GALEATA
(Galiata, giĂ Caligata) nella Valle del Bidente.
â Borgo dove fu un castello, attualmente capoluogo di comunitĂ , residenza di un potestĂ di terza classe sotto il Vicariato R. della Rocca S. Casciano, con antica chiesa arcipretura (S. Pietro in Bosco) nella Diocesi di San Sepolcro, giĂ della badia di S. Ellero, in origine di Forlinpopoli e Bertinoro, Compartimento di Firenze.
Ă situato sulla sinistra del fiume Bidente lungo la strada provinciale che da ForlĂŹ per Meldola e Civitella di Galeata rimonta la valle dei tre Bidenti. â Il borgo principale è fiancheggiato da decenti abitazioni, per la maggior parte fornite di portici, con vasta piazza per i marcati situata alla testa del borgo. â Trovasi nel gr. 29° 34â 4â longitudine e 44° latitudine; 8 miglia toscane a scirocco della Rocca S. Casciano, 16 miglia toscane a ostro di ForlĂŹ, 3 e 1/2 a settentrione di Santa Sofia, e 12 miglia toscane circa a settentrione-maestro di Bagno.
Favoleggiarono molti scrittori sullâorigine e sul nome di questo luogo. Taluni lo tennero per un romano municipio denominato Mevaniola, cui diedero impulso varie iscrizioni antiche trovate presso Galeata, ora nella chiesa arcipretura; fra le quali è nota quella scolpita nel piedistallo di marmo grechetto, che serve attualmente di base e di bacino al fonte battesimale.
Ivi si legge in bel carattere del primo o secondo secolo dellâera nostra la seguente iscrizione: â Q VELCENNAE L F STEL. PROCULO DECURIONI MEVANIOLAE CC. MM PATRONO HONORE CONTENTUS IMPENDIUM REMISIT ET (pro) DEDICATIONE STATUAE NUMER COLL IPSORUM SPORTUL.
DEDIT SING DENARIOS BINOS. L. D. D. D.
Altri vi furono i quali, esaminando la situazione di Galeata posta nel fondo di unâangusta valle, e il suo pristino nome di Caligata, sospettarono che dovesse attribuire la sua denominazione al verbo caligo , quasi luogo nebuloso e fosco; comecchè i piĂš siano di parere, che costĂ in Caligata si stabilissero molti lavoranti di Calceari (Caligarii), tanto piĂš che di predj di Caligarj, situati in codeste parti, trovasi fatta menzione fra le antiche carte dellâarchivio arcivescovile di Ravenna.
Arroge a ciò il caso di vedere tuttora in Galeata le arti deâcalzolai e deâ sarti le piĂš numerose e piĂš costantemente esercitate dal popolo, che ne ha fatto sempre un articolo di sua maggiore industria manifatturiera, e di commercio nei mercati settimanali.
Il principio della storia meno incerta di Galeata può attaccarsi a quello della sua celebre badia di S. Ellero situata sul poggio sovrastante al borgo di Galeata dal lato di ponente-maestro, la quale badia può dirsi senza dubbio la piĂš antica di quante se ne conobbero nella Toscana, e nella Romagna granducale. â Vedere ABAZIA DI GALEATA.
Quindi non è da tenersi in gran conto la vaga tradizione sorta nei secoli piÚ prossimi alla nostra età di un palazzo di campagna che fece costruire il re Teodorico a grecale del poggio di S. Ellero, in una collina luogo detto la Saetta , mezzo miglio toscano a settentrione di Galeata.
Che però nei secoli anteriori al mille Galeata, o Calicata, come allora veniva appellata, non fosse che un piccolo luogo dipendente dai monaci di S. Ellero, ne lo assicura una lettera del papa Adriano I scritta a Carlo Magno (anno 786), e una bolla di Gregorio V allâarcivescovo di Ravenna (anno 996), dai quali due Pont. Galeata fu designata col titolo di vico, di luogo, o di predio . â Adriano I con quella lettera reclamava presso il nuovo re di Lombardia i danni fatte dalle genti condotte in cotesti monti dal suo duca fiorentino Gundibrando, perchè egli aveva messo a ruba gli ospizj di pertinenza del monastero di Galeata, fra i quali la corte Sassantina; corte che potrebbe corrispondere allâeremo del Sasso , altrimenti detto dellâAlpe di Cortine nei monti del Corniolo, dove sâincontrano i suoi ruderi; vale a dire poco lungi dal giogo dellâAppennino della Falterona, confine naturale della Toscana, e dellâantico contado fiesolano-fiorentino. â Vedere CORNIOLO e SASSETTO DI SANTA SOFIA.
Rapporto alla bolla di Gregorio V, allorchè confermava a Giovanni arcivescovo di Ravenna il monastero di S.
Ilario, dichiarò essere questo situato in agro cognomento Caligata.
Il paese pertanto di Galeata fino dal secolo ottavo dipendeva dallâabbate e dai monaci di S. Ilario, donato in origine da un nobile ravennate Obrizio, sebbene il castello di Galeata in seguito tornasse sottoposto ai vescovi di Bertinoro o ai loro conti. Che infatti questi ultimi, un ramo dei quali prese il titolo di conti di Ghiazzuolo, avessero qualche fiata tolto ai monaci di S. Ilario alcuni possessi e giurisdizioni, lo conferma un testamento fatto nel gennajo del 1062, col quale il conte Gherardo figlio di Ugo conte di Bertinoro fra le altre cose dispose, che nel caso in cui il di lui figlio ed erede non lasciasse successione, fosse restituito al monastero di S. Ilario tuttociò che egli possedeva in Galeata. â (FANTUZZI, Monum. Ravenn. T. I.).
La badia medesima aveva a quel tempo anco giurisdizione sul vicino castello di Civitella di Galeata, attualmente nello Stato pontificio. Quindi si trova, nellâanno 1076, che Manfredi abbate di s. Ellero col consenso deâ suoi monaci confermò a Wiperto Arciv. di Ravenna il castello di Civitella con tutte le dipendenze, e quello di Castel vecchio, situati entrambi nel contado di Forlinpopoli, pievanato di S. Pietro in Bosco, ossia di Galeata.
(ANNAL. CAMALD.). Dondechè gli abbati commendatarj di S. Ellero sino da quella età , con beneplacito, prima dei Metropolitani di Ravenna, poscia dei conti di Bertinoro, e finalmente dei principi (ERRATA : Malatesta di ForlÏ) Malatesta di Rimini, esercitarono doppia giurisd., spirituale e temporale, non solamente nel paese di Galeata, ma sopra gli abitanti della loro diocesi abbaziale; e ciò finchè i popoli di Galeata, nel 1411, si costituirono a comune con proprii statuti, e finalmente, nel 1425, si sottoposero alla Rep. fiorentina, a patti di pagare un annuo tributo a S. Giovanni Battista, e di ricever potestà e castellano dalla Signoria di Firenze.
Se non che uno dei primi ad esercitare cotesto doppio ufizio in nome della Repubblica fu quel Zanobi del Pino, che nel 1426 vilmente cedè la rocca sopra Galeata allâesercito del duca di Milano.
Lâattuale chesa maggiore ossia lâarcipretura di Galeata fu consacrata nel 1182, e la facciata restò compita nel 1194, anno di gran terremuoti, cui fu spesse fiate soggetta questa contrada.
Lâarcipretura di Galeata, sotto il titolo di S. Pietro in Bosco, attualmente ha sotto di se le seguenti quattro ch.
parrocchiali; 1. S. Zenone a S. Zeno con battistero e titolo di arcipretura; 2. S. Martino a Pianetto, giĂ convento di Minori francescani, ora prioria; 3. S. Maria al Pantano; 4.
S. Mamante a Chiesole, o a Bufalano; MOVIMENTO della popolazione di GALEATA e S.
ELLERO a tre epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 161; totalitĂ della popolazione 858.
ANNO 1745: Impuberi maschi 74; femmine 81; adulti maschi 135, fe mmine 195; coniugati dei due sessi 213; ecclesiastici 16; numero delle famiglie 128; totalitĂ della popolazione 714.
ANNO 1833: Impuberi maschi 125; femmine 146; adulti maschi 144, femmine 140; coniugati dei due sessi 350; ecclesiastici 10; numero delle fa miglie 461; totalitĂ della popolazione 1086.
Antica diocesi abbaziale di S. Ellero . â Il territorio della giurisdizione ecclesiastica e civile di Galeata ai tempi della repubblica fior. e del governo Mediceo abbracciava una gran parte delle valli superiori dei tre Bidenti, a partire dalla montagna di Falterona, e di lĂ proseguendo sulla giogana dellâAppennino per la macchia dellâOpera del Duomo di Firenze sino a quella del Sacro Eremo di Camaldoli. Confinava nelle parti di Romagna, a ponente maestro con le ComunitĂ della Rocca S. Casciano e di Premilcore nella Valle del Rabbi, mentre verso il lato di scirocco a levante era separata dalla valle del Savio mediante il contrafforte che scende dallâappennino di Prataglia fra la valle del Savio e Valbona; finalmente dal lato di grecale a settentrione terminava con i vescovati di Sarsina e di Forlinpopoli compresi attualmente per la maggior parte nello Stato pontificio. â Permodochè il territorio antico di Galeata doveva far parte, o almeno avere a confine, da ponente a maestro la tribĂš deâGalli Boi, cangiata poscia nellâEsarcato di Ravenna; da levante a grecale i popoli Sarsinatensi dellâUmbria, e a ostro- libeccio la Toscana mediante la criniera dellâAppennino.
â Vedere APPENNINO TOSCANO.
Dallâabbate di Galeata dipendeva lâabbadia allâIsola, entrambe le quali giurisdizioni abbracciavano il distretto di 32 popoli, giĂ descritti allâarticolo BADIA di S.
MARIA IN COSMEDIN. Coteste popolazioni si ridussero in seguito a 19 comunelli della comunitĂ di Galeata, descritti nel Regolamento parziale del 21 agosto 1775 relativo alla nuova organizzazione e riforma della stessa comunitĂ dipendente dallâantico distretto fiorentino.
La diocesi abbaziale di S. Ellero a Galeata fu soppressa nel 1784, e le sue chiese parrocchiali assegnate al vescovo di Sansepolcro con il titolo di abbate perpetuo di S. Ellero e di S. Maria in Cosmedin. â Vedere SANSEPOLCRO (DIOCESI DI) ComunitĂ di Galeata.
â Il territorio che costituiva lâantica comunitĂ di Galeata componevasi, siccome fu testè accennato, di 19 comunelli; ma in ordine a un decreto dellâImp. Napoleone, emanato li 9 maggio 1811, fu essa ridotta a 12 comunelli, destinando gli altri sette per la nuova comunitĂ di Santa Sofia.
Contemplata la ComunitĂ di Galeata nello stato attuale, essa occupa una superficie territoriale di 21460 quadr., dei quali 805 quadr.sono presi da strade e da corsi di acqua. â Vi si trovava nel 1833 una popolazione di 2890 abitanti, equivalenti a circa 112 individui per ogni miglio quadr. di suolo imponibile.
Confina da tre lati con altrettante comunitĂ del Granducato; dal quarto lato lambisce per termini artificiali lo Stato pontificio. Essendochè verso maestro fronteggia con la ComunitĂ della Rocca S. Casciano mediante la cresta dei poggi di Monte Colombo, che dividono la Valle del Montone da quella del Rabbi, finchè per il fosso di CĂ Martino scende in questâultimo. A tale confluenza rimonta il Rabbi che poi abbandona a ponente per entrare in un tributario del lato destro, denominato il fosso di Ripacavallo . Quivi trova a confine dal lato di libeccio la ComunitĂ di Premilcore, con la quale per termini artificiali sale sul poggio di Montalto e quindi attraversa il torrente di Fantella e la sua vallecola per ritornare sul contrafforte che separa la valle del Rabbi da quella del Bidente. In questa schiena di poggi cessa la ComunitĂ di Premilcore, e subentra verso ostro quella di Santa Sofia, con la quale il territorio di Galeata sâincammina di conserva nel fiume Bidente, che trova passata la Casa nuova della strada maestra fra Santa Sofia e Galeata. Il corso del Bidente separa per un breve tragitto dal lato di levante la ComunitĂ di Galeata dallo Stato pontificio; di fronte al quale si dirige di lĂ dal fiume, per circoscrivere le pendici del poggio della Torre Bonini finchè si accompagna per mezzo miglio toscano col torrente Soasa , e quindi rivolgersi verso il fiume Bidente, nel cui alveo rientra davanti la collina della Saetta, volgarmente appellata la villa del re Teodorico. Da questâultimo punto fino alla chiesa del Pantano il Bidente serve di limite fra la ComunitĂ di Galeata e lo Stato pontificio, col quale seguita a fronteggiare anche alla sinistra del fiume, camminando contro la corrente del fosso del Pantano per salire sui poggi che fanno cornice alla valle del Rabbi, nella quale il territorio di Galeata riscende mediante il borro di Roncaglia. CostĂ ripiega da grecale a settentrione rimontando per circa 2 miglia toscane di tragitto il corso del Rabbi, senza valutare una piccola frazione di suolo che ha questa ComunitĂ poco lungi di quĂ in mezzo allo Stato pontificio, e in fine rimonta sul vertice di Monte Colombo, dove ritorna a contatto la comunitĂ della Rocca S. Casciano.
Il territorio di Galeata è attraversato dal fiume Bidente dopo aver questo accolto in un solo alveo i tre Bidenti delle vallecole superiori; cioè il Bidente del Corniolo, quello di Valbona o di Ridracoli, e il Bidente di Strabatenza . â Vedere BIDENTE fiume.
Uno dei monti piÚ elevati di questa comunità è quello situato a levante di Galeata fra il Bidente e il torrente Soasa , il quale è segnalato da una torre, denominata del Bonini. Esso si alza 1146 br. sopra il livello del mare Adriatico.
La qualitĂ dominante del suolo di questa contrada corrisponde quasi perfettamente a quella delle altre valli trasversali alla schiena dellâAppennino, e segnatamente al terreno stato giĂ segnalato nelle valli superiori dei fiumi Savio e Santerno agli articoli BAGNO e FIRENZUOLA.
â Infatti li strati, nei quali il Bidente trovasi profondamente incassato, sono quasi tutti composti di arenaria calcarea (pietra forte) alternanti con quelli di schisto marnoso (bisciajo). La quale stratificazione il piĂš delle volte sâincontra leggermente inclinata, e in pochi rarissimi casi in giacitura contrastante con altri strati della stessa specie. Coteste rocce a luoghi racchiudono frammenti di vegetabili incarboniti, e conchiglie marine pietrificate.
Coi frantumi di queste due stratificazioni è ricoperta la valle di Galeata, dove trovasi un terreno profondamente arabile, di natura argillosa calcarea, propizio ai pascoli, alla cultura dei cereali, e piĂš che altro a quella del formentone (mais). â Vi prospera eziandio la vite, che fornisce un ottimo liquore, e vi si coltivano con qualche successo i gelsi, talchè il prodotto dei filugelli costituisce per i possidenti di Galeata un articolo di risorsa agraria. In pochi luoghi lâolivo alligna costĂ al pari che nelle valli contigue del Montone e del Marzeno. Fra gli alberi però di alto fusto abbondano sopra gli altri i castagni e le piante boschive di cerri, lecci, faggi, ed abeti.
Eccettuata la stagione invernale il clima di Galeata può dirsi temperato; le malattie dominanti in questa, come in molte altre comunitĂ della Romagna granducale, tendono al carattere inflammatorio; sia per lâabuso dei liquori; sia per il quasi quotidiano uso del formentone, di che il maggior numero degli abitanti di campagna suole nutrirsi; sia per i passaggi troppo istantanei di temperatura atmosferica, cui è soggetta codesta contrada.
Il borgo di Galeata è stato fraquenti volte soggetto a forti scosse di terremuoto, alcune delle quali fanno epoca nella storia. Tale per es. fu quella accaduta nel 1194 registrata nella facciata della chiesa battesimale di S. Pietro in Bosco, dove leggesi la seguente iscrizione: Hoc opus est actum post partum Virginis factum, Anno milleno centeno quarto cum nonageno. Ind. XII. Tempore Celestini PP.
III. et Enrici imperatoris, et Suarizi S. Ilarii abbatis. â Et eodem anno terremotus magni fuerunt in partibus istis.
Il Rossi nella sua Hist. Ravenn. aggiunge, che i terremoti piĂš violenti accaddero in Galeata nellâanno 1279, talchè fu allora scosso dai fondamenti il monastero di S. Ellero.
In Galeata nella buona stagione si tiene un mercato settimanale di vettovaglie, merci e bestiami nei giorni di lunedĂŹ.
La ComunitĂ mantiene un medico, un chirurgo e un maestro di scuola. Risiede in Galeata un potestĂ di terza classe, dipendente per il criminale e per gli atti di polizia dal Vicario R. della Rocca S. Casciano. Esso abbraccia nella sua giurisdizione civile lâantico distretto della comunitĂ , cioè quello di Galeata e di Santa Sofia. Vi si trova pure un cancelliere comunitativo di quinta classe, il quale serve anche alla ComunitĂ di Santa Sofia. Vi abita un ingegnere ajuto del Circondario di Modigliana, dovâè la Conservazione delle Ipoteche. LâUfizio del registro stĂ alla Rocca S. Casciano, la Ruota a Firenze.
QUADRO della Popolazione della ComunitĂ di GALEATA a tre epoche diverse.
- nome del luogo: Chiesole e Bufalano, titolo della chiesa: S. Mamante (Rettoria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata Nullius), abitanti del 1551 n° 108, abitanti del 1745 n° 97, abitanti del 1833 n° 129 - nome del luogo: S. Ellero in Valcauria, titolo della chiesa: S. Ellero (già Abbadia, ora Arcipretura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata Nullius), abitanti del 1551 n° 95, abitanti del 1745 n° 56, abitanti del 1833 n° 92 - nome del luogo: Fantella, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti del 1551 n° 218, abitanti del 1745 n° 168, abitanti del 1833 n° 214 - nome del luogo: GALEATA, titolo della chiesa: S.
Pietro in Bosco (Arcipretura e Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata), abitanti del 1551 n° 858, abitanti del 1745 n° 658, abitanti del 1833 n° 994 - nome del luogo: Pantano, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata), abitanti del 1551 n° -, abitanti del 1745 n° 15, abitanti del 1833 n° 19 - nome del luogo: Particeto, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti del 1551 n° 188, abitanti del 1745 n° 208, abitanti del 1833 n° 311 - nome del luogo: Pianetto, titolo della chiesa: S. Martino (Prioria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata), abitanti del 1551 n° 297, abitanti del 1745 n° 303, abitanti del 1833 n° 416 - nome del luogo: *Soglio, titolo della chiesa: S. Donnino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti del 1551 n° 199, abitanti del 1745 n° 235, abitanti del 1833 n° 265 - nome del luogo: S. Zeno, titolo della chiesa: S. Zenone (Arcipretura con battistero), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata), abitanti del 1551 n° 291, abitanti del 1745 n° 187, abitanti del 1833 n° 295 - Somma abitanti anno 1551 n° 2354 - Somma abitanti anno 1745 n° 1927 Frazione di POPOLAZIONI provenienti da altre Comunità - nome del luogo: Civitella, titolo della chiesa: S.
Michele, Comunità donde proviene: Stato Pontificio, abitanti n° 31 - nome del luogo: Collina, titolo della chiesa: SS. Matteo e Martino, Comunità donde proviene: Stato Pontificio, abitanti n° 11 - nome del luogo: Montalto, titolo della chiesa: S.
Eufemia, Comunità donde proviene: Premilcore, abitanti n° 24 - nome del luogo: Porcontico, titolo della chiesa: S.
Lorenzo, Comunità donde proviene: Stato Pontificio, abitanti n° 16 - nome del luogo: Santa Sofia, titolo della chiesa: S.
Sofia, ComunitĂ donde proviene: SantaSofia, abitanti n° - nome del luogo: Tontola, titolo della chiesa: S. Pietro, ComunitĂ donde proviene: Stato Pontificio, abitanti n° 40 - Totale abitanti anno 1833 n° 2890 N. B. Lâasterisco * indica che una frazione di quel popolo spetta a unâaltra ComunitĂ .
Ă situato sulla sinistra del fiume Bidente lungo la strada provinciale che da ForlĂŹ per Meldola e Civitella di Galeata rimonta la valle dei tre Bidenti. â Il borgo principale è fiancheggiato da decenti abitazioni, per la maggior parte fornite di portici, con vasta piazza per i marcati situata alla testa del borgo. â Trovasi nel gr. 29° 34â 4â longitudine e 44° latitudine; 8 miglia toscane a scirocco della Rocca S. Casciano, 16 miglia toscane a ostro di ForlĂŹ, 3 e 1/2 a settentrione di Santa Sofia, e 12 miglia toscane circa a settentrione-maestro di Bagno.
Favoleggiarono molti scrittori sullâorigine e sul nome di questo luogo. Taluni lo tennero per un romano municipio denominato Mevaniola, cui diedero impulso varie iscrizioni antiche trovate presso Galeata, ora nella chiesa arcipretura; fra le quali è nota quella scolpita nel piedistallo di marmo grechetto, che serve attualmente di base e di bacino al fonte battesimale.
Ivi si legge in bel carattere del primo o secondo secolo dellâera nostra la seguente iscrizione: â Q VELCENNAE L F STEL. PROCULO DECURIONI MEVANIOLAE CC. MM PATRONO HONORE CONTENTUS IMPENDIUM REMISIT ET (pro) DEDICATIONE STATUAE NUMER COLL IPSORUM SPORTUL.
DEDIT SING DENARIOS BINOS. L. D. D. D.
Altri vi furono i quali, esaminando la situazione di Galeata posta nel fondo di unâangusta valle, e il suo pristino nome di Caligata, sospettarono che dovesse attribuire la sua denominazione al verbo caligo , quasi luogo nebuloso e fosco; comecchè i piĂš siano di parere, che costĂ in Caligata si stabilissero molti lavoranti di Calceari (Caligarii), tanto piĂš che di predj di Caligarj, situati in codeste parti, trovasi fatta menzione fra le antiche carte dellâarchivio arcivescovile di Ravenna.
Arroge a ciò il caso di vedere tuttora in Galeata le arti deâcalzolai e deâ sarti le piĂš numerose e piĂš costantemente esercitate dal popolo, che ne ha fatto sempre un articolo di sua maggiore industria manifatturiera, e di commercio nei mercati settimanali.
Il principio della storia meno incerta di Galeata può attaccarsi a quello della sua celebre badia di S. Ellero situata sul poggio sovrastante al borgo di Galeata dal lato di ponente-maestro, la quale badia può dirsi senza dubbio la piĂš antica di quante se ne conobbero nella Toscana, e nella Romagna granducale. â Vedere ABAZIA DI GALEATA.
Quindi non è da tenersi in gran conto la vaga tradizione sorta nei secoli piÚ prossimi alla nostra età di un palazzo di campagna che fece costruire il re Teodorico a grecale del poggio di S. Ellero, in una collina luogo detto la Saetta , mezzo miglio toscano a settentrione di Galeata.
Che però nei secoli anteriori al mille Galeata, o Calicata, come allora veniva appellata, non fosse che un piccolo luogo dipendente dai monaci di S. Ellero, ne lo assicura una lettera del papa Adriano I scritta a Carlo Magno (anno 786), e una bolla di Gregorio V allâarcivescovo di Ravenna (anno 996), dai quali due Pont. Galeata fu designata col titolo di vico, di luogo, o di predio . â Adriano I con quella lettera reclamava presso il nuovo re di Lombardia i danni fatte dalle genti condotte in cotesti monti dal suo duca fiorentino Gundibrando, perchè egli aveva messo a ruba gli ospizj di pertinenza del monastero di Galeata, fra i quali la corte Sassantina; corte che potrebbe corrispondere allâeremo del Sasso , altrimenti detto dellâAlpe di Cortine nei monti del Corniolo, dove sâincontrano i suoi ruderi; vale a dire poco lungi dal giogo dellâAppennino della Falterona, confine naturale della Toscana, e dellâantico contado fiesolano-fiorentino. â Vedere CORNIOLO e SASSETTO DI SANTA SOFIA.
Rapporto alla bolla di Gregorio V, allorchè confermava a Giovanni arcivescovo di Ravenna il monastero di S.
Ilario, dichiarò essere questo situato in agro cognomento Caligata.
Il paese pertanto di Galeata fino dal secolo ottavo dipendeva dallâabbate e dai monaci di S. Ilario, donato in origine da un nobile ravennate Obrizio, sebbene il castello di Galeata in seguito tornasse sottoposto ai vescovi di Bertinoro o ai loro conti. Che infatti questi ultimi, un ramo dei quali prese il titolo di conti di Ghiazzuolo, avessero qualche fiata tolto ai monaci di S. Ilario alcuni possessi e giurisdizioni, lo conferma un testamento fatto nel gennajo del 1062, col quale il conte Gherardo figlio di Ugo conte di Bertinoro fra le altre cose dispose, che nel caso in cui il di lui figlio ed erede non lasciasse successione, fosse restituito al monastero di S. Ilario tuttociò che egli possedeva in Galeata. â (FANTUZZI, Monum. Ravenn. T. I.).
La badia medesima aveva a quel tempo anco giurisdizione sul vicino castello di Civitella di Galeata, attualmente nello Stato pontificio. Quindi si trova, nellâanno 1076, che Manfredi abbate di s. Ellero col consenso deâ suoi monaci confermò a Wiperto Arciv. di Ravenna il castello di Civitella con tutte le dipendenze, e quello di Castel vecchio, situati entrambi nel contado di Forlinpopoli, pievanato di S. Pietro in Bosco, ossia di Galeata.
(ANNAL. CAMALD.). Dondechè gli abbati commendatarj di S. Ellero sino da quella età , con beneplacito, prima dei Metropolitani di Ravenna, poscia dei conti di Bertinoro, e finalmente dei principi (ERRATA : Malatesta di ForlÏ) Malatesta di Rimini, esercitarono doppia giurisd., spirituale e temporale, non solamente nel paese di Galeata, ma sopra gli abitanti della loro diocesi abbaziale; e ciò finchè i popoli di Galeata, nel 1411, si costituirono a comune con proprii statuti, e finalmente, nel 1425, si sottoposero alla Rep. fiorentina, a patti di pagare un annuo tributo a S. Giovanni Battista, e di ricever potestà e castellano dalla Signoria di Firenze.
Se non che uno dei primi ad esercitare cotesto doppio ufizio in nome della Repubblica fu quel Zanobi del Pino, che nel 1426 vilmente cedè la rocca sopra Galeata allâesercito del duca di Milano.
Lâattuale chesa maggiore ossia lâarcipretura di Galeata fu consacrata nel 1182, e la facciata restò compita nel 1194, anno di gran terremuoti, cui fu spesse fiate soggetta questa contrada.
Lâarcipretura di Galeata, sotto il titolo di S. Pietro in Bosco, attualmente ha sotto di se le seguenti quattro ch.
parrocchiali; 1. S. Zenone a S. Zeno con battistero e titolo di arcipretura; 2. S. Martino a Pianetto, giĂ convento di Minori francescani, ora prioria; 3. S. Maria al Pantano; 4.
S. Mamante a Chiesole, o a Bufalano; MOVIMENTO della popolazione di GALEATA e S.
ELLERO a tre epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 161; totalitĂ della popolazione 858.
ANNO 1745: Impuberi maschi 74; femmine 81; adulti maschi 135, fe mmine 195; coniugati dei due sessi 213; ecclesiastici 16; numero delle famiglie 128; totalitĂ della popolazione 714.
ANNO 1833: Impuberi maschi 125; femmine 146; adulti maschi 144, femmine 140; coniugati dei due sessi 350; ecclesiastici 10; numero delle fa miglie 461; totalitĂ della popolazione 1086.
Antica diocesi abbaziale di S. Ellero . â Il territorio della giurisdizione ecclesiastica e civile di Galeata ai tempi della repubblica fior. e del governo Mediceo abbracciava una gran parte delle valli superiori dei tre Bidenti, a partire dalla montagna di Falterona, e di lĂ proseguendo sulla giogana dellâAppennino per la macchia dellâOpera del Duomo di Firenze sino a quella del Sacro Eremo di Camaldoli. Confinava nelle parti di Romagna, a ponente maestro con le ComunitĂ della Rocca S. Casciano e di Premilcore nella Valle del Rabbi, mentre verso il lato di scirocco a levante era separata dalla valle del Savio mediante il contrafforte che scende dallâappennino di Prataglia fra la valle del Savio e Valbona; finalmente dal lato di grecale a settentrione terminava con i vescovati di Sarsina e di Forlinpopoli compresi attualmente per la maggior parte nello Stato pontificio. â Permodochè il territorio antico di Galeata doveva far parte, o almeno avere a confine, da ponente a maestro la tribĂš deâGalli Boi, cangiata poscia nellâEsarcato di Ravenna; da levante a grecale i popoli Sarsinatensi dellâUmbria, e a ostro- libeccio la Toscana mediante la criniera dellâAppennino.
â Vedere APPENNINO TOSCANO.
Dallâabbate di Galeata dipendeva lâabbadia allâIsola, entrambe le quali giurisdizioni abbracciavano il distretto di 32 popoli, giĂ descritti allâarticolo BADIA di S.
MARIA IN COSMEDIN. Coteste popolazioni si ridussero in seguito a 19 comunelli della comunitĂ di Galeata, descritti nel Regolamento parziale del 21 agosto 1775 relativo alla nuova organizzazione e riforma della stessa comunitĂ dipendente dallâantico distretto fiorentino.
La diocesi abbaziale di S. Ellero a Galeata fu soppressa nel 1784, e le sue chiese parrocchiali assegnate al vescovo di Sansepolcro con il titolo di abbate perpetuo di S. Ellero e di S. Maria in Cosmedin. â Vedere SANSEPOLCRO (DIOCESI DI) ComunitĂ di Galeata.
â Il territorio che costituiva lâantica comunitĂ di Galeata componevasi, siccome fu testè accennato, di 19 comunelli; ma in ordine a un decreto dellâImp. Napoleone, emanato li 9 maggio 1811, fu essa ridotta a 12 comunelli, destinando gli altri sette per la nuova comunitĂ di Santa Sofia.
Contemplata la ComunitĂ di Galeata nello stato attuale, essa occupa una superficie territoriale di 21460 quadr., dei quali 805 quadr.sono presi da strade e da corsi di acqua. â Vi si trovava nel 1833 una popolazione di 2890 abitanti, equivalenti a circa 112 individui per ogni miglio quadr. di suolo imponibile.
Confina da tre lati con altrettante comunitĂ del Granducato; dal quarto lato lambisce per termini artificiali lo Stato pontificio. Essendochè verso maestro fronteggia con la ComunitĂ della Rocca S. Casciano mediante la cresta dei poggi di Monte Colombo, che dividono la Valle del Montone da quella del Rabbi, finchè per il fosso di CĂ Martino scende in questâultimo. A tale confluenza rimonta il Rabbi che poi abbandona a ponente per entrare in un tributario del lato destro, denominato il fosso di Ripacavallo . Quivi trova a confine dal lato di libeccio la ComunitĂ di Premilcore, con la quale per termini artificiali sale sul poggio di Montalto e quindi attraversa il torrente di Fantella e la sua vallecola per ritornare sul contrafforte che separa la valle del Rabbi da quella del Bidente. In questa schiena di poggi cessa la ComunitĂ di Premilcore, e subentra verso ostro quella di Santa Sofia, con la quale il territorio di Galeata sâincammina di conserva nel fiume Bidente, che trova passata la Casa nuova della strada maestra fra Santa Sofia e Galeata. Il corso del Bidente separa per un breve tragitto dal lato di levante la ComunitĂ di Galeata dallo Stato pontificio; di fronte al quale si dirige di lĂ dal fiume, per circoscrivere le pendici del poggio della Torre Bonini finchè si accompagna per mezzo miglio toscano col torrente Soasa , e quindi rivolgersi verso il fiume Bidente, nel cui alveo rientra davanti la collina della Saetta, volgarmente appellata la villa del re Teodorico. Da questâultimo punto fino alla chiesa del Pantano il Bidente serve di limite fra la ComunitĂ di Galeata e lo Stato pontificio, col quale seguita a fronteggiare anche alla sinistra del fiume, camminando contro la corrente del fosso del Pantano per salire sui poggi che fanno cornice alla valle del Rabbi, nella quale il territorio di Galeata riscende mediante il borro di Roncaglia. CostĂ ripiega da grecale a settentrione rimontando per circa 2 miglia toscane di tragitto il corso del Rabbi, senza valutare una piccola frazione di suolo che ha questa ComunitĂ poco lungi di quĂ in mezzo allo Stato pontificio, e in fine rimonta sul vertice di Monte Colombo, dove ritorna a contatto la comunitĂ della Rocca S. Casciano.
Il territorio di Galeata è attraversato dal fiume Bidente dopo aver questo accolto in un solo alveo i tre Bidenti delle vallecole superiori; cioè il Bidente del Corniolo, quello di Valbona o di Ridracoli, e il Bidente di Strabatenza . â Vedere BIDENTE fiume.
Uno dei monti piÚ elevati di questa comunità è quello situato a levante di Galeata fra il Bidente e il torrente Soasa , il quale è segnalato da una torre, denominata del Bonini. Esso si alza 1146 br. sopra il livello del mare Adriatico.
La qualitĂ dominante del suolo di questa contrada corrisponde quasi perfettamente a quella delle altre valli trasversali alla schiena dellâAppennino, e segnatamente al terreno stato giĂ segnalato nelle valli superiori dei fiumi Savio e Santerno agli articoli BAGNO e FIRENZUOLA.
â Infatti li strati, nei quali il Bidente trovasi profondamente incassato, sono quasi tutti composti di arenaria calcarea (pietra forte) alternanti con quelli di schisto marnoso (bisciajo). La quale stratificazione il piĂš delle volte sâincontra leggermente inclinata, e in pochi rarissimi casi in giacitura contrastante con altri strati della stessa specie. Coteste rocce a luoghi racchiudono frammenti di vegetabili incarboniti, e conchiglie marine pietrificate.
Coi frantumi di queste due stratificazioni è ricoperta la valle di Galeata, dove trovasi un terreno profondamente arabile, di natura argillosa calcarea, propizio ai pascoli, alla cultura dei cereali, e piĂš che altro a quella del formentone (mais). â Vi prospera eziandio la vite, che fornisce un ottimo liquore, e vi si coltivano con qualche successo i gelsi, talchè il prodotto dei filugelli costituisce per i possidenti di Galeata un articolo di risorsa agraria. In pochi luoghi lâolivo alligna costĂ al pari che nelle valli contigue del Montone e del Marzeno. Fra gli alberi però di alto fusto abbondano sopra gli altri i castagni e le piante boschive di cerri, lecci, faggi, ed abeti.
Eccettuata la stagione invernale il clima di Galeata può dirsi temperato; le malattie dominanti in questa, come in molte altre comunitĂ della Romagna granducale, tendono al carattere inflammatorio; sia per lâabuso dei liquori; sia per il quasi quotidiano uso del formentone, di che il maggior numero degli abitanti di campagna suole nutrirsi; sia per i passaggi troppo istantanei di temperatura atmosferica, cui è soggetta codesta contrada.
Il borgo di Galeata è stato fraquenti volte soggetto a forti scosse di terremuoto, alcune delle quali fanno epoca nella storia. Tale per es. fu quella accaduta nel 1194 registrata nella facciata della chiesa battesimale di S. Pietro in Bosco, dove leggesi la seguente iscrizione: Hoc opus est actum post partum Virginis factum, Anno milleno centeno quarto cum nonageno. Ind. XII. Tempore Celestini PP.
III. et Enrici imperatoris, et Suarizi S. Ilarii abbatis. â Et eodem anno terremotus magni fuerunt in partibus istis.
Il Rossi nella sua Hist. Ravenn. aggiunge, che i terremoti piĂš violenti accaddero in Galeata nellâanno 1279, talchè fu allora scosso dai fondamenti il monastero di S. Ellero.
In Galeata nella buona stagione si tiene un mercato settimanale di vettovaglie, merci e bestiami nei giorni di lunedĂŹ.
La ComunitĂ mantiene un medico, un chirurgo e un maestro di scuola. Risiede in Galeata un potestĂ di terza classe, dipendente per il criminale e per gli atti di polizia dal Vicario R. della Rocca S. Casciano. Esso abbraccia nella sua giurisdizione civile lâantico distretto della comunitĂ , cioè quello di Galeata e di Santa Sofia. Vi si trova pure un cancelliere comunitativo di quinta classe, il quale serve anche alla ComunitĂ di Santa Sofia. Vi abita un ingegnere ajuto del Circondario di Modigliana, dovâè la Conservazione delle Ipoteche. LâUfizio del registro stĂ alla Rocca S. Casciano, la Ruota a Firenze.
QUADRO della Popolazione della ComunitĂ di GALEATA a tre epoche diverse.
- nome del luogo: Chiesole e Bufalano, titolo della chiesa: S. Mamante (Rettoria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata Nullius), abitanti del 1551 n° 108, abitanti del 1745 n° 97, abitanti del 1833 n° 129 - nome del luogo: S. Ellero in Valcauria, titolo della chiesa: S. Ellero (già Abbadia, ora Arcipretura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata Nullius), abitanti del 1551 n° 95, abitanti del 1745 n° 56, abitanti del 1833 n° 92 - nome del luogo: Fantella, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti del 1551 n° 218, abitanti del 1745 n° 168, abitanti del 1833 n° 214 - nome del luogo: GALEATA, titolo della chiesa: S.
Pietro in Bosco (Arcipretura e Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata), abitanti del 1551 n° 858, abitanti del 1745 n° 658, abitanti del 1833 n° 994 - nome del luogo: Pantano, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata), abitanti del 1551 n° -, abitanti del 1745 n° 15, abitanti del 1833 n° 19 - nome del luogo: Particeto, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti del 1551 n° 188, abitanti del 1745 n° 208, abitanti del 1833 n° 311 - nome del luogo: Pianetto, titolo della chiesa: S. Martino (Prioria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata), abitanti del 1551 n° 297, abitanti del 1745 n° 303, abitanti del 1833 n° 416 - nome del luogo: *Soglio, titolo della chiesa: S. Donnino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti del 1551 n° 199, abitanti del 1745 n° 235, abitanti del 1833 n° 265 - nome del luogo: S. Zeno, titolo della chiesa: S. Zenone (Arcipretura con battistero), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Galeata), abitanti del 1551 n° 291, abitanti del 1745 n° 187, abitanti del 1833 n° 295 - Somma abitanti anno 1551 n° 2354 - Somma abitanti anno 1745 n° 1927 Frazione di POPOLAZIONI provenienti da altre Comunità - nome del luogo: Civitella, titolo della chiesa: S.
Michele, Comunità donde proviene: Stato Pontificio, abitanti n° 31 - nome del luogo: Collina, titolo della chiesa: SS. Matteo e Martino, Comunità donde proviene: Stato Pontificio, abitanti n° 11 - nome del luogo: Montalto, titolo della chiesa: S.
Eufemia, Comunità donde proviene: Premilcore, abitanti n° 24 - nome del luogo: Porcontico, titolo della chiesa: S.
Lorenzo, Comunità donde proviene: Stato Pontificio, abitanti n° 16 - nome del luogo: Santa Sofia, titolo della chiesa: S.
Sofia, ComunitĂ donde proviene: SantaSofia, abitanti n° - nome del luogo: Tontola, titolo della chiesa: S. Pietro, ComunitĂ donde proviene: Stato Pontificio, abitanti n° 40 - Totale abitanti anno 1833 n° 2890 N. B. Lâasterisco * indica che una frazione di quel popolo spetta a unâaltra ComunitĂ .
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 376.
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