GORA DI OGNISSANTI ALLA PORTICCIOLA DI FIRENZE, ossia FOSSO MACINANTE
– Questa Gora, che ha lasciato il suo nome a una strada posta fra le mura della città di Firenze, la piazzetta della Porticciuola, e il borgo di Ognissanti, ci rammenta quel Fosso Bandito o Fosso Macinate dell’Isola delle RR. cascine già descritto al suo articolo, dove si annunziò, che nei secoli XIV e XV egli serviva di Gora alle lavorazioni della lana dei Frati Umiliati del vicino convento di Ognisanti. – In prova di che quì solamente aggiungerò la notizia del primo acquisto fatto dai Frati Umiliati di un terreno con casa annessa rasente questa sino d’allora esistente Gora.
È un istrumento del 30 maggio 1250, rogato nel monastero di S. Salvadore a Vajano nel distretto di Prato, col quale Jacopo di Mainero Tornaquinci giudice e cittadino fiorentino, ed i figli suoi Follerio e Lottieri venderono a fra Ruffino dell’Ordine dei Frati Umiliati, priore del convento di S. Donato a Torri un appezzamento di terra con casa situato quasi appresso (prope vel quasi prope) la città di Firenze. La qual casa e terreno confinavano, a I°. con la via pubblica; a 2°. Con la terra che fu d’Iacopo Altogradi, e allora della chiesa di S. Lucia mediante la fossa a comune; a 3°. Con i beni della chiesa e canonica di S. Paolo e di Uguccione Pratacozzi, divisi da una fossa a comune; e dal 4°. lato, che corrispondeva verso il fiume Arno, con la via quae tendit per Insulam dicti fluminis Arni; con quella via cioè, che dopo l’ingrandimento e la costruzione del terzo ed attuale cerchio della città prese il nome di Via Gora. – (TIRABOSCHI, Monum. Veter. Fr. Umiliat. T.I. pag. 230 e seg.) – Vedere FOSSO BANDITO, o MACINANTE dell’Isola delle RR. Cascine.
È un istrumento del 30 maggio 1250, rogato nel monastero di S. Salvadore a Vajano nel distretto di Prato, col quale Jacopo di Mainero Tornaquinci giudice e cittadino fiorentino, ed i figli suoi Follerio e Lottieri venderono a fra Ruffino dell’Ordine dei Frati Umiliati, priore del convento di S. Donato a Torri un appezzamento di terra con casa situato quasi appresso (prope vel quasi prope) la città di Firenze. La qual casa e terreno confinavano, a I°. con la via pubblica; a 2°. Con la terra che fu d’Iacopo Altogradi, e allora della chiesa di S. Lucia mediante la fossa a comune; a 3°. Con i beni della chiesa e canonica di S. Paolo e di Uguccione Pratacozzi, divisi da una fossa a comune; e dal 4°. lato, che corrispondeva verso il fiume Arno, con la via quae tendit per Insulam dicti fluminis Arni; con quella via cioè, che dopo l’ingrandimento e la costruzione del terzo ed attuale cerchio della città prese il nome di Via Gora. – (TIRABOSCHI, Monum. Veter. Fr. Umiliat. T.I. pag. 230 e seg.) – Vedere FOSSO BANDITO, o MACINANTE dell’Isola delle RR. Cascine.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 469.
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