LECORE (S. MARIA A), altrimenti detta

in CAFAGGIO, nella Valle dell'Ombrone pistojese.

– A questo luogo di Lecore appella specialmente una carta pistojese dell’agosto 994 pubblicata dal Zaccaria. Essa appella all’acquisto fatto da Antonio Vescovo di Pistoja di alcuni beni posti nei pivieri di S. Giusto a Piazzanese e di S. Paolo a Petrici (ora ai Narnali) con una casa colonica, il tutto situato fra i nominati pivieri, in luogo detto Lecore.
La chiesa di S. Maria a Lecore era di giuspadronato dell'ospedale della Misericordia di Prato, quando Pier Francesco Ricci preposto di quella collegiata, nel dì 5 febbrajo 1563, abitando in Firenze dettò il suo testamento dopo essere stato autorizzato dal pontefice a disporre dei suoi benefizi; i quali gli rendevano l'annua somma di sei mila ducati d'oro di Camera. Dondechè, previo il dato consenso del rettore e degli operai dello spedale prenominato, come patroni della chiesa di S. Maria a Lecore diocesi di Pistoja, con quell’atto di sua ultima volontà il Ricci nominò in rettore della chiesa stessa di Lecore il maestro dei chierici della prepositura di S.
Stefano di Prato. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte degli spedali di Prato).
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 671.