MADONNA DI FONTE NUOVA ossia DI MONSUMMANO BASSO

nella Val di Nievole,

sotto la cura di Monsummano Basso, Comunità medesima, Giurisdizione e circa 3 miglia toscane a scirocco di Montecatini di Val di Nievole, Diocesi di Pescia, già di Lucca, Compartimento di Firenze.
È un devoto santuario situato all’estremità inferiore del villaggio di monsummano basso sulla via provinciale del Val d’Arno inferiore, la quale staccasi dalla R. pesciatina al Ponte a Nievole, passando per Monsummano basso, per Castel Martini, Ponte a Cappiano e Fucecchio.
Ebbe origine da una miracolosa immagine di Maria SS., detta della Fonte Nuova da una scaturigine d’acqua che si affacciò nei contorni di questa chiesa verso l’anno 1573.
Crebbero per il concorso dei popoli l’elemosine in guisa che, previo sovrano rescritto del settembre 1602, si diede opera all’edificazione di un tempio più decoroso. Infatti nel giorno 30 di detto mese fu benedetta la prima pietra di marmo dal proposto della pieve di Pescia alla presenza della Granduchessa Cristina, del suo primogenito il Principe ereditario (Cosimo II) e di un numero grande di personaggi distinti e di popolo.
Nella qual pietra leggevasi la seguente iscrizione: Virgini Deiparae Templo, Ferdinando et Cristinae MM.
Hetruriae Decum, et Cosmi Primogeniti jussu, ex oblatis erigendo, primus hic lapis positus est; 30 decembris 1602.
Il tempio fu designato da Gherardo Mechini sul modello di quello della Pace fuori dalla porta romana presso Firenze. I due angeli di marmo sopra l’altare della Madonna sono opera dell’egregio scultore Felice Palma di Massa di Carrara, i quali costarono all’opera lire 1120.
Tutto l’altare andò alla somma di lire 34280; l’intaglio della soffitta ammontò a lire 4261.0; per l’oro e per la doratura della stessa soffitta lire 6642. – La chiesa suddetta restò compita nel 1607; ad ufficiare la quale fu destinato un capitolo di cappellani con organista giornaliero.
Nel 1609 alla miracolosa immagine fu posta in capo una ricca corona d’oro tempestata di gioje, che le aveva destinato in dono il G. D. Ferdinando I, come si rileva dalle seguenti parole incise in giro alla medesima: Ferd.
M. D. M. Etrur. III ex voto ad V. M. Mons. A. D. 1608. – Vedere MONSUMMANO.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 10.