LICCIANA
in Val di Magra.
– Castello capoluogo di Comunità, che diede il nome a un feudo imperiale, con parrocchia prepositura, e vicariato ecclesiastico (S.
Giacomo) nella Giurisdizione e circa 4 miglia a grecale di Aulla, Diocesi di Massa ducale, già di Luni-Sarzana, Ducato di Modena.
Siede sopra il fianco dell'Appennino di Varano, ossia dell'Alpe di Linari, presso la ripa destra del torrente Tavarone, e quasi di fronte al poggio su cui posa il castello di Bastia, lungo una via mulattiera comunale, per la quale dall'Aulla rimontando il Tavarone si sale il giogo dell'Apennino prenominato.
Fu Licciana un marchesato dei Malaspina di Villafranca, che costituiva insieme con Panicale un piccolo feudo all’occasione che, nel 1481, cinque fratelli nati da Giovanni Spinetta Marchese di Villafranca si divisero il retaggio, e divennero autori dei marchesati di Bastia, di Licciana, di Suvero , di Podenzana e di Terrarossa . – Allora Licciana, Panicale ed altre villate essendo toccate a Jacopo uno dei 5 figli di Giovanni Spinetta, questi nel 1549 ottenne un diploma d'investitura del suo feudo dall'Imperatore Ferdinando I. Nel 1573 successero al marchese Jacopo i di lui figli, cioè Cornelio, che non ebbe prole mascolina, e Alfonso, che lasciò il marchesato di Licciana al di lui figlio per nome Obizzo.
Frattanto il marchese Giulio Cesare Malaspina in proprio nome e del Marchese Orazio suo fratello, nel 1620, offriva al Granduca Cosimo II ed ai successori nel Granducato di Toscana, salvo il beneplacito Cesareo, il marchesato e territorio di Licciana appena gli fosse pervenuto dopo la morte del marchese Obizzo senza prole. La quale offerta fu ratificata dal marchese Orazio, e quindi dai due fratelli nel 1625 confermata al Granduca Ferdinando II, salvo sempre l'assenso dell'Imperatore.
Per altro tali disposizioni non ebbero effetto, avvegnachè il marchese Obizzo di Licciana, lasciò il marchesato a Jacopo II di lui figlio. Questi ebbe da Bianca Rangoni sua moglie un Obizzo II, che alla morte del padre (anno 1660) successe nel marchesato di Licciana; e quindi, nel 1704, il nato da quei coniugi, Jacopo Antonio. Questi ebbe, e quindi nel 1746 lasciò il feudo a tre figli; l'ultimo dei quali, Ignazio, nel 1778 subentrò ai morti fratelli nel dominio del marchesato, e con esso lui si estinse la linea di quei Malaspina.
Attualmente Licciana con il suo territorio comunale fa parte del dominio Estense in Lunigiana.
Le produzioni rurali di questa comunità consistono massimamente nella raccolta de'castagni, di segale e di pochi altri cereali. Assai ristretto è il prodotto della vite, che raramente giunge a perfetta maturità; in minor dose è il raccolto dell’olio, come anche vi scarseggia il gelso. La pecuaria, che dovrebb'essere l'industria maggiore di quegli alpigiani, fu già da altri avvertito esservi costà trascurata. – Vedere CALENDARIO LUNESE.
Il parroco della prepositura di Licciana abbraccia nel suo vicariato ecclesiastico, oltre le chiese della comunità di Licciana quelle di Varano e di Apella. – Risiede in Licciana un sindaco capo della comunità, un giudice minore dipendente dal tribunale di prima istanza dell'Aulla. Il tribunale di appello è a Massa ducale; il delegato della Lunigiana Estense ha stanza comunemente a Fosdinovo.
POPOLAZIONE della Comunità di LICCIANA nell’anno - nome del luogo: LICCIANA, titolo della chiesa: S.
Giacomo (Prepositura), abitanti anno 1832 n° 450 - nome del luogo: Pieve di Monti, titolo della chiesa: Assunzione di maria (Pieve), abitanti anno 1832 n° 635 - nome del luogo: Panicale, titolo della chiesa: S. Biagio (Rettoria), abitanti anno 1832 n° 384 - nome del luogo: Ponte Bosio, titolo della chiesa: S.
Giacomo (Rettoria), abitanti anno 1832 n° 124 - nome del luogo: Bastia, titolo della chiesa: S. Giacomo (Rettoria), abitanti anno 1832 n° 195 - nome del luogo: Cisigliana, titolo della chiesa: S.
Lorenzo (Rettoria), abitanti anno 1832 n° 184 - Totale abitanti anno 1832 n° 1972
Giacomo) nella Giurisdizione e circa 4 miglia a grecale di Aulla, Diocesi di Massa ducale, già di Luni-Sarzana, Ducato di Modena.
Siede sopra il fianco dell'Appennino di Varano, ossia dell'Alpe di Linari, presso la ripa destra del torrente Tavarone, e quasi di fronte al poggio su cui posa il castello di Bastia, lungo una via mulattiera comunale, per la quale dall'Aulla rimontando il Tavarone si sale il giogo dell'Apennino prenominato.
Fu Licciana un marchesato dei Malaspina di Villafranca, che costituiva insieme con Panicale un piccolo feudo all’occasione che, nel 1481, cinque fratelli nati da Giovanni Spinetta Marchese di Villafranca si divisero il retaggio, e divennero autori dei marchesati di Bastia, di Licciana, di Suvero , di Podenzana e di Terrarossa . – Allora Licciana, Panicale ed altre villate essendo toccate a Jacopo uno dei 5 figli di Giovanni Spinetta, questi nel 1549 ottenne un diploma d'investitura del suo feudo dall'Imperatore Ferdinando I. Nel 1573 successero al marchese Jacopo i di lui figli, cioè Cornelio, che non ebbe prole mascolina, e Alfonso, che lasciò il marchesato di Licciana al di lui figlio per nome Obizzo.
Frattanto il marchese Giulio Cesare Malaspina in proprio nome e del Marchese Orazio suo fratello, nel 1620, offriva al Granduca Cosimo II ed ai successori nel Granducato di Toscana, salvo il beneplacito Cesareo, il marchesato e territorio di Licciana appena gli fosse pervenuto dopo la morte del marchese Obizzo senza prole. La quale offerta fu ratificata dal marchese Orazio, e quindi dai due fratelli nel 1625 confermata al Granduca Ferdinando II, salvo sempre l'assenso dell'Imperatore.
Per altro tali disposizioni non ebbero effetto, avvegnachè il marchese Obizzo di Licciana, lasciò il marchesato a Jacopo II di lui figlio. Questi ebbe da Bianca Rangoni sua moglie un Obizzo II, che alla morte del padre (anno 1660) successe nel marchesato di Licciana; e quindi, nel 1704, il nato da quei coniugi, Jacopo Antonio. Questi ebbe, e quindi nel 1746 lasciò il feudo a tre figli; l'ultimo dei quali, Ignazio, nel 1778 subentrò ai morti fratelli nel dominio del marchesato, e con esso lui si estinse la linea di quei Malaspina.
Attualmente Licciana con il suo territorio comunale fa parte del dominio Estense in Lunigiana.
Le produzioni rurali di questa comunità consistono massimamente nella raccolta de'castagni, di segale e di pochi altri cereali. Assai ristretto è il prodotto della vite, che raramente giunge a perfetta maturità; in minor dose è il raccolto dell’olio, come anche vi scarseggia il gelso. La pecuaria, che dovrebb'essere l'industria maggiore di quegli alpigiani, fu già da altri avvertito esservi costà trascurata. – Vedere CALENDARIO LUNESE.
Il parroco della prepositura di Licciana abbraccia nel suo vicariato ecclesiastico, oltre le chiese della comunità di Licciana quelle di Varano e di Apella. – Risiede in Licciana un sindaco capo della comunità, un giudice minore dipendente dal tribunale di prima istanza dell'Aulla. Il tribunale di appello è a Massa ducale; il delegato della Lunigiana Estense ha stanza comunemente a Fosdinovo.
POPOLAZIONE della Comunità di LICCIANA nell’anno - nome del luogo: LICCIANA, titolo della chiesa: S.
Giacomo (Prepositura), abitanti anno 1832 n° 450 - nome del luogo: Pieve di Monti, titolo della chiesa: Assunzione di maria (Pieve), abitanti anno 1832 n° 635 - nome del luogo: Panicale, titolo della chiesa: S. Biagio (Rettoria), abitanti anno 1832 n° 384 - nome del luogo: Ponte Bosio, titolo della chiesa: S.
Giacomo (Rettoria), abitanti anno 1832 n° 124 - nome del luogo: Bastia, titolo della chiesa: S. Giacomo (Rettoria), abitanti anno 1832 n° 195 - nome del luogo: Cisigliana, titolo della chiesa: S.
Lorenzo (Rettoria), abitanti anno 1832 n° 184 - Totale abitanti anno 1832 n° 1972
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 693.
We can't find the internet
Attempting to reconnect
Something went wrong!
Hang in there while we get back on track