MASSACIUCCOLI

detto volgarmente MACIUCCOLI, anticamente MASSA CUCCOLE, o MASSA CUCCHULI nel littorale di Viareggio.

– Casale con chiesa plebana (S.
Lorenzo) nella Comunità Giurisdizione e circa 6 miglia toscane a levante-scirocco di Viareggio, Diocesi di Lucca, già di Pisa, Ducato lucchese.
È situato fra la base australe del monte di Quiesa e le gronde orientali del lago di Massaciuccoli sopra l’antica strada romana di Emilio Scauro, ossia Francesca, dove attualmente sbocca una via rotabile aperta dal governo lucchese a levante-scirocco di quella postale del monte di Quiesa, la quale varcando per il monte detto di Mezzo, guida per un più corto e agevole tragitto da Lucca al porto di Massaciuccoli, e di costà andando per canale conduce a Viareggio.
Della storia, del nome e dell’antichità di Massaciuccoli vi sarebbe poco da dire se dovemmo limitarci all’origine del suo nome, derivato, siccome ragionevolmente opinò il Targioni, dai latifondi che in questa tenuta, ossia Massa , poté avervi acquistato un nobile longobardo per nome Cucculo . La qual etimologia ci richiama a qualche altra consimile possessione della Toscana e di Lombardia, a cui fu dato il titolo di Monte Cuccoli.
Ma potrebbe rendere questo Massaciuccoli di una qualche importanza per i dilettanti di archeologia che avessero curiosità di esaminare gli avanzi tuttora superstiti di terme posti sull’estrema pendice meridionale del poggio di Massaciuccoli, oppure ricercare nella sottostante pianura sulle tracce dell’antica via di Emilio Scauro la mansione delle Fosse Papiriane; le quali Fosse dovettero scavarsi nei tempi romani per dare uno scolo alle acque stagnanti di cotesta uliginosa pianura.
All’Articolo FOSSE PAPIRIANE applicai piuttosto che altrove a Massaciuccoli la stazione segnata nella Tavola Peutingeriana lungo la strada romana fra Pisa e le Taberne del Frigido; sia perché lo dava a conoscere la distanza di 12 miglia toscane da essa città; sia perché in grazia di tale palustre situazione dovettero di buon’ora scavarsi delle profonde fosse per renderla praticabile e coltivarla almeno in parte. – Che l’autore di cotesto grandioso lavoro idraulico fosse qualcuno appellato Papirio , da cui tali opere presero nome di Fosse Papariane me ne forniva una plausibile congettura quel marmo lucchese, in cui si rammenta un L.
Papirio che nei primi secoli del romano impero fu sacerdote Augustale nelle città di Lucca e di Pisa. Arroge a ciò la conservazione degli accennati avanzi di terme a piè del monte di Massaciuccoli, poco al di sotto di un distrutto cisternone; i quali avanzi conservansi tuttora in tale stato da potere raffigurare le diverse concamerazioni e il loro uso.
Quindi a buon diritto il Targioni, forse il primo, e meglio di ogn’altro ebbe a congetturare, che l’autore del bonificamento di cotesta pianura, quegli: cioè che diede il nome alle Fosse Papariane, fosse un qualche ricco romano padrone eziandio dell’antico edifizio, di cui vedonsi le rovine a Maciuccoli.
Infatti fra quei ruderi il curioso potrà riconoscervi una sala quadra con due vasche incavate nel pavimento, che una più piccola dell’altra, in cui s’introduceva l’acqua riscaldata da un fornello della sala attigua. Presso alla medesima esistono gli avanzi di una sala bislunga disposta a guisa di anfiteatro con tre ordini di sedili, già incrostati da sottili lastre di marmo bianco lamellare dei monti di Campiglia, o di quelli della Gherardesca.
Cotesta sala era destinata alla sudazione, restandovi tuttora il sottoposto forno coi cammini che circolano intorno ai muri laterali. Altre otto camere più piccole comunicavano con le anzidette sale. Vi restano gli avanzi di una scala appoggiata a un doppio muro per liberare l’edifizio dall’umidità del sovrastante poggio, la quale conduceva ad un piano superiore affatto demolito. – Cotesti avanzi nel 1770 furono sgombrati dalle macerie e dal terreno che li ricuopriva, e ciò dopo essere stati seguiti nel 1756 altri scavi a poca distanza di là, i quali fruttarono la scoperta di torsi virili, di teste, di un pavimento di giallo antico, e di un cippo di marmo bianco lunense, oggetti per la maggior parte trasportati nella vicina villa de’signori Minutoli di Lucca, dove tuttavia conservansi. – Fu anche trovato un pezzo del tubo di piombo destinato a condurre l’acqua alle stesse terme; nel quale era impresso a rovescio il nome di un L. Liberto di Venulejo Montano che lo fuse; cioè: L. L. VENUL. MONT. ET APRON.
Del resto, di Massaciuccoli trovasi fatta menzione in un istrumento dell’Arch. Arciv. Lucch. del 2 luglio anno 874, il quale giova anche a darci un indizio dello stato già reso palustre di cotesta pianura, e di antichi muri, con che probabilmente si volle riferire alle rovine delle terme preaccennate. È una permuta di 5 pezzi di terreno con vigneti situati nel casale di Flesso (a Montuolo) in loco detto Faugnano presso la chiesa di S. Maria, in vicinanza del fiume Ozzeri; i quali beni della misura di quattro moggia e sei sestarj, di pertinenza della chiesa di S.
Prospero d’Antraccoli, furono ceduti a Gherardo vescovo di Lucca dal diacono Ermoteo del fu Peredeo, cui diede in cambio altri cinque pezzi di terra con vigne posti nei contorni di Massaciuccoli. Uno di questo pezzi di terra confinava, da un capo con la via pubblica, dall’altro capo in muro qui dicitur antiquo, e del terzo lato con un rio; mentre il secondo pezzo di terra aveva per confine, da un lato la via pubblica, dall’altro lato il padule, cioè, aliam caput tenet in padule, etc. (MEMOR. LUCCH. T. V. P.
II.) In quanto al sottoposto Lago di Massaciuccoli vedasi il suo Articolo; e rapporto allo stato della circostante contrada si leggano gli Articoli MIGLIARINO, e VIAREGGIO.
Verso la cima del colle di Massaciuccoli esistono gli avanzi della fortezza d’Aquilata, investita dall’oste pisana e quindi nel 1164 diroccata, fu poco dopo ripresa e restaurata dai Lucchesi, che nel 1234 la consegnarono in pegno di loro promesse ai Legati del Pont. Gregorio IX.
La parrocchia di S. Lorenzo a Massaciuccoli con tutto il distretto della sua pieve fece parte della diocesi di Pisa sino all’anno 1789, allorché con bolla del 18 luglio il Pontefice Pio VI ordinò che il piviere di Massaciuccoli si unisse alla diocesi di Lucca, la quale dové cedere in cambio alla diocesi pisana le chiese del Pietrasantino e del Borghigiano.
Appartenevano nel 1832 alla parrocchia plebana di Massaciuccoli le seguenti sei cure, cioè; 1. SS. Stefano e Michele a Quiesa; 2. SS. Prospero e Caterina a Bozzano; 3. SS. Giusto e Barbera a Chiatri; 4. Donato a Balbano (attualmente edificata di nuovo, e dichiarata pieve); 5. S.
Martino a Castiglioncello; 6. S. Giuseppe alla Torre del Lago (fondata verso la fine del secolo XVIII).
La parrocchia di S. Lorenzo a Massaciuccoli nel 1832 contava 173 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 178.