BADIA DI SICILLE o A PETROJO
in Val di Chiana.
Monastero soppresso con chiesa parrocchiale (Natività di Maria) nel piviere di Castel Muzi, Comunità e circa 3 miglia toscane a scirocco di Trequanda, Giurisdizione Diocesi e 9 miglia toscane a settentrione di Pienza, Compartimento di Arezzo. – Risiede sul dorso dei poggi che separano la Val di Chiana da quelle dell’Orcia e dell’Ombrone senese, in luogo detto le Piazze, sulla strada provinciale detta della Montagna, o di Val d’Orcia.
È ignota la sua origine e quali fossero i primi cenobiti che vi abitarono. – Situata sul monte del castello di Petrojo, fu da alcuni scrittori equivocata con l’abazia di S. Maria a Petroja; che è situata alla sinistra del fiume Nestore sulle pendici orientali dei monti Cortonesi sullo stato Pontificio; la quale fu fondata nell’anno 960 nei propri possessi da un Uguccione autore dei marchesi Borbon del Monte S. Maria e di Sorbello, nel cui ultimo marchesato tuttora esiste col titolo di Abazia in commenda cardinalizia.
Nel qual equivoco, incorse non solamente il pad. Soldani nella sua storia della Badia Passignanense, ma ancora il Dei nella Cronaca senese, all’anno 1358, dove parla di una escursione militare eseguita dai senesi per lo contado di Perugia fino a tre miglia da questa città, quando presero la Badia al Petrojo presso a Montepulciano nel contado di Perugia. Quindi l’A. stesso all’anno appresso soggiunse, che la stessa Badia fu fatta abbattere dalla Repubblica di Siena. (Murat. Ant. M. Aevi. T. XV) In quella di S. Maria a Sicille vi abitarono i Vallombrosani,e prima di essi i Benedettini; e forse fu un tempo fu priorato di Templari, siccome lo dà a congetturare l’emblema simbolico situato sopra l’architrave della facciata lavorata a pietre quadrate di travertino, nell’anno 1250. Vi entrarono nel 1443 gli Olivetani che la possederono sino al 1810; dopo la qual’epoca fu dichiarata cura secolare suffraganea della pieve di castel Muzi.
La Badia di Sicille ha 131 abitanti.
È ignota la sua origine e quali fossero i primi cenobiti che vi abitarono. – Situata sul monte del castello di Petrojo, fu da alcuni scrittori equivocata con l’abazia di S. Maria a Petroja; che è situata alla sinistra del fiume Nestore sulle pendici orientali dei monti Cortonesi sullo stato Pontificio; la quale fu fondata nell’anno 960 nei propri possessi da un Uguccione autore dei marchesi Borbon del Monte S. Maria e di Sorbello, nel cui ultimo marchesato tuttora esiste col titolo di Abazia in commenda cardinalizia.
Nel qual equivoco, incorse non solamente il pad. Soldani nella sua storia della Badia Passignanense, ma ancora il Dei nella Cronaca senese, all’anno 1358, dove parla di una escursione militare eseguita dai senesi per lo contado di Perugia fino a tre miglia da questa città, quando presero la Badia al Petrojo presso a Montepulciano nel contado di Perugia. Quindi l’A. stesso all’anno appresso soggiunse, che la stessa Badia fu fatta abbattere dalla Repubblica di Siena. (Murat. Ant. M. Aevi. T. XV) In quella di S. Maria a Sicille vi abitarono i Vallombrosani,e prima di essi i Benedettini; e forse fu un tempo fu priorato di Templari, siccome lo dà a congetturare l’emblema simbolico situato sopra l’architrave della facciata lavorata a pietre quadrate di travertino, nell’anno 1250. Vi entrarono nel 1443 gli Olivetani che la possederono sino al 1810; dopo la qual’epoca fu dichiarata cura secolare suffraganea della pieve di castel Muzi.
La Badia di Sicille ha 131 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 193.
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