LARCIANO DI LAMPORECCHIO

nel Val d’Arno inferiore.

– Villaggio con pieve (S. Silvestro), già filiale della distrutta matrice di S. Lorenzo a Vajano, nella comunità e quasi due miglia toscane a maestrale di Lamporecchio, Giurisdizione di Seravalle, Diocesi di San Miniato, una volta di Lucca, Compartimento di Firenze.
Risiede sul fianco occidentale del Monte Albano, ossia dei monti detti di sotto rapporto a Pistoja, fra Lamporecchio, il Casale di Cecina e la chiesa di S.
Baronto, un miglio presso alla sommità del monte preaccennato.
Sino alla metà del secolo X, fu Larciano antica signoria dei conti Guidi; avvegnachè nell’ottobre dell’anno 941, due figli del Conte Tegrimo, (l’autore dei conti Guidi di Modigliana) cioè Ranieri e Guido, stando in Pistoja, per l’anima del padre e di donna Ingheldrada loro madre donarono alla cattedrale de’SS. Zenone, Rufino e Felice, e per essa al suo vescovo Raimbaldo, un casalino dove era stata fondata la chiesa di S. Pietro, in loco dicto Casise presso la villa di Larciano, con tutte le terre vigne e masserizie a quella appartenenti. – Vedere CASCESE nel Val d’Arno inferiore.
Infatti il Castello di Larciano trovasi nel numero dei feudi imperiali confermati ai conti Guidi dall’imperatore Arrigo VI e Federigo II insieme con altri luoghi limitrofi, cioè mediatatem plebis de Vajano, Vinci, Larcianum cum sua curte, podium de Colleclo cum omnibus appenditiis suis, Marinas ec. (forse il luogo detto ora Pietra Marina sulla vetta dello stesso Monte Albano).
Dondechè questo medesimo castello di Larciano, unitamente ai casali di Cecina, di Casi e col poggio di Collecchio, nell’anno 1225 sotto li 23 Novembre furono venduti dai 4 fratelli figli del conte Guido Guerra di Modigliana al Comune di Pistoja per il prezzo di 6000 lire con tutte le respettive loro giurisdizioni. – Vedere COLLECCHIO, CASI e CECINA di LAMPORECCHIO.
In vigore di tale acquisto i popoli dei luoghi suddetti, divenuti sudditi contadini pistojesi dovettero obbligarsi a pagare alla stessa città un annuo tributo in denaro.
(FIORAVANTI, Memor. della città di Pistoja , cap. XIII) Dall’anzidetta epoca in poi il Comune di Pistoja fortificò di mura e di baluardi il castel di Larciano; talchè questo soleva riguardarsi fra i principali castelli dei monti di sotto. Quindi è, che nel 1302 avendo i Fiorentini coi Lucchesi mosso guerra a Pistoja, una delle prime imprese fu l’assedio di Seravalle, alla cui resa tenne dietro quella del Castello di Larciano (ottobre 1302), avvegnachè troppo tardi arrivò in soccorso una schiera di armati da Pistoja a tale scopo inviata.
Alla pace del 1329 Larciano fu restituito dai Fiorentini all’antico dominio, fornito di armi e di armati, specialmente all’occasione che nel 1391, calando dalla montagna di sopra verso i monti di sotto un esercito mandato dal Visconti duca di Milano contro i Fiorentini ed i Pistojesi insieme alleati, questi ultimi scrissero lettere (19 settembre) ai terrazzani del castello di Larciano, dalle quali apparisce, che anche allora costà continuava ad avervi residenza un potestà istituitovi fino dall’anno 1330, e costà in Larciano nel 1401 fu raffermato, quando ilComune di Pistoja con atto pubblico degli 11 ottobre deliberò, che la città col contado pistojese fosse in avvenire contado fiorentino. Fu allora che tutte le potesterie del pistojese, non dipendenti dal capitanato della Montagna superiore, furono ridotte al numero di quattro, alle quali venne stabilito il pretorio al Montale, a Tizzana, a Seravalle ed a Larciano .
Con editto del I novembre 1772, in esecuzione del motuproprio de’30 settembre precedente, relativo al nuovo compartimento dei tribunali di giustizia del dominio fiorentino, la potesteria di Larciano fu soppressa e riunita alla giurisdizione del potestà di Seravalle. Quindi nel 1774 la comunità di Larciano restò riunita con Cecina, Orbignano, Porciano e S. Baronto in un sol corpo di amministrazione a quella di Lamporecchio. – Vedere LAMPORECCHIO.
La parrocchia di S. Silvestro a Larciano nel 1833 noverava 1692 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 643.