CASOLE
(Casulae).
Terra murata fra la Val dâElsa e la Val di Cecina, capoluogo di ComunitĂ e di antica pieve collegiata, residenza di un Vicario Regio nella Diocesi di Volterra, Compartimento di Siena.
Risiede sullâalto-piano dei poggi che si distendono fra il Cornocchio di Gerfalco e la Montagnola di Siena, e che separano la Valle dellâElsa da quelle della Cecina.
Trovasi nel grado 28° 42â5â di longitudine e 43° 20â4â di latitudine, 17 miglia toscane a ponente di Siena, 12 a scirocco di Volterra, e 7 a libeccio di Colle.
Ă di forma bislunga con due sole porte. Quella settentrionale che guida a Colle portava il nome della Pieve a Valli; lâaltra verso ostro che guarda Radicondoli chiamavasi la porta della Pieve di Monti, forse perchè di lĂ si usciva per quella pieve da lungo tempo trasferita a Malcavoli.
Le sue mura castellane costruite nel secolo XIV furono in gran parte rovinate dallâesercito austro-ispano nellâultima guerra di Siena (anno 1544); e la rocca situata presso la porta superiore della Terra, attualmente è convertita in Pretorio.
Da una porta allâaltra vi è la strada principale lastricata, lunga circa 600, e larga 11 passi. Nel mezzo di essa avvi la piazza con la canonica e la chiesa maggiore, di contro alla quale vedesi il palazzo che fu della illustre famiglia Aringhieri del Porrina.
La chiesa principale, che è una delle piĂš insigni collegiate dello stato Senese, fu rifabbricata nel secolo XII, ornata di cenotafi, e di buone dipinture nei secoli XIV e XVII; e aâtempi nostri con poca avvedutezza dalla sua originale struttura guasta e alterata.
Si trova fatta menzione di questa Terra nellâanno 896, quando Adalberto marchese di Toscana la donò ad Alboino vescovo di Volterra, dalla cui giurisdizione spirituale Casole dipendeva. Arrigo VI piĂš tardi (nel 1186) confermò la giurisdizione civile di Casole al vescovo Ildebrando Pannocchieschi; i di cui parenti ebbero per qualche tempo signoria in Casole, sotto lâaccomandigia, ora dei Vescovi e del Comune di Volterra, ora della Repubblica senese. Questâultima vi pose un presidio sino dal secolo XIII, espulso nel 1259 dallâoste fiorentina, che dovè tantosto abbandonare dopo la battaglia di Montaperti. Mercè la quale, nel parlamento dâEmpoli, e nel trattato di Castelfiorentino (25 novembre 1260) fu confermato ai Senesi il dominio di Casole, di Radicondoli e di altri castelli al di lĂ della Montagnola.
Ai Senesi si ribellarono i Casolani nel passaggio di Arrigo VII (1312 e 1313) per impulso di un potente barone di quella contrada (Ranieri del Porrina). Morto Arrigo di Lussemburgo, la Signoria di Siena spedĂŹ gente armata sotto Casole, (settembre 1313) che non potè riavere se non a condizioni assai favorevoli per i Casolani; siccome apparisce dalla convenzione del 13 aprile 1314, conservata in Siena nel Kaleffo dellâAssunta. In due di quei capitoli i Senesi promisero di conservare lâintegritĂ del distretto e giurisdizione di Casole, e di difendere questa Terra e i suoi abitanti presso la corte di Roma, stante lâinimicizia insorta fra essi e il vescovo di Volterra.
Riaccesi nuovi scandali e guerre civili fra i Casolani, essi adunatisi in pubblico parlamento nella chiesa plebana nel 1352, deliberarono di sottoporre liberamente la Terra e distretto di Casole al supremo impero dei signori Nove di Siena. Una tale dedizione però fu di breve durata: poichè dallâubbidienza dei Nove quei terrazzani si discostarono pochi anni dopo. Per assicurarsi da altre ribellioni, il Comune di Siena fece fabbricare nel 1359 la rocca o cassero, obbligando i Casolani a pagare le spese, e ad altri tributi di vassallaggio.
Fu nei contorni di Casole, dove seguĂŹ nel 1366 un fatto dâarmi fra i Senesi e la compagnia inglese comandata dallâAugusto; e costĂ si accamparono nel 1479 i Fiorentini, i quali dopo quattro giorni di blocco assalirono e saccheggiarono nel 21 giugno la Terra, impossessandosi nel tempo stesso della rocca, la quale fu riconquistata poco dopo dai Senesi, dal cui governo Casole mai piĂš si separò nei secoli successivi.
Nel 1553, per consiglio di Pietro Strozzi, la Repubblica senese ordinò che si demolisse una parte dei subborghi di Casole per eseguire intorno al castello le opportune fortificazioni, onde far fronte allâesercito condotto dal marchese di Marignano allâassedio di Casole, che gli aprĂŹ le porte, nel 1554, a patti che il vincitore per altro non mantenne.
Lo statuto di questa Terra, esistente tuttora nelle Riformagioni di Siena, è scritto in pergamena con la data dellâanno 1492.
Nel secolo XII, mentre Casole dipendeva dai vescovi di Volterra ebbe una zecca, dove si coniava moneta erosa, la cui lega conteneva unâoncia e un terzo di argento fine per libbra. (TARGIONI, Viaggi) Importante per le arti è la chiesa collegiata non tanto per lâantichitĂ della fabbrica, quanto per un deposito, ricco di figure e di basso-rilievi, scolpito da Gano di Siena, e innalzato a Tommaso Andrei, o dâAndrea da Casole, che morĂŹ vescovo di Pistoja nel luglio del 1303. â Un altro sarcofago con la figura di Beltramo del Porrina dei nobili di Casole, e unâurna di Ranieri Porrini, o del Porrina, vescovo di Cremona nella cappella della famiglia, aggiungono ornamento alla collegiata, in un pilastro della quale con caratteri del tempo conservasi la memoria della sua consacrazione, fatta da Villano arcivescovo di Pisa, da Giulio vescovo di Firenze e da Galgano vescovo di Volterra, nellâanno 1161.
Il tempio è di una sola navata, lungo braccia 70, largo 25, nella crociata braccia 38, e alto braccia 30. Aveva 12 altari con 2 cappelle; in una di esse esiste una tavola della Visitazione dipinta dal Pacchiarotti, modernamente mal ritoccata. Nellâaltar maggiore vi sono piccole storie egregiamente colorite da Alessandro Casolani che portò il casato dalla sua patria, e di cui sono gli affreschi della chiesa suburbana di S. Niccolò.
La collegiata di Casole, Caposesto della Diocesi Volterrana, ha i canonici e 9 cappellani. La prima e unica dignità è quella del pievano col titolo di preposto e protonotario Apostolico. Era di nomina dei pontefici, i quali vi destinavano nobili senesi e fra essi talvolta dei cardinali. Fu infatti preposto di Casole il cardinale Francesco Piccolomini, prima che salisse sulla cattedra di S. Pietro col nome di Pio III. Sino dal secolo XIV trovavasi aggregato a questa pieve il popolo di Grecienza con le sue cappelle, quando la chiesa di Casole era matrice di otto popoli, cioè, 1. Coronna, distrutta; 2.
Lucciana; 3. Pusciano; 4. Ponzano; 5. Leccioli, soppresso; 6. Berignone, soppresso; 7. Mensanello; 8. Montecalvaiano, soppresso. â Vi era inoltre in Casole la chiesa e ospedale di S. Giovanni membro dellâArcis pedale di S. Spirito di Roma, lâoratorio di S.
Tommaso fondato nel 1296 dal casolano vescovo di Pistoja giĂ rammentato. La chiesa della SS. Annunziata e il convento dei Serviti di Casole, fu soppresso dal pontefice Innocenzo X che unĂŹ le sue entrate al seminario di Volterra, con obbligo di mantenere due seminaristi Casolani.
A un quarto di miglio da Casole, nella collina tufacea di S. Niccolò fu scavato, nel 1744, un sepolcreto etrusco copioso di urne di tufo, di vasetti e anfore diverse, alcune delle quali di terra finissima con vernice nera, varie altre senza vernice e di tinta rossa naturale.
Un altro consimile Ipogeo fu scoperto nel principio del secolo attuale nel giardino Simonetti dalla parte opposta della collina di S. Niccolò a pochissima distanza dalla Terra; lo che conferma lâantichitĂ del paese, di cui per altro è facile che siasi perduto il primo nome.
Casole fu patria di vari uomini celebri. Per religiose virtÚ Tommaso Andrei vescovo di Pistoja, Ranieri del Porrina vescovo di Cremona, e il Beato Ruggieri Domenicano vescovo di Siena. Nella toga si segnalarono Niccolò di Francesco Aringhieri del Porrina e Mariano Galgano, dotti giureconsulti; mentre nelle belle arti si distinse Alessandro Casolani allievo di Arcangelo Salimbeni pittore senese nel secolo XVII.
ComunitĂ di Casole. Il territorio comunitativo di Casole ammonta a 43280 quadrati, 969 dei quali sono occupati da corsi dâacqua e da strade. Vi si contano 3991 abitanti a proporzione di 76 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
La figura corografica di questo distretto rappresenta due poliedri insieme collegati dal lato piĂš breve, nella quale situazione trovasi il capoluogo.
Confina con 7 comunitĂ , e quasi sempre per termini artificiali. Avvegnachè non vi ha che lâalveo della Cecina, il quale dal lato occidentale serve di demarcazione tra questa e la ComunitĂ di Castelnuovo di Cecina, a partire dalla confluenza del fosso di Maternaccia, che scende da Monteguidi, sino di fronte allo sbocco di Cecina del torrente Pavone, dove trova la ComunitĂ di Volterra. Con questa, piegando da ponente a maestro, attraversa il torrente Sellate, rimonta il fosso dellâAcquabuona sino alla sua sorgente, dove volta faccia, prima da maestro a settentrione, e un miglio dopo da settentrione a ponente- maestro, ripassando alla destra del torrente Sellate.
Giunta allâalto-piano dei poggi di Casole, lascia la ComunitĂ di Volterra, e tocca quella di Colle, con la quale per termini artificiali si dirige a settentrione della parrocchia di Lucciana. Di lĂ volgendosi a grecale entra nellâalveo del torrente Senna, che dopo aver rimontato per circa un miglio abbandona sulla Montagnuola, dove la ComunitĂ di Casole forma quasi un semicerchio rientrante, nel cui corno orientale incontra la ComunitĂ di Monte Riggioni. Con essa si accompagna, prima lungo la strada che da Scorgiano guida a Siena, poi mediante termini artificiali e il rio di Arnano, lungo il quale rio, voltando la fronte a grecale-levante subentra la ComunitĂ di Sovicille.
Da questâultimo punto per termini artificiali percorre lungo il crinale della Montagnola verso le sorgenti dellâElsa passando per il Castellaccio della Sughera.
Vicino a questo trova le scaturigini del torrente Rosia, il cui corso seconda sino alla confluenza del fosso Maritonda, dove lascia la ComunitĂ di Sovicille e fronteggia dal lato di ostro con quella di Chiusdino, quasi sempre per termini artificiali, sino a che arriva nel torrente Foci tributario della Merse. Sottentra costĂ alla ComunitĂ di Chiusdino quella di Radicondoli dal lato di ostro- libeccio, prima mediante il torrente Foci, poi per termini artificiali o per segmenti di borri e fossi, fra i quali il Vetrialla, il Calvaiano, il Riputine, e quello di Maternaccia, con lâultimo dei quali ritorna in Cecina a confine con Castelnuovo. Fra i maggiori corpi di acqua che percorrono il territorio di Casole, eccettuando il fiume Cecina che ne lambisce i confini dal lato di libeccio, vi sono i torrenti Sellate, Senna e Vetrialla. Il primo nasce sulla pendice occidentale dei poggi di Casole, attraversa il suo territorio per circa tre miglia da settentrione a ostro, e per due miglia da ostro a ponente, mentre il restante del suo corso lo compisce nella ComunitĂ di Volterra attorno alle pendici occidentali del monte di Berignone prima di vuotarsi nel Fosci della Cecina. Il torrente Senna scaturisce sul confine meridionale della ComunitĂ fra Mensano e la Selva. Esso corre da ostro a settentrione bagnando le pendici orientali delle colline di Casole innanzi di confluire nellâElsa. Nel fianco opposto alle fonti del Senna sorge il torrente Vetrialla fra Mensano e Radicondoli, nel di cui territorio entra un miglio lungi dalla sua sorgente per dirigersi nel fiume Cecina dirimpetto a Monte Castelli.
Dentro questo perimetro, quasi tutto montuoso, non passano strade regie nè provinciali. Fra le comunitative rotabili contasi quella che da Casole porta alle Corti, dove biforca per Colle alto e Colle basso. Avvene unâaltra che potrebbe divenire rotabile fra Casole e Radicondoli.
Finalmente un terzo tronco di strada carreggiabile parte da Scorgiano e per la pieve di Marmoraia varca alla villa di Celsa il dorso della Montagnola per dirigersi a Siena attraverso il piano di Rosia. La struttura fisica e disposizione geognostica del terreno spettante alla ComunitĂ di Casole riesce intralciata al pari della figura iconografica del suo territorio. Poichè a levante comparisce la calcarea sublamellare e quella cavernosa con lo schisto argillo-calcareo di tinta laterizia, o bruna, come lo ĂŠ nella Montagnola alla pieve di Marmoraia e a Gallena. Dal lato australe dappresso a Casole è una breccia o pudinga ghiajosa: mentre le rocce serpentinose si trovano a ponente del capoluogo, come pure fra Mensano e la Selva si veggono emergere di sotto alla calcarea compatta. Questâultima roccia si riaffaccia dal lato di settentrione e di ponente fra i tufi siliceo-calcarei, e il mattajone (marna cerulea conchigliare), che è il terreno il piĂš copioso di tutti i nominati, quello cioè che costituisce la crosta, visibile delle frastagliate piagge interposte fra la Cecina e lâElsa, il di cui alto-piano è ricoperto da un tufo giallastro marino o da una minuta ghiaia e renischio conchigliare. Lâaria di questa contrada è sana, elastica, ventilata e non troppo calda nellâestate; cruda bensĂŹ nellâinverno nei luoghi piĂš isolati, per quanto in generale prosperino costĂ generalmente gli olivi, i gelsi e le viti, che, insieme con i pascoli, le messi di cereali e il taglio dei boschi di cerri e lecci, costituiscono le maggiori produzioni della contrada. â La carne dei castrati e i formaggi degli armenti che si alimentano nelle praterie naturali di questo distretto sono delicati e buoni al pari di quelli degli altri luoghi delle Crete senesi.
Fra le produzioni minerali sarebbero di maggior profitto i marmi bianchi di Gallena, e della Sughera, se vi fossero intraprenditori di quelle cave; al che potrebbe aggiungersi per lâuso medico la sorgente di acqua acidula solforosa del pian di Gallena, qualora il territorio senese non abbondasse anche troppo di simili acque minerali. â Vedere ACQUE MINERALI.
Con Motuproprio del dĂŹ 2 giugno 1777, relativo allâorganizzazione delle ComunitĂ dello stato Senese, vennero riunite a quella di Casole tre preesistenti ComunitĂ con 12 comunelli. Fra le prime erano Casole, Mensano e Monteguidi. Formavano gli antichi comunelli: 1. la Pieve a Scuola; 2. Marmoraia e Maggiano; 3. Radi di Montagna; 4. Pietralata; 5. Pernina; 6. Sughera ; 7.
Vergene; 8. Mugnano di Montagna; 9. Gallena; 10.
Cotorniano; 11. Castiglion Balsetti; 12. Castel della Selva.
Si ĂŠ tenuto in Casole fino al declinare del secolo XVIII un mercato settimanale nei giorni di mercoledĂŹ; adesso vi si pratica una sola antica fiera il 29 settembre, la quale continua per tre giorni.
La ComunitĂ mantiene un medico, un chirurgo e due maestri di scuole elementari.
Risiede in Casole un Vicario Regio in luogo dellâantico Capitano di giustizia. Esso esercita la giurisdizione civile e criminale sopra tutta la ComunitĂ di Casole, e da esso dipendono per gli atti di Buongoverno, e per cause criminali i potestĂ di Chiusdino, Radicondoli e Montieri.
Rapporto alla polizia, il Vicario Regio di Casole riceve gli ordini del Governatore di Siena, dove è la conservazione delle ipoteche e la Ruota. La cancelleria Comunitativa, e lâufizio dellâesazione del Registro stanno in Radicondoli.
POPOLAZIONE della Comunità di CASOLE a tre epoche diverse - nome del luogo: CASOLE, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Collegiata), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 940, abitanti anno 1745: n° 760, abitanti anno 1833: n° 1113 - nome del luogo: Gallena, titolo della chiesa: S. Pietro (Cura), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 73, abitanti anno 1745: n° 92, abitanti anno 1833: n° - nome del luogo: Lucciana, titolo della chiesa: SS. Giusto e Lucia (Cura), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 96, abitanti anno 1745: n° 56, abitanti anno 1833: n° 61 - nome del luogo: Marmoraja, titolo della chiesa: S. Maria (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 360, abitanti anno 1745: n° 275, abitanti anno 1833: n° - nome del luogo: *Mensano, titolo della chiesa: S.
Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 479, abitanti anno 1745: n° 463, abitanti anno 1833: n° 489 - nome del luogo: *Monteguidi, titolo della chiesa: SS.
Lorenzo e Andrea (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 328, abitanti anno 1745: n° 254, abitanti anno 1833: n° 371 - nome del luogo: Pernina, titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 147, abitanti anno 1745: n° 274, abitanti anno 1833: n° 277 - nome del luogo: Pietralata e Vergene, titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 120, abitanti anno 1745: n° 120, abitanti anno 1833: n° 131 - nome del luogo: Pieve a Scuola, titolo della chiesa: S.
Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 226, abitanti anno 1745: n° 146, abitanti anno 1833: n° 201 - nome del luogo: Pusciano, titolo della chiesa: S. Michele (Cura), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 54, abitanti anno 1745: n° 177, abitanti anno 1833: n° 244 - nome del luogo: Querceto di Elsa, titolo della chiesa: S.
Tommaso (Cura), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 130, abitanti anno 1745: n° 179, abitanti anno 1833: n° 238 - nome del luogo: *Scorgiano, titolo della chiesa: S. Fiora (Cura), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 145, abitanti anno 1745: n° 339, abitanti anno 1833: n° - nome del luogo: *Selva e Cotorniano, titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo (Cura), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 175, abitanti anno 1745: n° 159, abitanti anno 1833: n° 189 - Somma abitanti anno 1640: n° 3279 - Somma abitanti anno 1745: n° 3294 Frazione di popolazioni provenienti da altre ComunitĂ - nome del luogo: Radi di Montagna o Simignano, titolo della chiesa: S. Maria in S. Magno (Cura), comunitĂ da cui proviene: Sovicille, abitanti anno 1833: n° 34 - TOTALE abitanti anno 1833: n° 3991 I Luoghi contrassegnati con lâasterisco mandano una parte di popolazione nelle ComunitĂ limitrofe, sotto le quali sarĂ riportata la frazione che qui manca.
Risiede sullâalto-piano dei poggi che si distendono fra il Cornocchio di Gerfalco e la Montagnola di Siena, e che separano la Valle dellâElsa da quelle della Cecina.
Trovasi nel grado 28° 42â5â di longitudine e 43° 20â4â di latitudine, 17 miglia toscane a ponente di Siena, 12 a scirocco di Volterra, e 7 a libeccio di Colle.
Ă di forma bislunga con due sole porte. Quella settentrionale che guida a Colle portava il nome della Pieve a Valli; lâaltra verso ostro che guarda Radicondoli chiamavasi la porta della Pieve di Monti, forse perchè di lĂ si usciva per quella pieve da lungo tempo trasferita a Malcavoli.
Le sue mura castellane costruite nel secolo XIV furono in gran parte rovinate dallâesercito austro-ispano nellâultima guerra di Siena (anno 1544); e la rocca situata presso la porta superiore della Terra, attualmente è convertita in Pretorio.
Da una porta allâaltra vi è la strada principale lastricata, lunga circa 600, e larga 11 passi. Nel mezzo di essa avvi la piazza con la canonica e la chiesa maggiore, di contro alla quale vedesi il palazzo che fu della illustre famiglia Aringhieri del Porrina.
La chiesa principale, che è una delle piĂš insigni collegiate dello stato Senese, fu rifabbricata nel secolo XII, ornata di cenotafi, e di buone dipinture nei secoli XIV e XVII; e aâtempi nostri con poca avvedutezza dalla sua originale struttura guasta e alterata.
Si trova fatta menzione di questa Terra nellâanno 896, quando Adalberto marchese di Toscana la donò ad Alboino vescovo di Volterra, dalla cui giurisdizione spirituale Casole dipendeva. Arrigo VI piĂš tardi (nel 1186) confermò la giurisdizione civile di Casole al vescovo Ildebrando Pannocchieschi; i di cui parenti ebbero per qualche tempo signoria in Casole, sotto lâaccomandigia, ora dei Vescovi e del Comune di Volterra, ora della Repubblica senese. Questâultima vi pose un presidio sino dal secolo XIII, espulso nel 1259 dallâoste fiorentina, che dovè tantosto abbandonare dopo la battaglia di Montaperti. Mercè la quale, nel parlamento dâEmpoli, e nel trattato di Castelfiorentino (25 novembre 1260) fu confermato ai Senesi il dominio di Casole, di Radicondoli e di altri castelli al di lĂ della Montagnola.
Ai Senesi si ribellarono i Casolani nel passaggio di Arrigo VII (1312 e 1313) per impulso di un potente barone di quella contrada (Ranieri del Porrina). Morto Arrigo di Lussemburgo, la Signoria di Siena spedĂŹ gente armata sotto Casole, (settembre 1313) che non potè riavere se non a condizioni assai favorevoli per i Casolani; siccome apparisce dalla convenzione del 13 aprile 1314, conservata in Siena nel Kaleffo dellâAssunta. In due di quei capitoli i Senesi promisero di conservare lâintegritĂ del distretto e giurisdizione di Casole, e di difendere questa Terra e i suoi abitanti presso la corte di Roma, stante lâinimicizia insorta fra essi e il vescovo di Volterra.
Riaccesi nuovi scandali e guerre civili fra i Casolani, essi adunatisi in pubblico parlamento nella chiesa plebana nel 1352, deliberarono di sottoporre liberamente la Terra e distretto di Casole al supremo impero dei signori Nove di Siena. Una tale dedizione però fu di breve durata: poichè dallâubbidienza dei Nove quei terrazzani si discostarono pochi anni dopo. Per assicurarsi da altre ribellioni, il Comune di Siena fece fabbricare nel 1359 la rocca o cassero, obbligando i Casolani a pagare le spese, e ad altri tributi di vassallaggio.
Fu nei contorni di Casole, dove seguĂŹ nel 1366 un fatto dâarmi fra i Senesi e la compagnia inglese comandata dallâAugusto; e costĂ si accamparono nel 1479 i Fiorentini, i quali dopo quattro giorni di blocco assalirono e saccheggiarono nel 21 giugno la Terra, impossessandosi nel tempo stesso della rocca, la quale fu riconquistata poco dopo dai Senesi, dal cui governo Casole mai piĂš si separò nei secoli successivi.
Nel 1553, per consiglio di Pietro Strozzi, la Repubblica senese ordinò che si demolisse una parte dei subborghi di Casole per eseguire intorno al castello le opportune fortificazioni, onde far fronte allâesercito condotto dal marchese di Marignano allâassedio di Casole, che gli aprĂŹ le porte, nel 1554, a patti che il vincitore per altro non mantenne.
Lo statuto di questa Terra, esistente tuttora nelle Riformagioni di Siena, è scritto in pergamena con la data dellâanno 1492.
Nel secolo XII, mentre Casole dipendeva dai vescovi di Volterra ebbe una zecca, dove si coniava moneta erosa, la cui lega conteneva unâoncia e un terzo di argento fine per libbra. (TARGIONI, Viaggi) Importante per le arti è la chiesa collegiata non tanto per lâantichitĂ della fabbrica, quanto per un deposito, ricco di figure e di basso-rilievi, scolpito da Gano di Siena, e innalzato a Tommaso Andrei, o dâAndrea da Casole, che morĂŹ vescovo di Pistoja nel luglio del 1303. â Un altro sarcofago con la figura di Beltramo del Porrina dei nobili di Casole, e unâurna di Ranieri Porrini, o del Porrina, vescovo di Cremona nella cappella della famiglia, aggiungono ornamento alla collegiata, in un pilastro della quale con caratteri del tempo conservasi la memoria della sua consacrazione, fatta da Villano arcivescovo di Pisa, da Giulio vescovo di Firenze e da Galgano vescovo di Volterra, nellâanno 1161.
Il tempio è di una sola navata, lungo braccia 70, largo 25, nella crociata braccia 38, e alto braccia 30. Aveva 12 altari con 2 cappelle; in una di esse esiste una tavola della Visitazione dipinta dal Pacchiarotti, modernamente mal ritoccata. Nellâaltar maggiore vi sono piccole storie egregiamente colorite da Alessandro Casolani che portò il casato dalla sua patria, e di cui sono gli affreschi della chiesa suburbana di S. Niccolò.
La collegiata di Casole, Caposesto della Diocesi Volterrana, ha i canonici e 9 cappellani. La prima e unica dignità è quella del pievano col titolo di preposto e protonotario Apostolico. Era di nomina dei pontefici, i quali vi destinavano nobili senesi e fra essi talvolta dei cardinali. Fu infatti preposto di Casole il cardinale Francesco Piccolomini, prima che salisse sulla cattedra di S. Pietro col nome di Pio III. Sino dal secolo XIV trovavasi aggregato a questa pieve il popolo di Grecienza con le sue cappelle, quando la chiesa di Casole era matrice di otto popoli, cioè, 1. Coronna, distrutta; 2.
Lucciana; 3. Pusciano; 4. Ponzano; 5. Leccioli, soppresso; 6. Berignone, soppresso; 7. Mensanello; 8. Montecalvaiano, soppresso. â Vi era inoltre in Casole la chiesa e ospedale di S. Giovanni membro dellâArcis pedale di S. Spirito di Roma, lâoratorio di S.
Tommaso fondato nel 1296 dal casolano vescovo di Pistoja giĂ rammentato. La chiesa della SS. Annunziata e il convento dei Serviti di Casole, fu soppresso dal pontefice Innocenzo X che unĂŹ le sue entrate al seminario di Volterra, con obbligo di mantenere due seminaristi Casolani.
A un quarto di miglio da Casole, nella collina tufacea di S. Niccolò fu scavato, nel 1744, un sepolcreto etrusco copioso di urne di tufo, di vasetti e anfore diverse, alcune delle quali di terra finissima con vernice nera, varie altre senza vernice e di tinta rossa naturale.
Un altro consimile Ipogeo fu scoperto nel principio del secolo attuale nel giardino Simonetti dalla parte opposta della collina di S. Niccolò a pochissima distanza dalla Terra; lo che conferma lâantichitĂ del paese, di cui per altro è facile che siasi perduto il primo nome.
Casole fu patria di vari uomini celebri. Per religiose virtÚ Tommaso Andrei vescovo di Pistoja, Ranieri del Porrina vescovo di Cremona, e il Beato Ruggieri Domenicano vescovo di Siena. Nella toga si segnalarono Niccolò di Francesco Aringhieri del Porrina e Mariano Galgano, dotti giureconsulti; mentre nelle belle arti si distinse Alessandro Casolani allievo di Arcangelo Salimbeni pittore senese nel secolo XVII.
ComunitĂ di Casole. Il territorio comunitativo di Casole ammonta a 43280 quadrati, 969 dei quali sono occupati da corsi dâacqua e da strade. Vi si contano 3991 abitanti a proporzione di 76 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
La figura corografica di questo distretto rappresenta due poliedri insieme collegati dal lato piĂš breve, nella quale situazione trovasi il capoluogo.
Confina con 7 comunitĂ , e quasi sempre per termini artificiali. Avvegnachè non vi ha che lâalveo della Cecina, il quale dal lato occidentale serve di demarcazione tra questa e la ComunitĂ di Castelnuovo di Cecina, a partire dalla confluenza del fosso di Maternaccia, che scende da Monteguidi, sino di fronte allo sbocco di Cecina del torrente Pavone, dove trova la ComunitĂ di Volterra. Con questa, piegando da ponente a maestro, attraversa il torrente Sellate, rimonta il fosso dellâAcquabuona sino alla sua sorgente, dove volta faccia, prima da maestro a settentrione, e un miglio dopo da settentrione a ponente- maestro, ripassando alla destra del torrente Sellate.
Giunta allâalto-piano dei poggi di Casole, lascia la ComunitĂ di Volterra, e tocca quella di Colle, con la quale per termini artificiali si dirige a settentrione della parrocchia di Lucciana. Di lĂ volgendosi a grecale entra nellâalveo del torrente Senna, che dopo aver rimontato per circa un miglio abbandona sulla Montagnuola, dove la ComunitĂ di Casole forma quasi un semicerchio rientrante, nel cui corno orientale incontra la ComunitĂ di Monte Riggioni. Con essa si accompagna, prima lungo la strada che da Scorgiano guida a Siena, poi mediante termini artificiali e il rio di Arnano, lungo il quale rio, voltando la fronte a grecale-levante subentra la ComunitĂ di Sovicille.
Da questâultimo punto per termini artificiali percorre lungo il crinale della Montagnola verso le sorgenti dellâElsa passando per il Castellaccio della Sughera.
Vicino a questo trova le scaturigini del torrente Rosia, il cui corso seconda sino alla confluenza del fosso Maritonda, dove lascia la ComunitĂ di Sovicille e fronteggia dal lato di ostro con quella di Chiusdino, quasi sempre per termini artificiali, sino a che arriva nel torrente Foci tributario della Merse. Sottentra costĂ alla ComunitĂ di Chiusdino quella di Radicondoli dal lato di ostro- libeccio, prima mediante il torrente Foci, poi per termini artificiali o per segmenti di borri e fossi, fra i quali il Vetrialla, il Calvaiano, il Riputine, e quello di Maternaccia, con lâultimo dei quali ritorna in Cecina a confine con Castelnuovo. Fra i maggiori corpi di acqua che percorrono il territorio di Casole, eccettuando il fiume Cecina che ne lambisce i confini dal lato di libeccio, vi sono i torrenti Sellate, Senna e Vetrialla. Il primo nasce sulla pendice occidentale dei poggi di Casole, attraversa il suo territorio per circa tre miglia da settentrione a ostro, e per due miglia da ostro a ponente, mentre il restante del suo corso lo compisce nella ComunitĂ di Volterra attorno alle pendici occidentali del monte di Berignone prima di vuotarsi nel Fosci della Cecina. Il torrente Senna scaturisce sul confine meridionale della ComunitĂ fra Mensano e la Selva. Esso corre da ostro a settentrione bagnando le pendici orientali delle colline di Casole innanzi di confluire nellâElsa. Nel fianco opposto alle fonti del Senna sorge il torrente Vetrialla fra Mensano e Radicondoli, nel di cui territorio entra un miglio lungi dalla sua sorgente per dirigersi nel fiume Cecina dirimpetto a Monte Castelli.
Dentro questo perimetro, quasi tutto montuoso, non passano strade regie nè provinciali. Fra le comunitative rotabili contasi quella che da Casole porta alle Corti, dove biforca per Colle alto e Colle basso. Avvene unâaltra che potrebbe divenire rotabile fra Casole e Radicondoli.
Finalmente un terzo tronco di strada carreggiabile parte da Scorgiano e per la pieve di Marmoraia varca alla villa di Celsa il dorso della Montagnola per dirigersi a Siena attraverso il piano di Rosia. La struttura fisica e disposizione geognostica del terreno spettante alla ComunitĂ di Casole riesce intralciata al pari della figura iconografica del suo territorio. Poichè a levante comparisce la calcarea sublamellare e quella cavernosa con lo schisto argillo-calcareo di tinta laterizia, o bruna, come lo ĂŠ nella Montagnola alla pieve di Marmoraia e a Gallena. Dal lato australe dappresso a Casole è una breccia o pudinga ghiajosa: mentre le rocce serpentinose si trovano a ponente del capoluogo, come pure fra Mensano e la Selva si veggono emergere di sotto alla calcarea compatta. Questâultima roccia si riaffaccia dal lato di settentrione e di ponente fra i tufi siliceo-calcarei, e il mattajone (marna cerulea conchigliare), che è il terreno il piĂš copioso di tutti i nominati, quello cioè che costituisce la crosta, visibile delle frastagliate piagge interposte fra la Cecina e lâElsa, il di cui alto-piano è ricoperto da un tufo giallastro marino o da una minuta ghiaia e renischio conchigliare. Lâaria di questa contrada è sana, elastica, ventilata e non troppo calda nellâestate; cruda bensĂŹ nellâinverno nei luoghi piĂš isolati, per quanto in generale prosperino costĂ generalmente gli olivi, i gelsi e le viti, che, insieme con i pascoli, le messi di cereali e il taglio dei boschi di cerri e lecci, costituiscono le maggiori produzioni della contrada. â La carne dei castrati e i formaggi degli armenti che si alimentano nelle praterie naturali di questo distretto sono delicati e buoni al pari di quelli degli altri luoghi delle Crete senesi.
Fra le produzioni minerali sarebbero di maggior profitto i marmi bianchi di Gallena, e della Sughera, se vi fossero intraprenditori di quelle cave; al che potrebbe aggiungersi per lâuso medico la sorgente di acqua acidula solforosa del pian di Gallena, qualora il territorio senese non abbondasse anche troppo di simili acque minerali. â Vedere ACQUE MINERALI.
Con Motuproprio del dĂŹ 2 giugno 1777, relativo allâorganizzazione delle ComunitĂ dello stato Senese, vennero riunite a quella di Casole tre preesistenti ComunitĂ con 12 comunelli. Fra le prime erano Casole, Mensano e Monteguidi. Formavano gli antichi comunelli: 1. la Pieve a Scuola; 2. Marmoraia e Maggiano; 3. Radi di Montagna; 4. Pietralata; 5. Pernina; 6. Sughera ; 7.
Vergene; 8. Mugnano di Montagna; 9. Gallena; 10.
Cotorniano; 11. Castiglion Balsetti; 12. Castel della Selva.
Si ĂŠ tenuto in Casole fino al declinare del secolo XVIII un mercato settimanale nei giorni di mercoledĂŹ; adesso vi si pratica una sola antica fiera il 29 settembre, la quale continua per tre giorni.
La ComunitĂ mantiene un medico, un chirurgo e due maestri di scuole elementari.
Risiede in Casole un Vicario Regio in luogo dellâantico Capitano di giustizia. Esso esercita la giurisdizione civile e criminale sopra tutta la ComunitĂ di Casole, e da esso dipendono per gli atti di Buongoverno, e per cause criminali i potestĂ di Chiusdino, Radicondoli e Montieri.
Rapporto alla polizia, il Vicario Regio di Casole riceve gli ordini del Governatore di Siena, dove è la conservazione delle ipoteche e la Ruota. La cancelleria Comunitativa, e lâufizio dellâesazione del Registro stanno in Radicondoli.
POPOLAZIONE della Comunità di CASOLE a tre epoche diverse - nome del luogo: CASOLE, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Collegiata), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 940, abitanti anno 1745: n° 760, abitanti anno 1833: n° 1113 - nome del luogo: Gallena, titolo della chiesa: S. Pietro (Cura), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 73, abitanti anno 1745: n° 92, abitanti anno 1833: n° - nome del luogo: Lucciana, titolo della chiesa: SS. Giusto e Lucia (Cura), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 96, abitanti anno 1745: n° 56, abitanti anno 1833: n° 61 - nome del luogo: Marmoraja, titolo della chiesa: S. Maria (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 360, abitanti anno 1745: n° 275, abitanti anno 1833: n° - nome del luogo: *Mensano, titolo della chiesa: S.
Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 479, abitanti anno 1745: n° 463, abitanti anno 1833: n° 489 - nome del luogo: *Monteguidi, titolo della chiesa: SS.
Lorenzo e Andrea (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 328, abitanti anno 1745: n° 254, abitanti anno 1833: n° 371 - nome del luogo: Pernina, titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 147, abitanti anno 1745: n° 274, abitanti anno 1833: n° 277 - nome del luogo: Pietralata e Vergene, titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 120, abitanti anno 1745: n° 120, abitanti anno 1833: n° 131 - nome del luogo: Pieve a Scuola, titolo della chiesa: S.
Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 226, abitanti anno 1745: n° 146, abitanti anno 1833: n° 201 - nome del luogo: Pusciano, titolo della chiesa: S. Michele (Cura), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 54, abitanti anno 1745: n° 177, abitanti anno 1833: n° 244 - nome del luogo: Querceto di Elsa, titolo della chiesa: S.
Tommaso (Cura), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 130, abitanti anno 1745: n° 179, abitanti anno 1833: n° 238 - nome del luogo: *Scorgiano, titolo della chiesa: S. Fiora (Cura), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1640: n° 145, abitanti anno 1745: n° 339, abitanti anno 1833: n° - nome del luogo: *Selva e Cotorniano, titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo (Cura), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640: n° 175, abitanti anno 1745: n° 159, abitanti anno 1833: n° 189 - Somma abitanti anno 1640: n° 3279 - Somma abitanti anno 1745: n° 3294 Frazione di popolazioni provenienti da altre ComunitĂ - nome del luogo: Radi di Montagna o Simignano, titolo della chiesa: S. Maria in S. Magno (Cura), comunitĂ da cui proviene: Sovicille, abitanti anno 1833: n° 34 - TOTALE abitanti anno 1833: n° 3991 I Luoghi contrassegnati con lâasterisco mandano una parte di popolazione nelle ComunitĂ limitrofe, sotto le quali sarĂ riportata la frazione che qui manca.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 516.
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