GALIGNANO

(Galinianum) nel suburbio a libeccio di Siena nella Valle dell’Arbia.

– Villa, già comunello con eremo, poi chiesa parrocchiale (S. Maria a Galignano) ora annesso alla pieve de’ SS. Giusto e Clemente a Casciano nella Comunità delle Masse di Città, Giurisdizione, Diocesi e Compartimento di Siena, da cui è circa due miglia toscane a libeccio.
Risiede sopra la collina crestosa di Agostoli presso la Costa ai Fabbri alla destra della strada Regia grossetana, fra i torrenti Tressa e Sorra .
Sino dall’anno 1324 in Galignano fu edificato un piccolo eremo nei possessi che furono di Vannuccio del fu Andreolo cittadino senese, da esso lui donati ai Camaldolensi con suo testamento del 24 ottobre 1324; e già nel 30 ottobre dello stesso anno trovasi fatta l’elezione del priore dei nuovi eremiti, comecchè essi non abitassero lungo tempo a Galignano, per essersi riuniti ai Camaldolensi del mon. di S. Mustiola all’Arco, poi della Rosa alle porte di Siena.
Qualche tempo dopo tale riunione la chiesa di Galignano cambiò l’antico titolare in quello di S. Andrea, attualmente cappella di S. Andreino a Galignano.
La famiglia Montepulcianese Fortini già proprietaria della prossima villa denominata la Monaca, fece collocare nell’altare della chiesa di Galignano un vago quadretto dipinto da Ventura Salimbeni.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 381.