LAGO DI PIETRA, o DELLA BRUNA

nella Maremma grossetana.

– Fu questo un Lago artificiale di molta spesa e di corta durata fabbricato nel vallone superiore della Bruna fra i monti di Perolla, il Lago dell’Accesa, ed il distretto settentrionale di Gavorrano. Fu denominato Lago di Pietra , forse perchè situato dentro i confini territoriali del distrutto Castello di Pietra , già sede di Nello marito della Pia. Gli avanzi del gran muraglione, sui quali tuttora si passeggia, incontransi lungo la fiumana Bruna, circa 3 miglia toscane a settentrione-grecale di Giuncarico, nel luogo appellato il Mulino del Muro .
Fu proposto e deliberato dal Comune di Siena un cotanto ardito lavoro non già nell’anno 1489, come fu scritto dai cronisti senesi, ma sivvero nell’anno 1469, mentre era architetto di quel Comune Francesco di Giorgio di Martino cittadino senese, allievo del sommo Brunellesco e maestro che fu dell’esimio Baldassarre Peruzzi.
Mercè le indagini fatte nell’archivio diplomatico di Siena dall’erudito Prof. Ettore Romagnoli, si è venuto a conoscere, che all’architetto Francesco di Giorgio fù affidato l’incarico di disegnare la gran muraglia del Lago di Pietra, ma che quel bell’ingegno non assistè all’esecuzione dell’opera. Al qual muramento, computato 6000 canne di lavoro al prezzo di lire sei la canna, fu posta mano poco tempo dopo, precedendo il taglio delle folte selve che rivestivano quei deserti. Fu scelta pertanto un’apposita insenatura o forra di poggi per attraversarla con un lungo grossissimo ed elevato muraglione che potesse raccogliere e tenere in collo tanta copia di acqua dei torrenti tributarii del fiume sopraindicato; e tutto ciò ad oggetto di poter fornire in tutti i tempi alla città di Siena gran copia di pesce. Il prelodato Romagnoli tenendo dietro a tali ricerche, trovò nell’archivio suddetto, al Vol. VIII Ragioni rivedute, sotto l’anno 1473 notato, che il muramento del Lago artificiale progrediva sotto l’ispezione di Antonio di Matteo Pizzicajolo operajo del muramento del Lago, e che l’impresario del lavoro era un mastro Adamo di mastro Domenico da S. Vito Lombardo, cui era stata pagata dal Comune di Siena in due acconti la somma di lire 10,800. – Quindi Pietro dell’Abaco calcolatore della Repubblica fu incaricato di misurare il muraglione fatto per il nuovo Lago, che fu calcolato canne 3772. Rapporto alle spese della calcina, dei materiali, e degli arnesi serviti per quel muramento, esse ammontarono a lire 28,193.13.4.
Negli archivi di Siena non si trova più rammentato il Lago di Pietra , o della Bruna, se non all’anno 1476, allorchè i governanti di quella città, sotto di 25 luglio di detto anno, ordinarono che diversi maestri dell’arte andassero a visitare il Lago della Bruna; e finalmente nel dicembre del 1492 scrissero lettere pressantissime al loro architetto Francesco di Giorgio di Martino che trovavasi a Napoli, richiamandolo sollecitamente a Siena, e prevenendolo, che il muro del Lago della Bruna minacciava fortemente di rovinare.
Infatti pochi mesi dopo la gran muraglia cedè alla immensa pinta del gran volume di acque ivi raccolte, dove dovevano essere trasportati 120,000 libbre di pesci dal Lago di Perugia.
Racconta il cronista Allegretti nel suo diario sanese: come il I gennajo dell’anno 1493 arrivò novella, qualmente il Lago di Maremma , nel quale non si era anco cominciato a pescare, aveva cacciato in terra il muro, e allagato molto paese, e morto uomini e bestiame; e che questo era accaduto per difetto di chi l’aveva fatto. (MURAT. Script.
R. Italic. T. XXIII)
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 619.