EMA (S. PIETRO A) ossia IN CAMPIGLIANO
Chiesa prioria e borgata omonima, nel piviere dell'Antella, Comunità Giurisdizione e un miglio a libeccio del Bagno a Ripoli, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Fu chiesa manuale dei monaci Cluniacensi, poi Olivetani di S. Miniato al Monte, sino da quando l'imperatore Corrado I con diploma dell’11 marzo 1038 minacciò pene a coloro che avessero recato molestia ai beni della chiesa di S. Pietro a Ema, ch'era stata edificata un secolo prima nel luogo di Campigliano o Campignano.
Infatti, nel novembre del 1046, il conte Bernardo del fu conte Adimaro, per il bastone che teneva in mano, rinunziò alla chiesa di S. Pietro a Ema, le terre che esso alla medesima contrastava, le quali erano poste a Ripa, nell'Isola d'Ema , a Fontanelle e a Fornace. (ARCH.
DIPL. FIOR. Carte della Badia a Settimo .) Non è da decidere, se trattavasi delle stesse terre ritolte dagli eredi del Conte Bernardo, quando uno di essi, il Conte Guido Borgnone di Capraja, con atto pubblico del 18 marzo 1184, stando in Corte nuova, rinunziò al monastero di S. Miniato al Monte, un pezzo di terra posta a Campigliano nel popolo di S. Pietro a Ema. – Vedere CORTE NUOVA nel Val d'Arno inferiore.
La chiesa di S. Pietro a Ema ritornò sotto la libera disposizione della mensa vescovile di Firenze per rinunzia fatta, nei 21 agosto 1373, dai monaci Olivetani di S.
Miniato al Monte; i quali però si ritennero una parte de’suoi beni.
Fu dichiarata prioria con decreto dell'arcivescovo Martini dei 13 luglio 1798; e nell'anno 1817 è stata restaurata e ampliata dal priore Luigi Villa suo zelante pastore.
La parrocchia prioriale di S. Pietro a Ema ha 717 abitanti.
Fu chiesa manuale dei monaci Cluniacensi, poi Olivetani di S. Miniato al Monte, sino da quando l'imperatore Corrado I con diploma dell’11 marzo 1038 minacciò pene a coloro che avessero recato molestia ai beni della chiesa di S. Pietro a Ema, ch'era stata edificata un secolo prima nel luogo di Campigliano o Campignano.
Infatti, nel novembre del 1046, il conte Bernardo del fu conte Adimaro, per il bastone che teneva in mano, rinunziò alla chiesa di S. Pietro a Ema, le terre che esso alla medesima contrastava, le quali erano poste a Ripa, nell'Isola d'Ema , a Fontanelle e a Fornace. (ARCH.
DIPL. FIOR. Carte della Badia a Settimo .) Non è da decidere, se trattavasi delle stesse terre ritolte dagli eredi del Conte Bernardo, quando uno di essi, il Conte Guido Borgnone di Capraja, con atto pubblico del 18 marzo 1184, stando in Corte nuova, rinunziò al monastero di S. Miniato al Monte, un pezzo di terra posta a Campigliano nel popolo di S. Pietro a Ema. – Vedere CORTE NUOVA nel Val d'Arno inferiore.
La chiesa di S. Pietro a Ema ritornò sotto la libera disposizione della mensa vescovile di Firenze per rinunzia fatta, nei 21 agosto 1373, dai monaci Olivetani di S.
Miniato al Monte; i quali però si ritennero una parte de’suoi beni.
Fu dichiarata prioria con decreto dell'arcivescovo Martini dei 13 luglio 1798; e nell'anno 1817 è stata restaurata e ampliata dal priore Luigi Villa suo zelante pastore.
La parrocchia prioriale di S. Pietro a Ema ha 717 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 55.
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