BADIA DI POPPI

già DI STRUMI (S. Fedele) nel Casentino,

Comunità Giurisdizione di Poppi, Diocesi e Compartimento di Arezzo. – L’origine di questa Badia risale al secolo X. La fondò il conte Tegrimo il vecchio, che le assegnò la dote, aumentata da i suoi successori.
Essa era già costituita in forma di monastero nell’anno 1007, quando la vedova del Conte Tegrimo, Gisla figlia del Marchese Teobaldo, o Ubaldo, autore dei Conti Alberti e degli Ubaldini, dal castello di Modigliana fece una donazione, col consenso del figlio Conte Guido, al monastero di S. Fedele posto nella corte di Strumi, e per esso a Pietro abate del medesimo. Il dono consisteva nei possessi che essa aveva nella villa di Lorgnano, nella corte di Loscove presso Poppi, ed in altri luoghi di sua contea. Altri doni vi aggiunse dieci anni dopo lo stesso conte Guido del fu Conte Tegrimo con istrumento dettato in Porciano, quando le destinò in benefizio la sua corte di Quorle, cui aggiunse nel marzo del 1029 i tributi e decime sopra le sue possessioni di Strumi, di Porciano, di Vado, di Cetica, di Lorgnano, ec. Nel 1048, di marzo, il Conte Tegrimo nipote del fondatore, stando nella sua casa di Strumi, in presenza di molti valvassori e altri feudatari, rinnovò l’investitura dell’intiera corte di Lorgnano a favore di Alberto abate di Strumi. Nel 1094 e nel 1100, uno dei suoi nipoti, il Conte Guido di altro Guido, coll’adesione del padre, concedè al monastero di S.
Fedele beni a Strumi, e la metà dei possessi che aveva in Porciano. Nel 1131, di gennajo, il Conte Guido e la sua consorte Contessa Emilia venderono al monastero di Strumi alcuni beni dominicali situati in Poppiena. Altre possessioni le offrì nel 1185, di dicembre, il Conte Guido del fu Guido Guerra, stando in Pratovecchio.
Vi stettero i Benedettini prima che l’Abate Rustico v’introducesse la riforma Vallombrosana; alla quale congregazione il monastero Strumense fu confermato dal ponteficie Urbano II (6 agosto 1090), e dai suoi successori. – Reso angusto e cadente, fu da Strumi traslocato nel secolo XIII dentro al castello di Poppi, dove quella famiglia cenobitica conviveva nel 1239, quando la Contessa Giovanna vedova del Conte Guido Palatino unitamente ai suoi figli Guido e Simone fecero nella chiesa del monastero di Poppi, dov’era stato tumulato il Conte Guido, l’offerta al luogo pio di un podere posto in Ontaneto, piviere di Vado. – La chiesa di S. Fedele di Poppi fu consacrata dal vescovo di Fiesole, e Ildebrandino de’Conti Guidi vescovo di Arezzo, con indulto del 5 giugno 1306 dato in Bibbiena, accordò al suo popolo indulgenze nei giorni festivi della Beata Vergine e dei santi Fedele, Giovanni Evangelista, e Michele, titolari dei 4 altari allora esistenti in S. Fedele di Poppi. – Il tempio di questo monastero nei secoli posteriori fu con buon dis egno riedificato, ampliato e adorno di quadri di eccellenti artisti, fra i quali diversi dell’antica scuola e alcuni del Poppi, del Passignano e del Ligozzi: ma superiormente agl’altri ammiravasi costà la famosa tavola di Andrea del Sarto che ora è nella Galleria di Firenze. A questo monastero di Poppi donò la sua ricca biblioteca il celebre Salvino Salvini, e costà tenne santa vita il B.
Torello converso Vallombrosano. – La Badia di Poppi fu soppressa nel 1810, e ridotta a cura secolare preseduta da un parroco congruato. – Vedere POPPI.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 188.