AUSERESSA
(Auserissola).
Sotto questi nomi nell’età di mezzo veniva segnalato un Vico e un distretto nel Val d’Arno inferiore fra gli emissari dell’Usciana e delle Seresse.
Una pergamena della cattedrale Aretina, scritta nel 30 gennajo 1053 in loco et finibus Vico Auserissola prope ipso Castello, accenna con qualche precisione la sua ubicazione, all’occasione di designare la situazione di un pezzo di terreno posto in finibus in MONTE infra Castello illo qui dicitur Vico Auserissola.
Dalle memorie superstiti sembra potersi dedurre, che il Vico e contrada di Auseressa fosse di proprietà della Corona o dei Marchesi della Toscana, dai quali venne ceduta, talora ai vescovi di Pisa, altre volte ai vescovi di Lucca, quasi che fosse stato un luogo di controverso confine diocesano.
Noi per altro troviamo che Alberico vescovo di Pisa disponeva da padrone del Vico Auserissola e sue rendite sino dal 975, anno in cui lo accordò ad enfiteusi con altri Vici dei plebanati di Vico Pisano, e di Calcinaja ai figli del Marchese Oberto autore degli Estensi, dei Malaspina, dei Pallavicini e dei Marchesi di Massa, di Livorno e di alcuni Giudici di Cagliari.
In forza della quale enfiteusi uno di quei discendenti, nel 1061, regalò la sua parte di Auseressa, e d’altri luoghi della stessa contrada alla Badia di Poggio Marturi (Poggibonzi), i di cui monaci nel 1130 rinunziarono all’arcivesc. di Pisa lo stesso Vico con altre possessioni di quella e della vicina Valle dell’Era. (MURAT. Ant. M.
Aevi, ed Estensi) Che tali enfiteusi fossero precarie si deduce da tre istrumenti della Cattedrale di Lucca, dai quali resulta che, nel 1047, il vescovo lucchese esercitava un atto di signoria in Auserissola, allorchè ne investiva il nobile Guido; la qual’investitura fu sanzionata nel 1068 dalla contessa Beatrice marchesa di Toscana. (MEMOR.
LUCCH. T. II) Dopo tuttociò si sente che il Vico Auserissola era tornato all’antica giurisdizione e dominio degli arcivesovi di Pisa; e segnatamente sotto gli anni 1138, e 1178 lo godevano gli arcivescovi Balduino, e Ubaldo de’Lanfranchi con privilegio dei re d’Italia Corrado II e Federigo I. In grazia de’quali diplomi furono condonati a quei metropolitani i diritti sovrani del Placito e del Fodro sulle corti di Bientina, di Buti e del Vico Ausurissole. (LAMI Memor. Eccl. Flor. – MATTHEI Hist. Eccl. Pis.) Se potesse provarsi per vero che la pendenza del piano di Lucca fosse maggiore verso il lago di Sesto, piuttosto che verso il Serchio, e che un ramo antico del Serchio (l’Ozzeri) si scaricasse costà, siccome opinava Lorenzo Albizi, (Raccolta degli Scrittori delle Acque T. IV) sarebbe da credersi, che l’emissario del lago di Bientina ripetesse l’etimologia del nome di Seressa o Serezza da Auserissola, quasi piccolo Oseri. – Vedere SEREZZA e LAGO di BIENTINA o di SESTO.
Una pergamena della cattedrale Aretina, scritta nel 30 gennajo 1053 in loco et finibus Vico Auserissola prope ipso Castello, accenna con qualche precisione la sua ubicazione, all’occasione di designare la situazione di un pezzo di terreno posto in finibus in MONTE infra Castello illo qui dicitur Vico Auserissola.
Dalle memorie superstiti sembra potersi dedurre, che il Vico e contrada di Auseressa fosse di proprietà della Corona o dei Marchesi della Toscana, dai quali venne ceduta, talora ai vescovi di Pisa, altre volte ai vescovi di Lucca, quasi che fosse stato un luogo di controverso confine diocesano.
Noi per altro troviamo che Alberico vescovo di Pisa disponeva da padrone del Vico Auserissola e sue rendite sino dal 975, anno in cui lo accordò ad enfiteusi con altri Vici dei plebanati di Vico Pisano, e di Calcinaja ai figli del Marchese Oberto autore degli Estensi, dei Malaspina, dei Pallavicini e dei Marchesi di Massa, di Livorno e di alcuni Giudici di Cagliari.
In forza della quale enfiteusi uno di quei discendenti, nel 1061, regalò la sua parte di Auseressa, e d’altri luoghi della stessa contrada alla Badia di Poggio Marturi (Poggibonzi), i di cui monaci nel 1130 rinunziarono all’arcivesc. di Pisa lo stesso Vico con altre possessioni di quella e della vicina Valle dell’Era. (MURAT. Ant. M.
Aevi, ed Estensi) Che tali enfiteusi fossero precarie si deduce da tre istrumenti della Cattedrale di Lucca, dai quali resulta che, nel 1047, il vescovo lucchese esercitava un atto di signoria in Auserissola, allorchè ne investiva il nobile Guido; la qual’investitura fu sanzionata nel 1068 dalla contessa Beatrice marchesa di Toscana. (MEMOR.
LUCCH. T. II) Dopo tuttociò si sente che il Vico Auserissola era tornato all’antica giurisdizione e dominio degli arcivesovi di Pisa; e segnatamente sotto gli anni 1138, e 1178 lo godevano gli arcivescovi Balduino, e Ubaldo de’Lanfranchi con privilegio dei re d’Italia Corrado II e Federigo I. In grazia de’quali diplomi furono condonati a quei metropolitani i diritti sovrani del Placito e del Fodro sulle corti di Bientina, di Buti e del Vico Ausurissole. (LAMI Memor. Eccl. Flor. – MATTHEI Hist. Eccl. Pis.) Se potesse provarsi per vero che la pendenza del piano di Lucca fosse maggiore verso il lago di Sesto, piuttosto che verso il Serchio, e che un ramo antico del Serchio (l’Ozzeri) si scaricasse costà, siccome opinava Lorenzo Albizi, (Raccolta degli Scrittori delle Acque T. IV) sarebbe da credersi, che l’emissario del lago di Bientina ripetesse l’etimologia del nome di Seressa o Serezza da Auserissola, quasi piccolo Oseri. – Vedere SEREZZA e LAGO di BIENTINA o di SESTO.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 170.
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