CARPENA
in Val di Magra.
Castello nel seno esterno del Golfo della Spezia con parrocchia (S. Niccolò di Bari) nella Comunità di Riccò, Mandamento e circa 3 miglia toscane a nord della Spezia, Diocesi di Luni-Sarzana, Regno Sardo.
È incerto se a questo luogo riferire debba il Carpenetulo rammentato nella donazione fatta nel giugno del 1085 dal marchese Alberto Rufo alla mensa vescovile di Luni. Certo è che Carpena fu uno dei feudi dei Marchesi Estensi, alienato nel secolo XII ai marchesi Malaspina, da questi ultimi dato in enfiteusi, nel 1202, ai vescovi di Luni, dai quali fu ceduto nel 1252 a Niccolò Fiesco dei conti di Lavagna, che lo rivendé nel 1276 insieme con altri castelli di Val di Vara alla Repubblica di Genova, nel tempo che questa l’incorporava al suo contado, ad onta delle rimostranze dei prelati e conti di Luni.
Carpena ha dato un buon pittore poco noto, ma che autore di una ben dipinta tavola esistente alla Spezia nel collegio delle scuole; sotto la quale si legge Antonius Carpeninus Spediensis pingebat, anno 1539.
La parrocchia di S. Niccolò a Carpena fa 113 abitanti.
È incerto se a questo luogo riferire debba il Carpenetulo rammentato nella donazione fatta nel giugno del 1085 dal marchese Alberto Rufo alla mensa vescovile di Luni. Certo è che Carpena fu uno dei feudi dei Marchesi Estensi, alienato nel secolo XII ai marchesi Malaspina, da questi ultimi dato in enfiteusi, nel 1202, ai vescovi di Luni, dai quali fu ceduto nel 1252 a Niccolò Fiesco dei conti di Lavagna, che lo rivendé nel 1276 insieme con altri castelli di Val di Vara alla Repubblica di Genova, nel tempo che questa l’incorporava al suo contado, ad onta delle rimostranze dei prelati e conti di Luni.
Carpena ha dato un buon pittore poco noto, ma che autore di una ben dipinta tavola esistente alla Spezia nel collegio delle scuole; sotto la quale si legge Antonius Carpeninus Spediensis pingebat, anno 1539.
La parrocchia di S. Niccolò a Carpena fa 113 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 479.
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