FIGLINE DI MONTAJONE
(Fighini Castrum) in Val d’Evola.
Villa, già castello da cui trasse origine e cognome un’antica famiglia (de’Figlinesi), dove più tardi acquistò podere, e passò i suoi ozi poetando il celebre senatore fiorentino Vincenzio da Filicaja, con chiesa parrocchiale (SS. Cristoforo e Antonio abate) nel piviere, Comunità Giurisdizione e circa un miglio toscano a scirocco di Montajone, Diocesi di volterra, Compartimento di Firenze.
Risiede sopra il poggio Allione fra Montajone, S. Vivaldo e Gambassi, presso le sorgenti del Rio petroso , che scende a levante per tributare le sue acque nel fiume Elsa, mentre dalla parte di ponente scorre poco più lungi di là la fiumana dell’Evola e la strada provinciale che da Montajone conduce a S. Cristina, dove si congiunge alla strada Regia Volterrana che viene da Castel fiorentino.
Se io non m’inganno a partito, o le memorie di questo paese non sono più antiche del secolo XII, o esse si perdono e furono comuni con quelle dei distrutti castelli dei conti rurali di Camporena e di Montecuccari. – Vedere MONTECUCCARI in Val d’Era.
Lo storiografo Montajonese, Ammirato il giovane, nelle vite dei vescovi Volterrani, dopo aver rammentato, sotto l’anno 1161 di gennajo, l’alienazione fatta a favore della chiesa di Volterra di tuttociò che alcuni conti rurali possedevano nei distretti di Montecuccari, di Camporena, di Ceddra, ec. egli aggiunge, che per atto rogato nel febbrajo del 1183 diversi individui della medesima consorteria sottomisero all’accomandigia di Ugo dei Saladini vescovo di Volterra essi e i loro castelli di Gambassi e di Figline con le respettive curie e distretti.
Dalla quale accomandigia probabilmente derivò il diritto per cui il vescovo Volterrano, Ildebrando Pannocchieschi, ottenne dal re Arrigo VI vivente l’imperatore Federigo I di lui padre un privilegio nel 1186, col quale gli fu confermata la signoria di Montecuccari: comecchè ivi non si rammenti il castello di Figline stato già ai vescovi Volterrani pochi anni innanzi dai loro signori raccomandato.
Contuttociò questo Figline per lunga pezza fece parte del distretto di Montajone, aderente al governo e territorio di San Miniato, siccome apparisce dal trattato relativo alla demarcazione e ricognizione dei confini fra il contado di Sanminiato e il distretto della Repubblica fiorentina sotto l’anno 1297. Essendochè ivi sono topicamente specificati i luoghi e i nomi dei termini artificiali e naturali per servire di limite fra la Comunità di Gambassi spettante al territorio fiorentino e quella di Montajone appartenente al Comune di Sanminiato; vale a dire: A loco Ebulae sursus versus levantem usque ad podium de Allione propter vallem quae dicitur Aquabona, et a podio de Allione usque in fossato qui est inter villam de Fighino et silvam de Ritondulo, et sicut trahit ipse fossatus usque, sive prope Castellare, seu Castellaccium; et ab inde in antea sicut trahit inter terram costiam recte ad Bulneum de Fighino, etc.
Le quali espressioni, secondo il testo del trattato, ci danno a conoscere, che nell’anno 1297 Figline era ridotta a una semplice villa, e che il suo antico castello, o rocca che fosse, era già ridotto a castellare o castellaccio, vale a dire demolito molto tempo innanzi che Montajone con Figline e altri paesi si separassero dal distretto Sanminiatese per essere incorporati al contado di Firenze, siccome avvenne nell’anno 1369 (LAMI, Monum. Eccl.
Flor. – MANNI, Sigilli antichi. T. XVI. Sigillo 9.) Venuto Figline in potere della Repubblica fiorentina, anche i signori di quel villaggio furono ammessi con tutta la consorteria alla cittadinanza di Firenze, conservando i beni allodiali e il giuspadronato della chiesa parrocchiale de’SS. Cristofano e Antonio.
Il trattato del 1297 poc’anzi accennato rammenta sulla linea di confine fra le Comunità di Gambassi e di Montajone un Bagno di Figline; bagno ossia terma, da lungo tempo distrutto, e i di cui avanzi con impiantito a mosaico e torsi di statue di marmo , scoperti presso la villa de’signori da Filicaja, richiamano attualmente le lodevoli cure di quei proprietarj. Forse allo stesso romano edifizio poterono appartenere alcuni cimelii stati trovati nei tempi trapassati all’occasione di lavorare il suolo intorno a Figline, dove restano ancora due piccole torri erette in quelle alture all’età dei conti rurali.
Alla sua villa di Figline con tanto trasporto accorreva il celebre poeta Vincenzio da Filicaja, che nel ritornare di costà a Firenze, mentre descriveva i sommi pregj della stessa città, terminò un suo sonetto col dire: … altro difetto Non trovo in voi che il non aver Figline.
La parrocchie de’SS. Cristofano e Antonio a Figline conta 241 abitanti.
Risiede sopra il poggio Allione fra Montajone, S. Vivaldo e Gambassi, presso le sorgenti del Rio petroso , che scende a levante per tributare le sue acque nel fiume Elsa, mentre dalla parte di ponente scorre poco più lungi di là la fiumana dell’Evola e la strada provinciale che da Montajone conduce a S. Cristina, dove si congiunge alla strada Regia Volterrana che viene da Castel fiorentino.
Se io non m’inganno a partito, o le memorie di questo paese non sono più antiche del secolo XII, o esse si perdono e furono comuni con quelle dei distrutti castelli dei conti rurali di Camporena e di Montecuccari. – Vedere MONTECUCCARI in Val d’Era.
Lo storiografo Montajonese, Ammirato il giovane, nelle vite dei vescovi Volterrani, dopo aver rammentato, sotto l’anno 1161 di gennajo, l’alienazione fatta a favore della chiesa di Volterra di tuttociò che alcuni conti rurali possedevano nei distretti di Montecuccari, di Camporena, di Ceddra, ec. egli aggiunge, che per atto rogato nel febbrajo del 1183 diversi individui della medesima consorteria sottomisero all’accomandigia di Ugo dei Saladini vescovo di Volterra essi e i loro castelli di Gambassi e di Figline con le respettive curie e distretti.
Dalla quale accomandigia probabilmente derivò il diritto per cui il vescovo Volterrano, Ildebrando Pannocchieschi, ottenne dal re Arrigo VI vivente l’imperatore Federigo I di lui padre un privilegio nel 1186, col quale gli fu confermata la signoria di Montecuccari: comecchè ivi non si rammenti il castello di Figline stato già ai vescovi Volterrani pochi anni innanzi dai loro signori raccomandato.
Contuttociò questo Figline per lunga pezza fece parte del distretto di Montajone, aderente al governo e territorio di San Miniato, siccome apparisce dal trattato relativo alla demarcazione e ricognizione dei confini fra il contado di Sanminiato e il distretto della Repubblica fiorentina sotto l’anno 1297. Essendochè ivi sono topicamente specificati i luoghi e i nomi dei termini artificiali e naturali per servire di limite fra la Comunità di Gambassi spettante al territorio fiorentino e quella di Montajone appartenente al Comune di Sanminiato; vale a dire: A loco Ebulae sursus versus levantem usque ad podium de Allione propter vallem quae dicitur Aquabona, et a podio de Allione usque in fossato qui est inter villam de Fighino et silvam de Ritondulo, et sicut trahit ipse fossatus usque, sive prope Castellare, seu Castellaccium; et ab inde in antea sicut trahit inter terram costiam recte ad Bulneum de Fighino, etc.
Le quali espressioni, secondo il testo del trattato, ci danno a conoscere, che nell’anno 1297 Figline era ridotta a una semplice villa, e che il suo antico castello, o rocca che fosse, era già ridotto a castellare o castellaccio, vale a dire demolito molto tempo innanzi che Montajone con Figline e altri paesi si separassero dal distretto Sanminiatese per essere incorporati al contado di Firenze, siccome avvenne nell’anno 1369 (LAMI, Monum. Eccl.
Flor. – MANNI, Sigilli antichi. T. XVI. Sigillo 9.) Venuto Figline in potere della Repubblica fiorentina, anche i signori di quel villaggio furono ammessi con tutta la consorteria alla cittadinanza di Firenze, conservando i beni allodiali e il giuspadronato della chiesa parrocchiale de’SS. Cristofano e Antonio.
Il trattato del 1297 poc’anzi accennato rammenta sulla linea di confine fra le Comunità di Gambassi e di Montajone un Bagno di Figline; bagno ossia terma, da lungo tempo distrutto, e i di cui avanzi con impiantito a mosaico e torsi di statue di marmo , scoperti presso la villa de’signori da Filicaja, richiamano attualmente le lodevoli cure di quei proprietarj. Forse allo stesso romano edifizio poterono appartenere alcuni cimelii stati trovati nei tempi trapassati all’occasione di lavorare il suolo intorno a Figline, dove restano ancora due piccole torri erette in quelle alture all’età dei conti rurali.
Alla sua villa di Figline con tanto trasporto accorreva il celebre poeta Vincenzio da Filicaja, che nel ritornare di costà a Firenze, mentre descriveva i sommi pregj della stessa città, terminò un suo sonetto col dire: … altro difetto Non trovo in voi che il non aver Figline.
La parrocchie de’SS. Cristofano e Antonio a Figline conta 241 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 139.
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