BADIA DI CALVELLO

in Val di Fiora.

– Fu monastero di Vallombrosani detto anche l’Eremo di Monte Calvello nella maremma di Orbetello. Non sono concordi gli autori nell’indicare l’ubicazione precisa di questo monastero diruto, sebbene la opinione più accreditata è quella, che esso esistesse sul monte dell’Elmo alla sinistra del fiume Fiora, nel popolo di S. Giovanni Battista all’Elmo, Comunità, Giurisdizione e 3 miglia toscane a settentrione di Sorano, Diocesi di Sovana, Compartimento di Grosseto.
Il biografo di S. Giovanni Gualberto credè questo uno degli antichi eremi da esso riformato, quantunque manchino documenti contemporanei per assicurarlo.
Imperocchè la prima memoria relativa a questo monastero, fra quelle esistenti, è appunto una bolla del pontefice Gregorio IX del 4 luglio 1232, con la quale conferma l’unione e soggezione dell’Eremo di Calvello alla religione Vallombrosana fatta poco innanzi dai religiosi di detto Eremo.
Il monastero di Calvello cadeva in rovina, allorchè Alessandro VI con bolla spedita in Roma, a dì 14 maggio 1496, accordò ai cittadini di Sovana facoltà di traslocare quella comunità religiosa nella nuova badia da fabbricarsi dentro le mura di Sovana, obbligandosi il comune di assegnarli sufficiente patrimonio. Questo monastero nel secolo XVI era membro di quello di S. Salvi presso Firenze, siccome apparisce dall’elezione del suo superiore fatta dall’abate di S. Salvi nel 1588, e nel 1598, sebbene questo diritto fosse stato accordato nella citata bolla al Generale de’Vallombrosani.
Le memorie della badia di Calvello si perdono dopo le controversie nate nel 1612 fra quei claustrali e Ottavio de’Saracini vescovo di Sovana. (ARCH. DIPL. FIOR.
Badia di Ripoli).
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 179.