BADIA A SPINETA
in Val d’Orcia (S. Trinita)
nella Comunità Giurisdizione e 4 miglia toscane a ostro, libeccio di Sarteano, Diocesi di Chiusi, Compartimento di Siena. – Risiede sulle pendici occidentali del monte di Cetona presso la strada provinciale che guida da Radicofani per Sarteano in Val di Chiana. Fu fondata nel principio del secolo XII dal conte Pepone di Sarteano, il quale con atto pubblico rogato nella chiesa di S. Lorenzo di Pacciano in Val di Chiana, sotto il dì 17 marzo 1112, la consegnò a Gio. abate di Coltibuono, perché v’introducesse i Vallombrosani della sua famiglia, destinandogli una dote e il padronato della chiesa a S.
Martino a Flogiano, cui poi fu aggiunto il priorato di S.
Jacopo di Castel Trinoro. – Fu questa Badia compresa fra quelle della congregazione di Vallombrosa nei privilegi pontifici, sebbene ivi si trovi designata sotto nome di Badia di Monte Pisis, o Presis, nome, io dubito, di uno sprone occidentale dei poggi che scendono in Val d’Orcia fra Cetona e Montepulciano. – Vedere Agello Chiusino.
Gli abati di Coltibuono tennero costantemente la supremazia sopra questo monastero, sino a che non andò al pari di tanti altri in commenda a prelati e cardinali. Ne fruiva le rendite, nel 1627, il cardinale Francesco Barberini, quando il suo zio Urbano VIII lo tolse ai Vallombrosani per darlo ai Cistercensi della Badia a Settimo in ricompensa della cessione da essi fatta dell’ospizio di Cestello in Borgo Pinti per convertirlo nel grandioso monastero di S. Maria Maddalena de’Pazzi Finalmente alla soppressione generale de’Cistercensi in Toscana (anno 1782) le possessioni della Badia a Spineta furono dal sovrano destinate a più utile scopo, donandole all’Ospedale degl’Innocenti di Firenze, da cui furono recentemente alienate.
Nei contorni di Spineta esisteva un fortilizio, che servì di antemurale e di refugio alla parte guelfa senese dopo la disfatta dell’Arbia. E fu costà, dove nel 1263 seguì una forte scaramuccia fra i due partiti con la morte di un capo dei guelfi, mess. Guccio Tolomei, stato uomo di grande influenza nella sua patria, e segnalato da Franco Sacchetti nella spiritosa novella di Donna Bisodia (Dei Cron.
Senesi) La Badia di Spineta conta 304 abitanti.
Martino a Flogiano, cui poi fu aggiunto il priorato di S.
Jacopo di Castel Trinoro. – Fu questa Badia compresa fra quelle della congregazione di Vallombrosa nei privilegi pontifici, sebbene ivi si trovi designata sotto nome di Badia di Monte Pisis, o Presis, nome, io dubito, di uno sprone occidentale dei poggi che scendono in Val d’Orcia fra Cetona e Montepulciano. – Vedere Agello Chiusino.
Gli abati di Coltibuono tennero costantemente la supremazia sopra questo monastero, sino a che non andò al pari di tanti altri in commenda a prelati e cardinali. Ne fruiva le rendite, nel 1627, il cardinale Francesco Barberini, quando il suo zio Urbano VIII lo tolse ai Vallombrosani per darlo ai Cistercensi della Badia a Settimo in ricompensa della cessione da essi fatta dell’ospizio di Cestello in Borgo Pinti per convertirlo nel grandioso monastero di S. Maria Maddalena de’Pazzi Finalmente alla soppressione generale de’Cistercensi in Toscana (anno 1782) le possessioni della Badia a Spineta furono dal sovrano destinate a più utile scopo, donandole all’Ospedale degl’Innocenti di Firenze, da cui furono recentemente alienate.
Nei contorni di Spineta esisteva un fortilizio, che servì di antemurale e di refugio alla parte guelfa senese dopo la disfatta dell’Arbia. E fu costà, dove nel 1263 seguì una forte scaramuccia fra i due partiti con la morte di un capo dei guelfi, mess. Guccio Tolomei, stato uomo di grande influenza nella sua patria, e segnalato da Franco Sacchetti nella spiritosa novella di Donna Bisodia (Dei Cron.
Senesi) La Badia di Spineta conta 304 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 194.
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