei ruderi di Monte Gabbro, trovasi un masso di calcaria marnosa che ha una naturale perforazione internamente cavernosa, la quale al mutare dei tempi tramanda un risentito soffio di vento, detto perciò il buco del vento.
È situato presso la strada Regia volterrana, che passa a settentrione di Monte Gabbro, poco lungi dalla villa di Pulicciano, e dell’antico castello di Picchena.
Il castello e distretto di Monte Gabbro fu concesso dall’imp. Arrigo VI al vescovo di Volterra lldebrando Pannocchieschi, dai successori del quale passò nella potente famiglia Belforti, stata per lunga età signora di Monte Gabbro. Anche la chiesa prepositura di San Gimignano possedeva beni nella corte di Monte Gabbro, confermati a quel preposto dal pont. Onorio III con bolla del 3 agosto 1220.
La natura del terreno però non corrisponde al nome di Gabbro che porta questa collina, quantunque poco lungi di là si trovino rocce ofiolitiche. Avvegnachè il Monte Gabbro trovasi coperto da un tufo arenario ripieno di conchiglie fossili marine, e precipuamente di grandi terebratule, di balani, di came, di pettini, di spondili, di echini rosacei, di coralliti ec.
L’antica chiesa, della quale attualmente non esiste che un avanzo di navata, rovinò in parte per una smotta di quel terreno.
In prossimità di un terzo di miglio toscano, a levante dei ruderi di Monte Gabbro, trovasi un masso di calcaria marnosa che ha una naturale perforazione internamente cavernosa, la quale al mutare dei tempi tramanda un risentito soffio di vento, detto perciò il buco del vento.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 368.
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