GORA DI GORA, ossia GORA D’OMBRONCELLO

nel suburbio settentrionale di Pistoja.

– Fra le diverse Gore che attraversano la pianura suburbana a settentrione di Pistoja, la maggiore di tutte è quella che diede il nome a un comunello, e che porta il distintivo di Gora di Gora , o di Gora di Ombroncello. Essa prende le acque da una steccaja alla coscia sinistra del Ponte Asinatico, quasi 2 miglia toscane a settentrione di Pistoja dirimpetto alla villa e alla collina di Bellosguardo, di dove si dirige all’antico edifizio della rameria acquistato sotto il Granduca Francesco II, riedificato nel 1752 in più vasta dimensione e ridotto ad uso di ferriera con cilindro per filiera.
Presso quest’edifizio la Gora di Gora si divide in due rami, il maggiore dei quali prosegue il corso al di là della fabbrica suddetta fra la ripa sinistra dell’Ombrone e lo stradone della Porta al Borgo, ossia la via regia modenese, mentre il suo ramo minore, appellato la Goricina di Capo di Strada, attraversa lo stradone medesimo, lungo il quale costeggia dal lato di levante rasentando il fabbricato dove fu lo spedale di S. Lucia di Burgianico, presso cui la Goricina si accoppia alla Gora di Scornio che proviene dal fiumicello Brana. – Vedere GORA DI SCORNIO.
Il ramo maggiore della Gora di Gora, o di Ombroncello, si avanza dalla Filiera verso Pistoja mettendo in moto le macine di 11 mulini, oltre l’efflusso continuo di nove fori di privilegio. Strada facendo essa passa di mezzo al podere denominato tuttora di S. Michele in Gora dall’antico monastero e chiesa omonima, della quale chiesa restano indizii nella vicina casa colonica. Quindi per la via detta de’Mulini la Gora di Gora si avvicina alle mura di Pistoja, nella quale città s’introduce sotto il bastione di Porta al Borgo dirimpetto al convento di S.
Francesco; e di là, traversandola in linea diagonale lungo le strade o sotto le case, va finalmente a riunirsi alle Gore di Scornio e di Candeglia dopo aver provvisto al servizio di molti edifizii e officine, nel tempo medesimo che una porzione delle loro acque dirigesi per varii fori di privilegio agli stabilimenti pubblici, ai palazzi, o giardini privati. – Le Gore riunite escono dalle mura orientali di Pistoja presso la cittadella, dove mettono in moto le macine di un mulino innanzi di vuotarsi nel fiumicello Brana. –Vedere PORTA AL BORGO, Comunità.
Quale direzione sino dal secolo XIII avesse la Gora di Ombroncello dentro la stessa città lo manifestano fra le altre le pergamene dell’antichissimo mon. di S.
Bartolommeo di Pistoja, e specialmente una riguardante la deliberazione presa nel 1294 dal consiglio generale di detta città, con cui si ordinava: che ciascun proprietario di case sopra il fiume della Gora, ed i tintori e quojai che tenevano lungh’essa le loro officine fossero tenuti, almeno una volta l’anno, a far cavare la melletta e i sassi da detta Gora, acciocchè l’acqua potesse scorrere libera nel suo letto, proibendo a ciascun quojaio di metter tanti cuoj nel prenominato canale della Gora o di farvi alcuna chiusa di legno o di pietre, dai quali ostacoli derivar potesse il trabocco delle acque della Gora a rischio di vederle scorrere per le strade.
Nel 16 maggio del 1295 gli operai del mon. predetto di S.
Bartolommeo fecero istanza a Mainetto degli Scali potestà di Pistoja, acciocchè a tenore degli statuti della città facesse giustizia, coll’impedire, che restasse turbato il possesso che aveva quel mon. sopra le acque della Gora del’ Ombroncello. La qual Gora (s’aggiunge) corre per la città di Pistoja dalla chiesa di S. Francesco fino al mulino di proprietà dello stesso monastero. Tuttociò si reclamava dagli operai per essere stato incominciato un acquidotto, il quale era per prendere a deviare ad altro uso una parte delle acque della Gora d’Ombroncello. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Monastero di S.
Bartolommeo di Pistoja).
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 468.