LUCIGNANELLO, o LUCIGNANO DEL CHIANTI, altrimenti detto LUCIGNANO DELLA BERARDENGA
in Val d’Arbia.
– Casale che ebbe nome di castello da una vicina casa-torrita; dal quale presero anche il titolo due chiesa parrocchie ora riunite (S. Cristina e S. Cristifano) nel piviere di S. Marcellino, Comunità e circa 6 miglia toscane a ostro di Gajole, Giurisdizione di Radda, Diocesi di Arezzo, Compartimento di Siena.
Risiede sulla cresta de’monti che dividono il Chianti dalla contrada della Berardenga, fra S. Giusto alle Monache e S. Marcellino, scorrendole a ponente l’Arbia, a levante l’Ombrone. – È quel Lucignano, che nella pace del 1176 fu ceduto dai Sanesi ai Fiorentini con altri luoghi del Chianti alto; quello stesso che fu delineato lungo il confine fra il territorio di Siena e quello di Firenze, dagli arbitri con lodo dato in Poggibonsi nel 1203. – Avvegnachè leggonsi ivi indicati, fra gli altri luoghi sul confine del Chianti, i seguenti: Montyemlucum de Lecchia, Licignanum, villam de Larginino, Cacchianum, Monte-Castellum, Torricellam, Brolio, Ecclesiam et villam S. Justi ad Rentennanum, etc. E più sotto si ripete: Item (Senenses) dabunt Florentinis tenutam, et possessionem corporalem de Liciniano et ejus casa-turris expeditam con quel che segue. Dall’ultime parole pertanto si viene a conoscere, che al secolo XIV in cotesto Lucignano esisteva una torre annessa a qualche casa padronale; lo che equivarrebbe ad un castello signorile designato sotto il nomignolo di casa-torre, o casa-torrita.
In questa contrada di Lucignano ebbero podere i monaci Vallombrosanidi Coltibuono ed i Camaldolensi della Badia Berardenga. Infatti all’abate di quest’ultima, nell’anno 1097, i figli del conte Bulgarello promisero di no recar molestia per i possessi che quel monastero teneva nelle corti di Brolio, di Lucignano e di Campi.
Era pure di padronato della stessa badia della chiesa di S.
Cristina di Lucignano, poiché Guido abate di quella col consenso di Pietro vescovo di Arezzo sino dal secol XI l’aveva ceduta alle monache di Rentennano.
Nell’archivio della stessa badia Berardenga esisteva una convenzione, fatta l’anno 1154 fra Nicola Abate di quel Monastero e Aliarda badessa di S. Giusto a Rentennano, colla quale promettevansi reciprocamente di tenere ambedue in comune la chiesa di S. Cristina a Lucignano, a condizione che la badessa di Rentennano pagasse ai monaci della Berardenga l’annuo censo di 18 denari lucchesi. Quindi è che la Chiesa di S. Cristina in Lucignano Beradengo trovasi confermata alla badia prenominata con bolla del Pontefice Urbano III, data in Verona li 15 marzo del 1185. (ANNAL. CAMALD.) Per ciò che spetta ai possessi in Lucignanello di pertinenza della badia di Coltibuono, lo attesta fra gli altri un istrumento del maggio, anno 1111, fatto in Licignano, giudiciaria florentina. Riguarda esso la donazione di un pezzo di bosco fatta al monastero di Coltibuono da donna Odierna figlia del fu Ridolfo, e vedova di Federigo di nazione longobarda; la qual donna era pasta alle seconde nozze con Uberto del fu Ranieri di nazione salica.
(ARCHIVIO DIPLOMATICO FIORENTINO, Carte della Badia di Coltibuono.) Nel tempo che giravano per la Toscana i giudici incaricati dalla contessa Matilde di render giustizia, uno di costoro avente il titolo di visconte, probabilmente della contessa medesima, nel luglio del 1103, sedendo in tribunale prope castro de Lucignano juxta ecclesiam S. Christinae, proferì la sentenza a favore dell’abazia di Coltibuono per beni statile donati da Ugo figlio del nobile Azzo e da Adelagia di lui madre. – (CAMICI, Dei March. e duchi di Toscana T. III.) Forse fu questo il Lucignano di Val d’Ambra, di cui fece menzione Giovanni Villani all’anno 1339, allorchè scrisse, che, a dì 6 novembre di detto anno a Lucignano di Val d’Ambra i Fio rentini fecero lega e compagnia co’Perugini per mezzo del vescovo di Firenze e di altri ambasciatori di Perugia. In conseguenza del qual trattato i Perugini rinunziarono ai Fiorentini ogni ragione sopra la città di Arezzo, mentre questi rilasciarono ai primi Lucignano d’Arezzo , il Monte a San Savino e altre castella di quel contado. (G. VILLANI, Cronac. Lib. XI.) La parrocchia di S. Cristofano a Lucignano con decreto del vescovo d’Arezzo, in data del 22 settembre 1784, fu incorporata in parte al popolo di S. Marcellino in Chianti, mentre pel restante restò unita a quella di S. Cristina a Lucignano, detta anche in Rentennano da vicino soppresso monastero che ne godeva il padronato.
La parrocchia de’SS. Cristina e Cristofano a Lucignano nel 1833 contava 185 abitanti.
Risiede sulla cresta de’monti che dividono il Chianti dalla contrada della Berardenga, fra S. Giusto alle Monache e S. Marcellino, scorrendole a ponente l’Arbia, a levante l’Ombrone. – È quel Lucignano, che nella pace del 1176 fu ceduto dai Sanesi ai Fiorentini con altri luoghi del Chianti alto; quello stesso che fu delineato lungo il confine fra il territorio di Siena e quello di Firenze, dagli arbitri con lodo dato in Poggibonsi nel 1203. – Avvegnachè leggonsi ivi indicati, fra gli altri luoghi sul confine del Chianti, i seguenti: Montyemlucum de Lecchia, Licignanum, villam de Larginino, Cacchianum, Monte-Castellum, Torricellam, Brolio, Ecclesiam et villam S. Justi ad Rentennanum, etc. E più sotto si ripete: Item (Senenses) dabunt Florentinis tenutam, et possessionem corporalem de Liciniano et ejus casa-turris expeditam con quel che segue. Dall’ultime parole pertanto si viene a conoscere, che al secolo XIV in cotesto Lucignano esisteva una torre annessa a qualche casa padronale; lo che equivarrebbe ad un castello signorile designato sotto il nomignolo di casa-torre, o casa-torrita.
In questa contrada di Lucignano ebbero podere i monaci Vallombrosanidi Coltibuono ed i Camaldolensi della Badia Berardenga. Infatti all’abate di quest’ultima, nell’anno 1097, i figli del conte Bulgarello promisero di no recar molestia per i possessi che quel monastero teneva nelle corti di Brolio, di Lucignano e di Campi.
Era pure di padronato della stessa badia della chiesa di S.
Cristina di Lucignano, poiché Guido abate di quella col consenso di Pietro vescovo di Arezzo sino dal secol XI l’aveva ceduta alle monache di Rentennano.
Nell’archivio della stessa badia Berardenga esisteva una convenzione, fatta l’anno 1154 fra Nicola Abate di quel Monastero e Aliarda badessa di S. Giusto a Rentennano, colla quale promettevansi reciprocamente di tenere ambedue in comune la chiesa di S. Cristina a Lucignano, a condizione che la badessa di Rentennano pagasse ai monaci della Berardenga l’annuo censo di 18 denari lucchesi. Quindi è che la Chiesa di S. Cristina in Lucignano Beradengo trovasi confermata alla badia prenominata con bolla del Pontefice Urbano III, data in Verona li 15 marzo del 1185. (ANNAL. CAMALD.) Per ciò che spetta ai possessi in Lucignanello di pertinenza della badia di Coltibuono, lo attesta fra gli altri un istrumento del maggio, anno 1111, fatto in Licignano, giudiciaria florentina. Riguarda esso la donazione di un pezzo di bosco fatta al monastero di Coltibuono da donna Odierna figlia del fu Ridolfo, e vedova di Federigo di nazione longobarda; la qual donna era pasta alle seconde nozze con Uberto del fu Ranieri di nazione salica.
(ARCHIVIO DIPLOMATICO FIORENTINO, Carte della Badia di Coltibuono.) Nel tempo che giravano per la Toscana i giudici incaricati dalla contessa Matilde di render giustizia, uno di costoro avente il titolo di visconte, probabilmente della contessa medesima, nel luglio del 1103, sedendo in tribunale prope castro de Lucignano juxta ecclesiam S. Christinae, proferì la sentenza a favore dell’abazia di Coltibuono per beni statile donati da Ugo figlio del nobile Azzo e da Adelagia di lui madre. – (CAMICI, Dei March. e duchi di Toscana T. III.) Forse fu questo il Lucignano di Val d’Ambra, di cui fece menzione Giovanni Villani all’anno 1339, allorchè scrisse, che, a dì 6 novembre di detto anno a Lucignano di Val d’Ambra i Fio rentini fecero lega e compagnia co’Perugini per mezzo del vescovo di Firenze e di altri ambasciatori di Perugia. In conseguenza del qual trattato i Perugini rinunziarono ai Fiorentini ogni ragione sopra la città di Arezzo, mentre questi rilasciarono ai primi Lucignano d’Arezzo , il Monte a San Savino e altre castella di quel contado. (G. VILLANI, Cronac. Lib. XI.) La parrocchia di S. Cristofano a Lucignano con decreto del vescovo d’Arezzo, in data del 22 settembre 1784, fu incorporata in parte al popolo di S. Marcellino in Chianti, mentre pel restante restò unita a quella di S. Cristina a Lucignano, detta anche in Rentennano da vicino soppresso monastero che ne godeva il padronato.
La parrocchia de’SS. Cristina e Cristofano a Lucignano nel 1833 contava 185 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 915.
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