INCASTRO, o LONCASTRO (S. GAUDENZIO ALL’, o A)

in Val di Sieve.

– Casale e parrocchia dove fu una piccola badia nel pieviere di S. Cassiano in Padule nella Comunità Giurisdizione e quasi due miglia toscane a settentrione di Vicchio, Diocesi e Compartimento di Firenze. – Risiede su di un risalto di poggio che forma parte dello sprone dell’appennino di Belforte fra i torrenti Arsella e Muccione.
Innanzi che la chiesa abaziale dell’Incastro divenisse padronato dei conti Guidi, confermata loro dagl’imperatori Arrigo VI e Federigo II, il castelluccio dell’Incastro dipendeva dai vescovi di Firenze, alla cui mensa appartiene tuttora la collazione di quella cura.
Derivò in parte ciò da una permuta di beni fatta fra l’abate monaci di Loncastro ed il vescovo Gottifredo per contratto dei 25 aprile 1131. Dopo quest’epoca gli uomini della parrocchia d’Incastro giurarono di prestare obbidienza di vassallaggio al potestà che eleggevasi dal vescoo di Firenze per esercitare l’ufizio di giusdicente minore sopra i castelli e popolazioni di S. Cresci in Valcava, e di Loncastro .
Li 13 aprile 1286 assistè al sinodo di Firenze il rettore della chiesa di S. Gaudenzio all’Incastro, la cui parrocchia nel 1833 contava 118 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 575.