BAGNI di PETRIOLO

in Val di Merse

nel fondo di un cupo vallone percorso dal torrente Farma, presso al ponte su cui passa la strada Regia Grossetana, 20 miglia toscane a ostro di Siena, 34 a settentrione di Grosseto.
Le acque solforose termali di Petriolo scaturiscono sulla ripa sinistra della fiumana Farma, 200 passi in vicinanza delle rovine deserte mura castellane di Petriolo, fra mezzo a un terreno calcareo retato da vene di zolfo con rifioriture tartarose, in un’aria grave e pregna di vapori irrespirabili nella calda stagione.
Ad onta di tanti sfavorevoli requisiti, non vi è quasi scrittore dei Bagni che non rammenti con lode questi di Petriolo, dove si sa che la Repubblica di Siena teneva un soprintendente nel secolo XIV, dopo averli a spese pubbliche restaurati. Reclamavano questi Bagni riparazione sino da quando ne fece rapporto al governo senese Simone Tondi dopo la visita ordinatagli nel 1333.
(Tommasi Istor. Senes.) E perché non di rado qualche brigata di ladroni qua, come a Morba, assalivano e derubavano i vindanti e ricorrenti, la Repubblica di Siena fece circondare di mura il castello di Petriolo. Custoditi e difesi i Bagni Petriolensi si tenevano fra i più famigerati dei tanti Bagni solforosi e aciduli del senese contado, per il gran credito ed efficacia delle loro acque. Al che accrebbe lustro il pontefice Pio II, per averne usato nell’estate del 1460, e precisamente nel mese di giugno, siccome apparisce da una bolla originale data dallo stesso pontefice in Petriolo li 19 giugno 1460 anno II. Del suo pontificato. È la medesima diretta al priore di S. Maria degli Angeli della Congregazione di S. Agostino in Siena.
(ARCH. DIPL. FIOR. S. Maria degli Angeli di Siena) Una piccola lapida murata nella facciata di un oratorio sulla testata del ponte a Petriolo conferma al viandante il sacro personaggio che si bagnò in quelle sudicie onde,nel tempo stesso che tale documento storico prova senza fallo al naturalista e ai cultori della pubblica economia, quanto il clima e lo stato fisico del suolo nel medio evo essere doveva di miglior condizione che oggi non è lungo il torrente Farma.
I comodi che in tale occasione la Comunità di Siena fece apprestare in Petriolo all’illustre Pontefice senese, stati tanto decantati da varj cronisti, sono spariti ad eccezione di un piccolo fabbricato di tre arcate coperto da volte,sotto le quali esistono tre adeguati crateri o vasche quadrate, dove pullulano le sorgenti Termali acidule-solforose, le quali abbandonano nel fondo e intorno alle pareti una concrezione tartarosa unita a tenue quantità di ferro idrato. La loro temperatura da me riscontrata nei crateri, mentre il termometro all’ombra segnava gradi 18, fu trovata di 28 gradi.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 224.