POGGIBONSI
già POGGIBONIZI o POGGIO MARTURI (Podium Bonitii et Marturi) in Val d'Elsa.
– Terra cospicua, capoluogo di Comunità e di Giurisdizione, con chiesa collegiata e prepositura (S.
Maria Assunta) nella Diocesi di Colle, già di Firenze, Compartimento di Siena.
Giace l'attual Poggibonsi dove fu il Borgo vecchio di Marturi circa 220 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo fra il fiume Elsa ed il torrente Staggia, questo che lambisce le sue mura orientali, quello che se gli avvicina dalla parte occidentale davanti al bivio dove riunisconsi due spade regie postali, la Fiorentina o Romana, e la Francesca o Traversa ora detta Livornese.
Trovasi fra il grado 28° 29' di longitudine e il 43° 28’ di latitudine, 24 miglia a ostro di Firenze, 16 a maestro di Siena, miglia 3 ½ settentrione grecale della città di Colle, 20 miglia a levante grecale di Volterra, e 6 miglia a levante di S. Gimignano; dondechè può dirsi col Villani Poggibonsi posto nel bilico della Toscana.
Che se uno dovesse prestar fede alle belle cose, senza dire della brutta azione fatta dai Fiorentini ad una fanciulla nel Borgo di Marturi, siccome lo stesso G. Villani raccontò, si crederebbe che il Poggibonizi antico fosse stato non solamente uno de più forti castelli con belle mura e torri, molte chiese, ed una pieve con ricca badia, ma che avesse avuto bellissime fontane di marmo, e che fosse stato abitato a guisa di una buona città.
Ma il buon Villani era alquanto credulo e di troppo buona fede per registrare spesse volte nella sua cronica tradizioni antiche destituite di critica e di solide prove.
Le più vetuste rimembranze del Poggio Bonizi incontransi fra le carte appartenute alla soppressa Badia di Poggibonsi posta in collina fra il torrente Marturi ed il fiume Elsa avendo a levante la chiesa di S. Lucchese e a maestro Poggibonsi. La memoria più antica risale all'anno 970, 12 luglio, allora quando il Marchese Ugo di origine Salica offrì al monastero di S. Michele da esso fondato nel poggio di Marturi, e per esso a Bononio abate, molti beni posti in varie parti della Toscana e nel contado modanese.
La stessa dote non solo quel Principe confermò, ma accrebbe con altre cospicue donazioni sotto di 25 luglio e 10 agosto del 998, fatte al monastero da esso lui fondato nel poggio di Marturi. Sennonché morto cotesto marchese e succeduto al governo della Toscana un Marchese Bonifazio di legge Ripuaria, questi discacciò dalla badia di Marturi l’abate Bononio con tutti i monaci Benedettini che vi abitavano, spogliando quel luogo pio di tutti i suoi beni mobili e immobili.
Rivendicò cotesto spoglio la contessa Beatrice marchesa di Toscana, mediante un placito dal suo Vicario pronunziato nel marzo del 1075 stando nel Borgo di Marturi, ora Poggibonsi presso la pieve di S. Maria, e confermato nel 20 giugno 1099 dalla sua figlia, la gran contessa Matilda marchesa di Toscana, al qual placito marchionale assisté il conte Guido Guerra di Modigliana, la di cui prosapia ebbe podere nel distretto di Poggibonsi.
Tre altri placiti della contessa Matilda portano la data di Marturi, il primo del 27 agosto 1078 a favore della mensa vescovile di Pisa, il secondo del 5 aprile 1103 a favore de’vescovi di Lucca, ed il terzo dell’11 novembre 1103 per i monaci della badia di S. Pietro a Pozzevoli nel Lucchese. – Vedere ABAZIA DI POGGIO MARTURI, PAPAJANO nella Val d’Elsa.
– (FIORENTINI, Memor. della C. Matilda).
Io non parlo di un altro placito celebrato dalla stessa marchesa in favore della mensa vescovile di Volterra, sotto dì 11 febbrajo 1078, nella casa e corte che la stessa Matilda possedeva presso la pieve di S. Andrea nel Borgo di Marturi o Marcoli; poiché cotesto borgo era fuori della Porta Marcoli, o Postierla esistente in Volterra, dove fu la pieve di S. Andrea poi monastero di Olivetani, ora ridotto per uso di seminario. – Vedere VOLTERRA.
Ciò che importa maggiormente alla storia e che sembra un fatto incontrastabile si è, che l'antico Poggibonizi, poscia chiamato Poggio Imperiale, fino dal secolo XI era compreso nel contado fiorentino, e non nel sanese, come da alcuni fu dubitato. Avvegnachè se non bastasse a dimostrarlo il placito del 1099 dato dalla gran contessa Matilda nel borgo di Marturi, contado fiorentino, lo decide un istrumento del 6 dicembre del 1047 Indizione XV fra le membrane del Monastero di S. Salvatore nel Monte Amiata, ora nell’Arch. Dipl. Fior. Il quale allo fu rogato da Pietro notato nel luogo della corte di Marturi, contado fiorentino, alla presenza di Arrigo cancelliere del re Arrigo (IV) mentre questi andava a Roma per ricevere la corona imperiale. – Vedere MONTENERO di Val d’Orcia.
Al che aggiungerò, non doversi confondere il paese, sia borgo, sia castello di Marturi con il suo distretto territoriale, parte del quale distretto, sebbene dentro il con ledo fiorentino, appartenne alla diocesi di Siena. – Vedere AGNESE (SAN) IN CHIANTI.
Ognuno sa come nel correre del secolo XII sorgessero contese fra i vescovi di Firenze e quelli di Siena a causa di giurisdizione ecclesiastica sopra Poggibonizi, o piuttosto sopra il suo distretto, nel quale, come ho avvertito, si estendevano le due diocesi. Dissi sopra il suo distretto e non sopra il castello di Poggio Marturi o Bonizi, né sul sottostante borgo, poiché entrambi anche per la giurisdizione ecclesiastica appartennero costantemente alla città di Firenze, mentre la pieve di S. Agnese, quantunque nella bolla spedita nel 1130 da Ranieri vescovo di Siena a quel pievano Rolando si dichiari posta in Poggibonizi, deve intendersi del suo distretto e non del borgo o dei castello; sia perché cotesta chiesa plebana ne fu sempre distante; sia perché il luogo dove la medesima esisteva appellavasi fino d'allora Talcione, siccome sotto lo stesso nomignolo fu designata dall’Imperatore Arrigo IV in un diploma dato in Siena lì 13 aprile dell'anno 1056 a favore di Giovanni vescovo della cattedrale sanese. – Alle quali contese avendo preso parte i governi delle due città, furono esse per la decisione del Pontefice Alessandro III temporariamente assopite con atto pubblico del 4 aprile 1176; in vigore del quale il Comune di Siena rilasciò a quello di Firenze la metà di tutti i possessi che il conte Guido Guerra avevagli donato nella corte di Poggibonizi. – Ma nel principio del secolo XIII essendosi riaccese nuove pretensioni a causa di confini territoriali fra i due contadi, fu rimessa la decisione all'arbitrio di Ogerio potestà di Poggibonsi e di quattro altri giudici concordemente eletti: i quali nel dì 6 giugno del 1203, stando nella pieve di S. Maria di Poggibonsi alla presenza del conte Guido, dei conte Manente di Chiusi, de’vescovi di Volterra, di Fiesole e di Firenze, dei Consoli maggiori fiorentini e sanesi, e di altri molti magnati, lodarono circa i termini da porsi fra i due contadi, a partire dalla Val Cortese della Berardenga passando pel Chianti e di là sopra Poggibonsi, salvo però, dice il lodo, il diritto spirituale del vescovo sanese nelle chiese di sua diocesi poste dentro i confini dei contado fiorentino; fra le quali eravi appunto la pieve di S.
Agnese, quae est in castro (cioè nel territorio) Podii Bonizi.
In quell'epoca per altro gli uomini del Comune di Poggibonsi seguivano più spesso le parti dell’Impero, ossia de’Ghibellini, piuttosto che la contraria de’Guelfi, o dir si voglia della Chiesa. A dimostrazione di tal verità citerò un diploma dall’Imperatore Federigo II dell’anno 1221 a favore del Comune di Poggibonsi, in rimunerazione della fede e devozione da quegli abitanti dimostrata; ai quali concedè, o piuttosto confermò l'elezione dei loro Consoli con piena giurisdizione sul castello e distretto di Poggibonizi, come ancora sopra gli uomini di Staggia, di Montacutolo, di Mortennano e loro territori.
Infatti nello stesso anno 1221, di settembre, Bartolommeo di Rinaldino potestà di Poggibonsi, a nome di questo Comune contrasse alleanza con la Signoria di Siena a condizione, occorrendo, di far anche guerra contro i Fiorentini. Il qual trattato fu rinnovato nel 22 giugno dell'anno 1226.
Continuavano i Sanesi ed i Poggibonzesi a stare in guerra co i Fiorentini e con gli Orvietani allorché per mediazione del Legato pontificio, il Cardinal di Pavia, vescovo di Palestrina, nel dì 8 giugno 1235, Ranieri di Gualtieri potestà di Poggibonsi, avuta l'approvazione dai Consoli e da tutto il consiglio della Co munità, nominò un Sindaco incaricato di accordare ai Sanesi facoltà di compromettere anco a nome degli uomini di Poggibonsi e di stabilire i capitoli di pace fra i Comuni testé indicati.
Contuttociò i Poggibonzesi continuando a favorire la parte dell'Impero richiamarono nuovamente contro essi le forze del Co mune di Firenze, cui, al dire di Ricordano Malespini, dovettero anche allora, nel 1254, assoggettarsi.
Probabilmente dentro il giro del secolo XII si riedificò il claustro della badia di S. Michele nel Poggio Marturi, siccome lo farebbe credere un istrumento rogato nel dì 11 marzo 1275 nel chiostro del l'Abbadia vecchia di Poggio Marturi. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte dell'Ospedale d i Bonifazio.) Ma il popolo di Poggibonsi essendo tornato a favorire il gove rno Ghibellino di Siena nuovamente in urto coi Fiorentini, vi furono da questi spediti contro molti armati, dai quali appena avuto il Castello di Poggibonsi fu smantellato, non però atterrato. Quindi avvenne che i suoi abitanti dieci anni dopo, come dice la storia, furono in grado di resistere lungamente all'assedio portatovi nel 1267 dal vittorioso Carlo d’Angiò, tanto più che le sue genti dopo la vittoria dì Benevento l'Angioino non trovò più contrasto nel rimanente dell’Italia. Infatti dovendo prestar fede al Malespini si rileva, che il re Carlo d'Angiò alla testa della sua cavalleria si recò nell'oste davanti Poggibonizi; e contuttochè si fosse proceduto in quell’assedio con ogni industria militare, quel potente monarca dovette penarvi 4 mesi innanzi che gli abitanti di Poggibonizi per mancanza di vittuvaglia in sugli ultimi giorni di quell'anno se gli rendessero a patti. Pervenuto il castello in balìa del re Carlo, questi ordinò vi si edificasse una fortezza, ma nel tempo che la rocca si costruiva, essendo colle sue genti arrivato in Italia Corradino per cacciare Carlo d'Angiò dal regno del suo avo, gli abitanti di Poggibonsi furono di quelli che si ribellarono ai Fiorentini e all'Angioino. Non poterono per altro i Poggibonzesi lungamente persistere nella tentata rivolta, poiché vinto Corradino nel piano dì Tagliacozzo (23 agosto 1268), e poco dopo rotti i Sanesi dai Fiorentini nei campi di Colle, i vincitori insieme col Conte Guido di Monfort, allora vicario in Toscana per il re Carlo, (anno 1270) mossero le armi contro Poggibonsi, dal qual castello non par t irono finché non lo ebbero conquistato e quindi atterrate le sue mura castellane. Allora i terrazzani, privati di ogni civile giurisdizione, furono costretti a scendere nel piano, che popolarono a guisa di aperta borgata. Da questo fatto pertanto, che segna la distruzione del Poggibonsi alto, sembra che si debba incominciare la storia politica della Terra cresciuta presso al Borgo del ponte di Poggio Bonizi sul torrente Staggia.
Infatti si fa menzione di un abitante del Borgo di Ponte Bonizj, in un istrumento della badia di Passignano del 27 febbrajo 1295 rogato nel Borgo vecchio di Poggiobonizi, cioè, nel Borgo di Marturi , dove nel 27 agosto 1078 e di nuovo nell'aprile e nel novembre del 1103 la contessa Matilda tenne corte e celebrò placiti in favore dei vescovi di Pisa, di Lucca e della Badia a Pozzevoli. – Lo stesso Borgo è rammentato in un privilegio del Pontefice Adriano IV del 6 maggio 1155 diretto al pievano di S. Maria a Marturi, dove è pure ricordato lo spedale esistito sul Ponte di detto Borgo, del quale si tornerà a far parola. – (ARCH. DIPL.
FIOR., Carte della Badia di Passignano.) Inoltre una carta de’Frati Agostiniani di Poggibonsi del 2 febbrajo 1307 fu scritta nel Borgo vecchio di Poggibonsi.
– (loc. cit., Carte di detto Convento.) Cotesto Borgo vecchio (l'attual Poggibonsi) trovasi ricordato in altra membrana dell' Arch. Arciv. Fior.
all'anno 1225, quando Uguccione potestà di Poggibonizi a nome de' suoi amministrati convenne col sindaco di Mons. Giovanni da Velletri vescovo di Firenze che avrebbe pagato ogn'anno alla mensa fiorentina la moneta di due denari ed una medaglia pisana per la metà del Borgovecchio. – (TARGIONI, Viaggi Tomo VIII.) Anche tre carte del 27, febbrajo 1292, (stile fiorentino) 1 aprile e 1 maggio 1293, esistenti nell'Arch. Dipl. Fior. fra le pergamene della Comunità di Volterra, rammentano il Borgo vecchio di Poggibonsi, dove fu confinato Ugo de' Buonparenti di Volterra con l'obbligo di presentarsi ogni giorno davanti al notaro di Poggibonsi, che rilasciò sotto detti giorni l' attestato a quel confinato.
Dopo però la pace di Fucecchio (12 luglio 1293) stabilita da una parte fra i Fiorentini e la Taglia guelfa della Toscana, ed i Pisani dall'altra parte, il Comune e distretto di Poggibonsi venne incorporato nuovamente al contado fiorentino, in guisa che i suoi abituati poterono essere ripristinati nei diritti perduti nell' anno 1270.
Successe poi nel 1313 la guerra dell'Imperatore Arrigo VII contro i Fiorentini, e considerando quel monarca all' importante posizione dell' antico Poggibonizi, intraprese a riedificarlo cingendolo di steccati; quindi fattolo chiamare Poggio Imperiale, vi lasciti da circa mille abitanti con una forte guardia. – (NICCOLAI EPISC. BUTHRENT Itinerar. Henrici VIII.) Nei due mesi che quell'Imperatore, dal 6 gennajo al 6 marzo 1373, stette acquartierato al Poggio Imperiale, fu emanata una sentenza alla presenza di Arrigo VII contro i ribelli di Firenze e di altre parti della Toscana, rogata da Paolo Ranucci del Poggio a Monte Imperiale in mezzo agli accampamenti dello stesso Poggio che chiamossi Poggiobonizi, nella diocesi fiorentina.
Di pochi mesi posteriore alla condanni preaccennata è l'atto di elezione fatto nel 9 luglio 1313 dal vicario dell'abate del Monastero di S. Michele a Poggibonizi, quando investì il nuovo rettore della chiesa di S. Ansano nel piviere di S.
Maria in Castello. Actum dice l’istrumento, in Castro Montis Imperialis, quod Podio Bonizi nuncupatur. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell'Ospedale di Bonifazio.) Nel 1334 essendo nata vertenza a cagione di confini territoriali fra il Comune di Colle e questo di Poggibonsi la Signoria di Firenze spedì a terminare la lite alcuni deputati, uno de' quali fu lo storico Giovanni Villani. Ma nel 1345 per le stesse cagioni essendosi rinnovate fra i due Comuni le controversie, fu stabilito con lodo degli arbitri, che il territorio del popolo di S. Martino di Fosci venisse ripartito fra i due Comuni, e che a quello di Colle fosse incorporata la villa con le appartenenze di Bibbiano, la cui chiesa di S. Lorenzo era e si mantiene filiale della pieve di S. Maria a Poggibonsi.
Nell'anno 1431 il Comune di Firenze attese a fortificare Poggibonsi ed altri castelli di Val d'Elsa per far fronte all'escursione eseguita in coteste parti da Niccolò Piccinino alla testa di un’esercito milanese. – (AMMIR. Istor.
Fior. Lib. XX.) Dell' antichità della chiesa di S. Maria a Poggibonsi non esistono documenti, per quanto di essa conoscansi memorie fino dal secolo XI. Non vi è d ubbio peraltro che cotesta pieve fosse edificata fuori dell'antico castello di Poggio Marturi, o di Poggibonizi alto, e che fino dalla sua origine esistesse nel Borgo vecchio, presso al quale sorse il Borgo nuovo, ora cospicua Terra di Poggibonsi.
Ho poco sopra indicato una bolla del Pontefice Adriano IV diretta nel 6 maggio 1055 al pievano di S. Maria a Marturi, nella quale cotesta pieve colle sue appartenenze fu presa sotto la protezione di S. Pietro. Nella stes sa bolla se ne rammentano altre di Pontefici antecessori di Adriano IV, a cominciare da Papa Niccola II, il quale sedé nella cattedra di S. Pietro, dal 1058 al 1061. Da ciò non solo apparisce la differenza delle due pievi e delle due diocesi nello stesso territorio o corte del castel di Marturi, cioè, di S. Agnese, e di S. Maria, la prima del vescovato sanese, la seconda del vescovato fiorentino, ma ancora sono distinte le cappelle ed oratori dipendenti allora da quest'ultima di S. Maria a Marturi.
Avvegnachè nella bolla del i 155 si confermano al pievano di S. Maria ed ai suoi successori i diritti sulle cappelle di S. Andrea a Papajano, di S. Michele dentro il castello ili Marturi (l'Abbadia), di S. Martino a Luco, di S. Pietro a Megngnano, de 'SS. Filippo e Jacopo, di S.
Giusto e di S. Lucia, tutte e tre nel castello o appartenenze del castel di Stuppli (ora Stuppio, o Poggio tondo), la cappella di S. Lorenzo in Campo e quella di S. Croce nel Castel di Marturi. – Inoltre furono confermati alla pieve stessa l'ospedale al Ponte di Lapeto (sulla Staggia) e la casa dell'ospedale medesimo presso il Borgo di Marturi, stato edificato in sollievo e sostentamento de’poveri, salvi in tutto ciò i diritti della S. Sede, nel modo stabilito dalla felice memoria della contessa Matilda.
Un altro spedaletto dové erigersi posteriormente in Poggibonsi a tenore del testamento fatto lì 17 febbrajo 1388 da Niccolò del fu Giovanni Tinghi di Poggibonsi abitante allora in Firenze nel popolo di S. Felicita, col quale, nel caso di morte senza lasciar figli legittimi o naturali, destinò tutta la sua eredità nella fondazione di uno spedale pei poveri da edificarsi in Poggibonsi in una sua casa ivi situata, chiamando al governo del medesimo l’arte de’medici e speziali dì Firenze, tale essendo stata (aggiunge il testatore) l'intenzione del di lui padre defunto. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte di Or. S.
Michele e del Bigallo.) Il pievano di Poggibonsi fino dal principio del secolo XIII fu insignito del titolo che tuttora conserva di Preposto, siccome lo dichiara una carta del 14 marzo 1223 della Badia a Isola, scritta all'epoca in cui viveva il pievano Tebaldo Preposto di S. Maria a Marturi, diocesi fiorentina. Anche due carte del 25 settembre e 25 novembre 1228, della Comunità di Volterra, rammentano il Proposto di Marturi della diocesi fiorentina. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte del Mon. di S.
Eugenio, e della Comunità di Volterra.) Inoltre fra quelle della Badia a Isola evvi un lodo del 5 dicembre 1211 fatto da Bonaccorso del fu Buamonte e da Albizio di Carroccio Consoli e Rettori del Comune di Poggibonsi, e da Ugurgerio di Gentile arbitri destinati per terminare le vertenze insorte fra Ugo Abate del Monastero dell'Isola, ed un tale Cacciamonte di Bernardino a cagione di alcune terre situate sul Monte Maggio.
Nell'archivio dello Spedale di S. Maria della Scala di Siena esiste un’altro istrumento dell’8 agosto 1208 relativo alla conferma del lodo del 4 giugno 1203 pronunziato nella pieve di S. Maria a Poggibonsi dal podestà, e dagli altri arbitri e Consoli di Poggibonsi.
Nel catalogo delle chiese della diocesi di Firenze compilato nel giugno del 1299 la pieve di prepositura di S. Maria a Poggibonsi contava per suffraganee le seguenti sei chiese: 1. S. Andrea a Papajano; 2. S. Pietro a Megognano ; 3. S.
Martino a Luco; 4. S. Bartolommeo al Pino; 5. S. Lorenzo in Campo; 6. S. Michele di Castiglioni In seguito si contarono fra le chiese senza cura d'anime quella del convento di S. Lucchese con l'altra della soppressa badia di S. Michele nel castello di Marturi dove pur era l'oratorio di S. Croce, oltre la chiesa dell'ospedale di S. Giovan Battista, detta poi alla Magione, la chiesa di S. Donato a Cedda con l'annesso di S. Andrea a Papaiano di sotto, e quelle di S. Lucia a Papaiano di sopra, di S. Martino a Strozzavolpe, di S.
Lorenzo alle Tre Querci, di S. Giusto a Stuppli, di S.
Lucia a Polsano (ora cura); la chiesa di S. Lucia a Castagnolo (soppressa) e quella di S. Maria Maddalena a Piretula (unita a S. Michele a Ca stiglioni.) Il piviere di Poggibonsi fu staccato per intiero dalla Diocesi fiorentina e assegnato alla nuova Diocesi di Colle all’occasione in cui il Pontefice Clemente VIII nel 1592 innalzò la pieve Nullius di Colle in cattedrale, i di cui vescovi in seguito fecero del territorio di Poggibonsi uno dei Sesti della loro diocesi. – Vedere COLLE (DIOCESI DI).
Attualmente il piviere di Poggibonsi comprende i quattro popoli seguenti:, 1. Poggibonsi, S. Maria Assunta, collegiata con l’annesso di S. Lorenzo al Pian di Campi; 2. S. Pietro a Megognano, Prioria; 3. S. Martino a Luco (idem) con l'annesso di S. Andrea a Papajano; 4. S.
Lucchese al Poggio Imperiale o Poggibonsi alto. – Di data non più antica del secolo XIV è la fondazione del convento e chiesa di S. Lorenzo degli Agostiniani Leccetani di Poggibonsi, stato soppresso verso il 1780.
Poggibonsi è fornita di un bel teatro che fu aperto nell’anno 1829, edificato di pianta col disegno dell’architetto fiorentino Donato Grassi.
CENSIMENTO della Popolazione della Terra e Sobborghi di POGGIBONSI a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 252; totale della popolazione 1274.
ANNO 1745: Impuberi maschi 177; femmine 129; adulti maschi 192, femmine 262; coniugati dei due sessi 358; ecclesiastici dei due sessi 44; numero delle famiglie 259; totale della popolazione 1162.
ANNO 1833: Impuberi maschi 441; femmine 454; adulti maschi 321, femmine 290; coniugati dei due sessi 928; ecclesiastici dei due sessi 24; numero delle famiglie 492; totale della popolazione 2458.
ANNO 1840: Impuberi maschi 480; femmine 430; adulti maschi 398, femmine 390; coniugati dei due sessi 962; ecclesiastici dei due sessi 21; numero delle famiglie 520; totale della popolazione 2681.
Comunità di Poggibonsi. – Il terrtitorio di questa Comunità abbraccia una superficie di 19815 quadrati, dei quali 711 spettano a corsi d'acqua e a pubbliche strade. – Nel 1833 vi stanziavano 5176 abitanti a ragione di circa 215 individui per ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
Confina con i territorj di cinque Comunità. – Dal lato di maestrale e di settentrione ha dirimpetto il territorio comunitativo di Barberino di Val d’Elsa, da primo lungo il fiume omonimo dallo sbocco in esso del rio Bocchereccio fino al torrente Fosci, alla cui confluenza attraversa l'Elsa per dirigersi mercè di una linea artificiale sulla strada regia Livornese, già detta Francesca, colla quale arriva sul ponte della Drove di Sotterra , il di cui alveo rimonta dalla sua foce per attraversare la strada postale Fiorentina, quindi lasciare la Drove a ostro e percorrere sulla strada regia predetta fino al luogo detto il Termine. Costì lascia la strada suddetta per rientrare nella Drove di Sotterra finchè da questa passa nella Drove Cinciano. Quivi piegando la fronte a settentrione trova la via comunale che guida da Poggibonsi verso Monsanto, donde volgendo la faccia a grecale si dirige verso Cedda, cavalcando la diramazione più meridionale dei tributarj della Drove fino a che sottentra a confine il territorio comunitativo della Castellina del Chianti. A quel punto le due Comunità sì dirigono a ponente fino al bivio della via Maremmana con quella di S. Quirico, mercè l’ultima delle quali arrivano sul rio de’Barberini. Di là i due territorj comunitativi scendono nel torrente Strulle, seguitando, il corso di quest’ultimo fino a che entrano in un borratello che viene dal lato di ostro, e con esso attraversano la strada di Poggibonsi alla Castellina per poi scendere nel fosso di S. Caterina e di là nel torrente Carfini, che poco dopo abbandonano per entrare nel borro di Ritorto , e di là vuotarsi nel torrente Staggia . Costì cessa la Comunità della Castellina del Chianti, e viene a confine con l'altra di Poggibonsi il territorio di Monte Riggioni, da primo mediante il torrente predetto, di poi per mezzo di un suo confluente appellato il fosso Senese, il quale rimontano di conserva nella direzione di ostro. Di là per una linea artificiale piegando a ponente arrivano sul fosso Ambaina, dove dirimpetto a maestrale sottentra a confine la Comunità di Colle mediante il fosso predetto, col quale trapassano la via comunitativa della Fontana . Al di là di questa il territorio di Poggibonsi piegando la fronte a ponente entra con l’altro di Colle nel rio delle Fontanelle e poscia nell'Elsa. Mediante il corso inverso di questo fiume le due Comunità fronteggiano insieme finchè entrano nel borro S. Cosimo dirigendosi verso scirocco incontro al fosso Gaine, che rimontano nella direzione di ponente per entrare in quello della Vallicella.
Costà voltando faccia ad angolo acuto il territorio comunitativo di Poggibonsi trova il fosso chiamato della Valle, mercè del quale con l'altro della Comunità di Colle entra nel fosso Graffa passando di là nel torrente Fosci. A cotesta confluenza cessa il territorio di Colle e viene a confine con quello di Poggibonsi la Comunità di San Gimignano, da primo mediunto il torrente Fosci che ha dirimpetto a maestrale fino al borro Bossola, che viene da settentrione; passato il quale le due Comunità entrano nel fosso Vallina, e con esso nel rio Bocchereccio, scendendo il cui corso giungono sul fiume Elsa, dove la nostra ritrova la Comunità di Barberino di Val d’Elsa.
Fra i maggiori corsi d'acqua che attraversano, o che rasentano il territorio di questa Comunità, si contano il fiume Elsa, i torrenti Staggia , Corfini, Fosci e Drove.
Due grandi strade regie postali passano per la parte settentrionale del suo territorio e si riuniscono in una davanti a Poggibonsi; cioè, la Fiorentina e la Livornese oTraversa, mentre una terza strada regia si stacca dalle due riunite a piè del Poggio Imperiale per condurre a Colle e a Volterra. Molte altre strade comunitative rotabili attraversano in varia direzione il territorio di Poggibonsi.
Non vi sono nella Comunità che ristrette pianure tramezzate da umili colline o dall’estrema propagine occidentale de’monti della Castellina. – La struttura e qualità fisica del suolo di quest'ultimi appartiene alle tre rocce appenniniche, cioè al macigno, al calcare compatto e allo schisto marnoso; all’incontro quella dei colli inferiori e delle pendici intorno a Poggibonsi spetta per la massima parte ad un tufo calcare cavernoso sparso di frammenti di vegetabili e di conchiglie lacustri, mentre una recente fanghiglia frammista a ciottoli e ghiaje, provenute dalle rocce appenniniche dei valloncelli che fanno corona alla Terra di Poggibonsi, cuopre i bassi fondi e la parte inferiore delle colline di cotesto territorio.
I contorni di Poggibonsi, diceva Giovanni Targioni-Tozzetti nei suoi Viaggi (T. VIII.) sono tutti ameni, sani e fertili, distribuiti in colline di tufo e in vallate coltivate a poderi. Nelle colline si vedono belle ville signorili, tra le quali notabile è quella denominata Strozzavolpe, già fortilizio de'Salimbeni di Siena, fatto a guisa di fortezza con ponti levatoj, fossi, torrioni e merli, posseduto in seguito dai nobili Riccardi e ora dalla famiglia da Cepperello di Firenze. – Vedere STROZZAVOLPE.
Amene per la posizione sono (ERRATA: la villa Ricasoli di Monte Falcone) la villa Ricasoli di Monte Lonti , quella Tempi di Monte Falcone, la villa Frosini ne’Fiaschi sul poggio di S. Lucchese, la Badia di S. Michele sul Poggio Marturi, e le fortificazioni dell'antico Poggiobonizi, ora Poggio Imperiale, ecc. – Vedere POGGIO IMPERIALE di val d’Elsa.
I prodotti campestri di questa contrada sogliono riescire ottimi e saporiti, ma fra le più ricche raccolte vi è quella di un vino spiritoso, dell’olio e delle granaglie.
Lasciano però desiderare gli abitanti di Poggibonsi un maggiorr impulso all’industria agraria della loro patria, specialmente rapporto alla cultura dei gelsi e all'aumento dei filugelli. I mercati settimanali di Poggibonsi, i quali succedono costantemente nel giorno di martedì, sono copiosi di prodotti agrarj e di bestiame, specialmente nella stagione invernale.
Oltre di ciò si tengono in Poggibonsi 4 fiere l'anno, la prima nel 26 marzo, la seconda nel 29 maggio, la terza nel giorno dopo la festa della SS. Trinità e la quarta nel mercoledì dopo la Natività di Maria.
La Comunità mantiene due medici condotti ed un chirurgo, uno dei quali ha la residenza in Staggia.
Non vi sono scuole pubbliche, meno una di leggere, scrivere e abbaco. Quella d’insegnamento reciproco presto morì. Vi mancano una sala di asilo infantile ed una cassa di risparmio, stabilimenti che ognuno crederebbe trovare in una terra centrale e popolata come questa di Poggibonsi, dove non manca nè un grandioso e frequentato gioco del pallone, nè un bel teatro.
Devesi però alla filantropia di un medico nativo di Poggibonsi, benchè oriundo dei contorni di Firenze, l'istituzione di un posto di studio a favore de'giovani Poggibonzesi. – Fu il dottor Antonio di Niccolò Frilli quello che con testamento del 17 agosto 1812 istituì a carico dell'erede un legato perpetuo di scudi 60 annui ad oggetto di mantenere un giovane per sei anni in qualche università, o studio d'Italia per apprendervi le scienze o le belle arti, ed a condizione che l'elezione si facesse di un giovinetto nato o da dieci anni domiciliato in Poggibonsi a vicenda con altro giovine nativo o domiciliato nei borghi di Sesto, Quinto, Quarto e del Ponte a Riffredi presso Firenze.
Risiede in Poggibonsi un potestà sotto il Vicario regio di Colle, il quale potestà estende la sua giurisdizione civile anche sulla Comunità di Barberino di Val d’Elsa.
Vi e in Poggibonsi un uffizio di esazione del Registro, e uno per la distribuzione delle lettere. La cancelleria Comunitativa e l’ingegnere di Circondario stanno in Colle, la Conservazione delle Ipoteche ed il Tribunale di Prima Istanza sono in Siena.
QUADRO della Popolazione della Comunità di POGGIBONSI a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Bolsano (*), titolo della chiesa: S.
Lucia (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 51, abitanti anno 1745 n° 85, abitanti anno 1833 n° 103, abitanti anno 1840 n° 86 - nome del luogo: Bosco, titolo della chiesa: S. Antonio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 113, abitanti anno 1840 n° 125 - nome del luogo: Canonica con l’annesso di Casagliola, titolo della chiesa: S. Pietro e S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 41 (S. Pietro) e n° 87 (S. Maria), abitanti anno 1745 n° 213 (S. Pietro) e n° 96 (S. Maria), abitanti anno 1833 n° 209, abitanti anno 1840 n° 223 - nome del luogo: Castiglioni (*), titolo della chiesa: S.
Maria Maddalena (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 92, abitanti anno 1745 n° 60, abitanti anno 1833 n° 87, abitanti anno 1840 n° 135 - nome del luogo: Cedda Gavignano (*), titolo della chiesa: S. Pietro e Donato (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 116, abitanti anno 1745 n° 176, abitanti anno 1833 n° 225, abitanti anno 1840 n° 266 - nome del luogo: Cinciano (*), titolo della chiesa: S.
Giorgio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 196, abitanti anno 1745 n° 247, abitanti anno 1833 n° 241, abitanti anno 1840 n° 297 - nome del luogo: Lecchi (*), titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 60, abitanti anno 1745 n° 106, abitanti anno 1833 n° 183, abitanti anno 1840 n° 183 - nome del luogo: Luco con l’annesso di Papajano, titolo della chiesa: S. Martino e S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 89 (S. Martino) e n° 128 (S. Andrea), abitanti anno 1745 n° 177, abitanti anno 1833 n° 262, abitanti anno 1840 n° 308 - nome del luogo: Megognano, titolo della chiesa: S.
Pietro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 106, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 144, abitanti anno 1840 n° 153 - nome del luogo: POGGIBONSI con il Pian de’Campi, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Collegiata) con S.
Lorenzo, diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 1274 (S. Maria Assunta) e n° 197 (S. Lorenzo), abitanti anno 1745 n° 782 (S. Maria Assunta) e n° 380 (S.
Lorenzo), abitanti anno 1833 n° 2458, abitanti anno 1840 n° 2681 - nome del luogo: Poggibonsi alto, titolo della chiesa: S.
Lucchese (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 317, abitanti anno 1840 n° 330 - nome del luogo: Staggia, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 465, abitanti anno 1745 n° 375, abitanti anno 1833 n° 633, abitanti anno 1840 n° 672 - nome del luogo: Talcione, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 119, abitanti anno 1745 n° 119, abitanti anno 1833 n° 152, abitanti anno 1840 n° 160 - Totale abitanti anno 1551 n° 2970 - Totale abitanti anno 1745 n° 2816 Frazioni di popolazione provenienti da altre chiese parrocchiali fuori della Comunità di Poggibonsi nelle ultime due epoche - nome del luogo: S. Appiano, Comunità donde proviene: Barberino di Val d’Elsa, abitanti anno 1833 n° 59, abitanti anno 1840 n° 30 - nome del luogo: Linari, Comunità donde proviene: Barberino di Val d’Elsa, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 73 - nome del luogo: Mortennano, Comunità donde proviene: Castellina, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° - nome del luogo: S. Agnese in Chianti, Comunità donde proviene: Castellina, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 97 - nome del luogo: Bibbiano, Comunità donde proviene: Colle, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 29 - nome del luogo: Cusona, Comunità donde proviene: S.
Gimignano, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° - nome del luogo: Fulignano, Comunità donde proviene: S. Gimignano, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 78 - Totale abitanti anno 1833 n° 5176 - Totale abitanti anno 1840 n° 6003 N. B. Le parrocchie di Bolsano, di Bosco, di Castiglioni, di Cedda, di Cinciano e di Lecchi contrassegnate qui sopra con l’asterisco (*) mandavano nel 1833 tutte insieme fuori di questa Comunità 413 abitanti e nel 1840 numero 433 individui defalcati dal Quadro statistico qui sopra riportato.
Maria Assunta) nella Diocesi di Colle, già di Firenze, Compartimento di Siena.
Giace l'attual Poggibonsi dove fu il Borgo vecchio di Marturi circa 220 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo fra il fiume Elsa ed il torrente Staggia, questo che lambisce le sue mura orientali, quello che se gli avvicina dalla parte occidentale davanti al bivio dove riunisconsi due spade regie postali, la Fiorentina o Romana, e la Francesca o Traversa ora detta Livornese.
Trovasi fra il grado 28° 29' di longitudine e il 43° 28’ di latitudine, 24 miglia a ostro di Firenze, 16 a maestro di Siena, miglia 3 ½ settentrione grecale della città di Colle, 20 miglia a levante grecale di Volterra, e 6 miglia a levante di S. Gimignano; dondechè può dirsi col Villani Poggibonsi posto nel bilico della Toscana.
Che se uno dovesse prestar fede alle belle cose, senza dire della brutta azione fatta dai Fiorentini ad una fanciulla nel Borgo di Marturi, siccome lo stesso G. Villani raccontò, si crederebbe che il Poggibonizi antico fosse stato non solamente uno de più forti castelli con belle mura e torri, molte chiese, ed una pieve con ricca badia, ma che avesse avuto bellissime fontane di marmo, e che fosse stato abitato a guisa di una buona città.
Ma il buon Villani era alquanto credulo e di troppo buona fede per registrare spesse volte nella sua cronica tradizioni antiche destituite di critica e di solide prove.
Le più vetuste rimembranze del Poggio Bonizi incontransi fra le carte appartenute alla soppressa Badia di Poggibonsi posta in collina fra il torrente Marturi ed il fiume Elsa avendo a levante la chiesa di S. Lucchese e a maestro Poggibonsi. La memoria più antica risale all'anno 970, 12 luglio, allora quando il Marchese Ugo di origine Salica offrì al monastero di S. Michele da esso fondato nel poggio di Marturi, e per esso a Bononio abate, molti beni posti in varie parti della Toscana e nel contado modanese.
La stessa dote non solo quel Principe confermò, ma accrebbe con altre cospicue donazioni sotto di 25 luglio e 10 agosto del 998, fatte al monastero da esso lui fondato nel poggio di Marturi. Sennonché morto cotesto marchese e succeduto al governo della Toscana un Marchese Bonifazio di legge Ripuaria, questi discacciò dalla badia di Marturi l’abate Bononio con tutti i monaci Benedettini che vi abitavano, spogliando quel luogo pio di tutti i suoi beni mobili e immobili.
Rivendicò cotesto spoglio la contessa Beatrice marchesa di Toscana, mediante un placito dal suo Vicario pronunziato nel marzo del 1075 stando nel Borgo di Marturi, ora Poggibonsi presso la pieve di S. Maria, e confermato nel 20 giugno 1099 dalla sua figlia, la gran contessa Matilda marchesa di Toscana, al qual placito marchionale assisté il conte Guido Guerra di Modigliana, la di cui prosapia ebbe podere nel distretto di Poggibonsi.
Tre altri placiti della contessa Matilda portano la data di Marturi, il primo del 27 agosto 1078 a favore della mensa vescovile di Pisa, il secondo del 5 aprile 1103 a favore de’vescovi di Lucca, ed il terzo dell’11 novembre 1103 per i monaci della badia di S. Pietro a Pozzevoli nel Lucchese. – Vedere ABAZIA DI POGGIO MARTURI, PAPAJANO nella Val d’Elsa.
– (FIORENTINI, Memor. della C. Matilda).
Io non parlo di un altro placito celebrato dalla stessa marchesa in favore della mensa vescovile di Volterra, sotto dì 11 febbrajo 1078, nella casa e corte che la stessa Matilda possedeva presso la pieve di S. Andrea nel Borgo di Marturi o Marcoli; poiché cotesto borgo era fuori della Porta Marcoli, o Postierla esistente in Volterra, dove fu la pieve di S. Andrea poi monastero di Olivetani, ora ridotto per uso di seminario. – Vedere VOLTERRA.
Ciò che importa maggiormente alla storia e che sembra un fatto incontrastabile si è, che l'antico Poggibonizi, poscia chiamato Poggio Imperiale, fino dal secolo XI era compreso nel contado fiorentino, e non nel sanese, come da alcuni fu dubitato. Avvegnachè se non bastasse a dimostrarlo il placito del 1099 dato dalla gran contessa Matilda nel borgo di Marturi, contado fiorentino, lo decide un istrumento del 6 dicembre del 1047 Indizione XV fra le membrane del Monastero di S. Salvatore nel Monte Amiata, ora nell’Arch. Dipl. Fior. Il quale allo fu rogato da Pietro notato nel luogo della corte di Marturi, contado fiorentino, alla presenza di Arrigo cancelliere del re Arrigo (IV) mentre questi andava a Roma per ricevere la corona imperiale. – Vedere MONTENERO di Val d’Orcia.
Al che aggiungerò, non doversi confondere il paese, sia borgo, sia castello di Marturi con il suo distretto territoriale, parte del quale distretto, sebbene dentro il con ledo fiorentino, appartenne alla diocesi di Siena. – Vedere AGNESE (SAN) IN CHIANTI.
Ognuno sa come nel correre del secolo XII sorgessero contese fra i vescovi di Firenze e quelli di Siena a causa di giurisdizione ecclesiastica sopra Poggibonizi, o piuttosto sopra il suo distretto, nel quale, come ho avvertito, si estendevano le due diocesi. Dissi sopra il suo distretto e non sopra il castello di Poggio Marturi o Bonizi, né sul sottostante borgo, poiché entrambi anche per la giurisdizione ecclesiastica appartennero costantemente alla città di Firenze, mentre la pieve di S. Agnese, quantunque nella bolla spedita nel 1130 da Ranieri vescovo di Siena a quel pievano Rolando si dichiari posta in Poggibonizi, deve intendersi del suo distretto e non del borgo o dei castello; sia perché cotesta chiesa plebana ne fu sempre distante; sia perché il luogo dove la medesima esisteva appellavasi fino d'allora Talcione, siccome sotto lo stesso nomignolo fu designata dall’Imperatore Arrigo IV in un diploma dato in Siena lì 13 aprile dell'anno 1056 a favore di Giovanni vescovo della cattedrale sanese. – Alle quali contese avendo preso parte i governi delle due città, furono esse per la decisione del Pontefice Alessandro III temporariamente assopite con atto pubblico del 4 aprile 1176; in vigore del quale il Comune di Siena rilasciò a quello di Firenze la metà di tutti i possessi che il conte Guido Guerra avevagli donato nella corte di Poggibonizi. – Ma nel principio del secolo XIII essendosi riaccese nuove pretensioni a causa di confini territoriali fra i due contadi, fu rimessa la decisione all'arbitrio di Ogerio potestà di Poggibonsi e di quattro altri giudici concordemente eletti: i quali nel dì 6 giugno del 1203, stando nella pieve di S. Maria di Poggibonsi alla presenza del conte Guido, dei conte Manente di Chiusi, de’vescovi di Volterra, di Fiesole e di Firenze, dei Consoli maggiori fiorentini e sanesi, e di altri molti magnati, lodarono circa i termini da porsi fra i due contadi, a partire dalla Val Cortese della Berardenga passando pel Chianti e di là sopra Poggibonsi, salvo però, dice il lodo, il diritto spirituale del vescovo sanese nelle chiese di sua diocesi poste dentro i confini dei contado fiorentino; fra le quali eravi appunto la pieve di S.
Agnese, quae est in castro (cioè nel territorio) Podii Bonizi.
In quell'epoca per altro gli uomini del Comune di Poggibonsi seguivano più spesso le parti dell’Impero, ossia de’Ghibellini, piuttosto che la contraria de’Guelfi, o dir si voglia della Chiesa. A dimostrazione di tal verità citerò un diploma dall’Imperatore Federigo II dell’anno 1221 a favore del Comune di Poggibonsi, in rimunerazione della fede e devozione da quegli abitanti dimostrata; ai quali concedè, o piuttosto confermò l'elezione dei loro Consoli con piena giurisdizione sul castello e distretto di Poggibonizi, come ancora sopra gli uomini di Staggia, di Montacutolo, di Mortennano e loro territori.
Infatti nello stesso anno 1221, di settembre, Bartolommeo di Rinaldino potestà di Poggibonsi, a nome di questo Comune contrasse alleanza con la Signoria di Siena a condizione, occorrendo, di far anche guerra contro i Fiorentini. Il qual trattato fu rinnovato nel 22 giugno dell'anno 1226.
Continuavano i Sanesi ed i Poggibonzesi a stare in guerra co i Fiorentini e con gli Orvietani allorché per mediazione del Legato pontificio, il Cardinal di Pavia, vescovo di Palestrina, nel dì 8 giugno 1235, Ranieri di Gualtieri potestà di Poggibonsi, avuta l'approvazione dai Consoli e da tutto il consiglio della Co munità, nominò un Sindaco incaricato di accordare ai Sanesi facoltà di compromettere anco a nome degli uomini di Poggibonsi e di stabilire i capitoli di pace fra i Comuni testé indicati.
Contuttociò i Poggibonzesi continuando a favorire la parte dell'Impero richiamarono nuovamente contro essi le forze del Co mune di Firenze, cui, al dire di Ricordano Malespini, dovettero anche allora, nel 1254, assoggettarsi.
Probabilmente dentro il giro del secolo XII si riedificò il claustro della badia di S. Michele nel Poggio Marturi, siccome lo farebbe credere un istrumento rogato nel dì 11 marzo 1275 nel chiostro del l'Abbadia vecchia di Poggio Marturi. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte dell'Ospedale d i Bonifazio.) Ma il popolo di Poggibonsi essendo tornato a favorire il gove rno Ghibellino di Siena nuovamente in urto coi Fiorentini, vi furono da questi spediti contro molti armati, dai quali appena avuto il Castello di Poggibonsi fu smantellato, non però atterrato. Quindi avvenne che i suoi abitanti dieci anni dopo, come dice la storia, furono in grado di resistere lungamente all'assedio portatovi nel 1267 dal vittorioso Carlo d’Angiò, tanto più che le sue genti dopo la vittoria dì Benevento l'Angioino non trovò più contrasto nel rimanente dell’Italia. Infatti dovendo prestar fede al Malespini si rileva, che il re Carlo d'Angiò alla testa della sua cavalleria si recò nell'oste davanti Poggibonizi; e contuttochè si fosse proceduto in quell’assedio con ogni industria militare, quel potente monarca dovette penarvi 4 mesi innanzi che gli abitanti di Poggibonizi per mancanza di vittuvaglia in sugli ultimi giorni di quell'anno se gli rendessero a patti. Pervenuto il castello in balìa del re Carlo, questi ordinò vi si edificasse una fortezza, ma nel tempo che la rocca si costruiva, essendo colle sue genti arrivato in Italia Corradino per cacciare Carlo d'Angiò dal regno del suo avo, gli abitanti di Poggibonsi furono di quelli che si ribellarono ai Fiorentini e all'Angioino. Non poterono per altro i Poggibonzesi lungamente persistere nella tentata rivolta, poiché vinto Corradino nel piano dì Tagliacozzo (23 agosto 1268), e poco dopo rotti i Sanesi dai Fiorentini nei campi di Colle, i vincitori insieme col Conte Guido di Monfort, allora vicario in Toscana per il re Carlo, (anno 1270) mossero le armi contro Poggibonsi, dal qual castello non par t irono finché non lo ebbero conquistato e quindi atterrate le sue mura castellane. Allora i terrazzani, privati di ogni civile giurisdizione, furono costretti a scendere nel piano, che popolarono a guisa di aperta borgata. Da questo fatto pertanto, che segna la distruzione del Poggibonsi alto, sembra che si debba incominciare la storia politica della Terra cresciuta presso al Borgo del ponte di Poggio Bonizi sul torrente Staggia.
Infatti si fa menzione di un abitante del Borgo di Ponte Bonizj, in un istrumento della badia di Passignano del 27 febbrajo 1295 rogato nel Borgo vecchio di Poggiobonizi, cioè, nel Borgo di Marturi , dove nel 27 agosto 1078 e di nuovo nell'aprile e nel novembre del 1103 la contessa Matilda tenne corte e celebrò placiti in favore dei vescovi di Pisa, di Lucca e della Badia a Pozzevoli. – Lo stesso Borgo è rammentato in un privilegio del Pontefice Adriano IV del 6 maggio 1155 diretto al pievano di S. Maria a Marturi, dove è pure ricordato lo spedale esistito sul Ponte di detto Borgo, del quale si tornerà a far parola. – (ARCH. DIPL.
FIOR., Carte della Badia di Passignano.) Inoltre una carta de’Frati Agostiniani di Poggibonsi del 2 febbrajo 1307 fu scritta nel Borgo vecchio di Poggibonsi.
– (loc. cit., Carte di detto Convento.) Cotesto Borgo vecchio (l'attual Poggibonsi) trovasi ricordato in altra membrana dell' Arch. Arciv. Fior.
all'anno 1225, quando Uguccione potestà di Poggibonizi a nome de' suoi amministrati convenne col sindaco di Mons. Giovanni da Velletri vescovo di Firenze che avrebbe pagato ogn'anno alla mensa fiorentina la moneta di due denari ed una medaglia pisana per la metà del Borgovecchio. – (TARGIONI, Viaggi Tomo VIII.) Anche tre carte del 27, febbrajo 1292, (stile fiorentino) 1 aprile e 1 maggio 1293, esistenti nell'Arch. Dipl. Fior. fra le pergamene della Comunità di Volterra, rammentano il Borgo vecchio di Poggibonsi, dove fu confinato Ugo de' Buonparenti di Volterra con l'obbligo di presentarsi ogni giorno davanti al notaro di Poggibonsi, che rilasciò sotto detti giorni l' attestato a quel confinato.
Dopo però la pace di Fucecchio (12 luglio 1293) stabilita da una parte fra i Fiorentini e la Taglia guelfa della Toscana, ed i Pisani dall'altra parte, il Comune e distretto di Poggibonsi venne incorporato nuovamente al contado fiorentino, in guisa che i suoi abituati poterono essere ripristinati nei diritti perduti nell' anno 1270.
Successe poi nel 1313 la guerra dell'Imperatore Arrigo VII contro i Fiorentini, e considerando quel monarca all' importante posizione dell' antico Poggibonizi, intraprese a riedificarlo cingendolo di steccati; quindi fattolo chiamare Poggio Imperiale, vi lasciti da circa mille abitanti con una forte guardia. – (NICCOLAI EPISC. BUTHRENT Itinerar. Henrici VIII.) Nei due mesi che quell'Imperatore, dal 6 gennajo al 6 marzo 1373, stette acquartierato al Poggio Imperiale, fu emanata una sentenza alla presenza di Arrigo VII contro i ribelli di Firenze e di altre parti della Toscana, rogata da Paolo Ranucci del Poggio a Monte Imperiale in mezzo agli accampamenti dello stesso Poggio che chiamossi Poggiobonizi, nella diocesi fiorentina.
Di pochi mesi posteriore alla condanni preaccennata è l'atto di elezione fatto nel 9 luglio 1313 dal vicario dell'abate del Monastero di S. Michele a Poggibonizi, quando investì il nuovo rettore della chiesa di S. Ansano nel piviere di S.
Maria in Castello. Actum dice l’istrumento, in Castro Montis Imperialis, quod Podio Bonizi nuncupatur. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell'Ospedale di Bonifazio.) Nel 1334 essendo nata vertenza a cagione di confini territoriali fra il Comune di Colle e questo di Poggibonsi la Signoria di Firenze spedì a terminare la lite alcuni deputati, uno de' quali fu lo storico Giovanni Villani. Ma nel 1345 per le stesse cagioni essendosi rinnovate fra i due Comuni le controversie, fu stabilito con lodo degli arbitri, che il territorio del popolo di S. Martino di Fosci venisse ripartito fra i due Comuni, e che a quello di Colle fosse incorporata la villa con le appartenenze di Bibbiano, la cui chiesa di S. Lorenzo era e si mantiene filiale della pieve di S. Maria a Poggibonsi.
Nell'anno 1431 il Comune di Firenze attese a fortificare Poggibonsi ed altri castelli di Val d'Elsa per far fronte all'escursione eseguita in coteste parti da Niccolò Piccinino alla testa di un’esercito milanese. – (AMMIR. Istor.
Fior. Lib. XX.) Dell' antichità della chiesa di S. Maria a Poggibonsi non esistono documenti, per quanto di essa conoscansi memorie fino dal secolo XI. Non vi è d ubbio peraltro che cotesta pieve fosse edificata fuori dell'antico castello di Poggio Marturi, o di Poggibonizi alto, e che fino dalla sua origine esistesse nel Borgo vecchio, presso al quale sorse il Borgo nuovo, ora cospicua Terra di Poggibonsi.
Ho poco sopra indicato una bolla del Pontefice Adriano IV diretta nel 6 maggio 1055 al pievano di S. Maria a Marturi, nella quale cotesta pieve colle sue appartenenze fu presa sotto la protezione di S. Pietro. Nella stes sa bolla se ne rammentano altre di Pontefici antecessori di Adriano IV, a cominciare da Papa Niccola II, il quale sedé nella cattedra di S. Pietro, dal 1058 al 1061. Da ciò non solo apparisce la differenza delle due pievi e delle due diocesi nello stesso territorio o corte del castel di Marturi, cioè, di S. Agnese, e di S. Maria, la prima del vescovato sanese, la seconda del vescovato fiorentino, ma ancora sono distinte le cappelle ed oratori dipendenti allora da quest'ultima di S. Maria a Marturi.
Avvegnachè nella bolla del i 155 si confermano al pievano di S. Maria ed ai suoi successori i diritti sulle cappelle di S. Andrea a Papajano, di S. Michele dentro il castello ili Marturi (l'Abbadia), di S. Martino a Luco, di S. Pietro a Megngnano, de 'SS. Filippo e Jacopo, di S.
Giusto e di S. Lucia, tutte e tre nel castello o appartenenze del castel di Stuppli (ora Stuppio, o Poggio tondo), la cappella di S. Lorenzo in Campo e quella di S. Croce nel Castel di Marturi. – Inoltre furono confermati alla pieve stessa l'ospedale al Ponte di Lapeto (sulla Staggia) e la casa dell'ospedale medesimo presso il Borgo di Marturi, stato edificato in sollievo e sostentamento de’poveri, salvi in tutto ciò i diritti della S. Sede, nel modo stabilito dalla felice memoria della contessa Matilda.
Un altro spedaletto dové erigersi posteriormente in Poggibonsi a tenore del testamento fatto lì 17 febbrajo 1388 da Niccolò del fu Giovanni Tinghi di Poggibonsi abitante allora in Firenze nel popolo di S. Felicita, col quale, nel caso di morte senza lasciar figli legittimi o naturali, destinò tutta la sua eredità nella fondazione di uno spedale pei poveri da edificarsi in Poggibonsi in una sua casa ivi situata, chiamando al governo del medesimo l’arte de’medici e speziali dì Firenze, tale essendo stata (aggiunge il testatore) l'intenzione del di lui padre defunto. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte di Or. S.
Michele e del Bigallo.) Il pievano di Poggibonsi fino dal principio del secolo XIII fu insignito del titolo che tuttora conserva di Preposto, siccome lo dichiara una carta del 14 marzo 1223 della Badia a Isola, scritta all'epoca in cui viveva il pievano Tebaldo Preposto di S. Maria a Marturi, diocesi fiorentina. Anche due carte del 25 settembre e 25 novembre 1228, della Comunità di Volterra, rammentano il Proposto di Marturi della diocesi fiorentina. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte del Mon. di S.
Eugenio, e della Comunità di Volterra.) Inoltre fra quelle della Badia a Isola evvi un lodo del 5 dicembre 1211 fatto da Bonaccorso del fu Buamonte e da Albizio di Carroccio Consoli e Rettori del Comune di Poggibonsi, e da Ugurgerio di Gentile arbitri destinati per terminare le vertenze insorte fra Ugo Abate del Monastero dell'Isola, ed un tale Cacciamonte di Bernardino a cagione di alcune terre situate sul Monte Maggio.
Nell'archivio dello Spedale di S. Maria della Scala di Siena esiste un’altro istrumento dell’8 agosto 1208 relativo alla conferma del lodo del 4 giugno 1203 pronunziato nella pieve di S. Maria a Poggibonsi dal podestà, e dagli altri arbitri e Consoli di Poggibonsi.
Nel catalogo delle chiese della diocesi di Firenze compilato nel giugno del 1299 la pieve di prepositura di S. Maria a Poggibonsi contava per suffraganee le seguenti sei chiese: 1. S. Andrea a Papajano; 2. S. Pietro a Megognano ; 3. S.
Martino a Luco; 4. S. Bartolommeo al Pino; 5. S. Lorenzo in Campo; 6. S. Michele di Castiglioni In seguito si contarono fra le chiese senza cura d'anime quella del convento di S. Lucchese con l'altra della soppressa badia di S. Michele nel castello di Marturi dove pur era l'oratorio di S. Croce, oltre la chiesa dell'ospedale di S. Giovan Battista, detta poi alla Magione, la chiesa di S. Donato a Cedda con l'annesso di S. Andrea a Papaiano di sotto, e quelle di S. Lucia a Papaiano di sopra, di S. Martino a Strozzavolpe, di S.
Lorenzo alle Tre Querci, di S. Giusto a Stuppli, di S.
Lucia a Polsano (ora cura); la chiesa di S. Lucia a Castagnolo (soppressa) e quella di S. Maria Maddalena a Piretula (unita a S. Michele a Ca stiglioni.) Il piviere di Poggibonsi fu staccato per intiero dalla Diocesi fiorentina e assegnato alla nuova Diocesi di Colle all’occasione in cui il Pontefice Clemente VIII nel 1592 innalzò la pieve Nullius di Colle in cattedrale, i di cui vescovi in seguito fecero del territorio di Poggibonsi uno dei Sesti della loro diocesi. – Vedere COLLE (DIOCESI DI).
Attualmente il piviere di Poggibonsi comprende i quattro popoli seguenti:, 1. Poggibonsi, S. Maria Assunta, collegiata con l’annesso di S. Lorenzo al Pian di Campi; 2. S. Pietro a Megognano, Prioria; 3. S. Martino a Luco (idem) con l'annesso di S. Andrea a Papajano; 4. S.
Lucchese al Poggio Imperiale o Poggibonsi alto. – Di data non più antica del secolo XIV è la fondazione del convento e chiesa di S. Lorenzo degli Agostiniani Leccetani di Poggibonsi, stato soppresso verso il 1780.
Poggibonsi è fornita di un bel teatro che fu aperto nell’anno 1829, edificato di pianta col disegno dell’architetto fiorentino Donato Grassi.
CENSIMENTO della Popolazione della Terra e Sobborghi di POGGIBONSI a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 252; totale della popolazione 1274.
ANNO 1745: Impuberi maschi 177; femmine 129; adulti maschi 192, femmine 262; coniugati dei due sessi 358; ecclesiastici dei due sessi 44; numero delle famiglie 259; totale della popolazione 1162.
ANNO 1833: Impuberi maschi 441; femmine 454; adulti maschi 321, femmine 290; coniugati dei due sessi 928; ecclesiastici dei due sessi 24; numero delle famiglie 492; totale della popolazione 2458.
ANNO 1840: Impuberi maschi 480; femmine 430; adulti maschi 398, femmine 390; coniugati dei due sessi 962; ecclesiastici dei due sessi 21; numero delle famiglie 520; totale della popolazione 2681.
Comunità di Poggibonsi. – Il terrtitorio di questa Comunità abbraccia una superficie di 19815 quadrati, dei quali 711 spettano a corsi d'acqua e a pubbliche strade. – Nel 1833 vi stanziavano 5176 abitanti a ragione di circa 215 individui per ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
Confina con i territorj di cinque Comunità. – Dal lato di maestrale e di settentrione ha dirimpetto il territorio comunitativo di Barberino di Val d’Elsa, da primo lungo il fiume omonimo dallo sbocco in esso del rio Bocchereccio fino al torrente Fosci, alla cui confluenza attraversa l'Elsa per dirigersi mercè di una linea artificiale sulla strada regia Livornese, già detta Francesca, colla quale arriva sul ponte della Drove di Sotterra , il di cui alveo rimonta dalla sua foce per attraversare la strada postale Fiorentina, quindi lasciare la Drove a ostro e percorrere sulla strada regia predetta fino al luogo detto il Termine. Costì lascia la strada suddetta per rientrare nella Drove di Sotterra finchè da questa passa nella Drove Cinciano. Quivi piegando la fronte a settentrione trova la via comunale che guida da Poggibonsi verso Monsanto, donde volgendo la faccia a grecale si dirige verso Cedda, cavalcando la diramazione più meridionale dei tributarj della Drove fino a che sottentra a confine il territorio comunitativo della Castellina del Chianti. A quel punto le due Comunità sì dirigono a ponente fino al bivio della via Maremmana con quella di S. Quirico, mercè l’ultima delle quali arrivano sul rio de’Barberini. Di là i due territorj comunitativi scendono nel torrente Strulle, seguitando, il corso di quest’ultimo fino a che entrano in un borratello che viene dal lato di ostro, e con esso attraversano la strada di Poggibonsi alla Castellina per poi scendere nel fosso di S. Caterina e di là nel torrente Carfini, che poco dopo abbandonano per entrare nel borro di Ritorto , e di là vuotarsi nel torrente Staggia . Costì cessa la Comunità della Castellina del Chianti, e viene a confine con l'altra di Poggibonsi il territorio di Monte Riggioni, da primo mediante il torrente predetto, di poi per mezzo di un suo confluente appellato il fosso Senese, il quale rimontano di conserva nella direzione di ostro. Di là per una linea artificiale piegando a ponente arrivano sul fosso Ambaina, dove dirimpetto a maestrale sottentra a confine la Comunità di Colle mediante il fosso predetto, col quale trapassano la via comunitativa della Fontana . Al di là di questa il territorio di Poggibonsi piegando la fronte a ponente entra con l’altro di Colle nel rio delle Fontanelle e poscia nell'Elsa. Mediante il corso inverso di questo fiume le due Comunità fronteggiano insieme finchè entrano nel borro S. Cosimo dirigendosi verso scirocco incontro al fosso Gaine, che rimontano nella direzione di ponente per entrare in quello della Vallicella.
Costà voltando faccia ad angolo acuto il territorio comunitativo di Poggibonsi trova il fosso chiamato della Valle, mercè del quale con l'altro della Comunità di Colle entra nel fosso Graffa passando di là nel torrente Fosci. A cotesta confluenza cessa il territorio di Colle e viene a confine con quello di Poggibonsi la Comunità di San Gimignano, da primo mediunto il torrente Fosci che ha dirimpetto a maestrale fino al borro Bossola, che viene da settentrione; passato il quale le due Comunità entrano nel fosso Vallina, e con esso nel rio Bocchereccio, scendendo il cui corso giungono sul fiume Elsa, dove la nostra ritrova la Comunità di Barberino di Val d’Elsa.
Fra i maggiori corsi d'acqua che attraversano, o che rasentano il territorio di questa Comunità, si contano il fiume Elsa, i torrenti Staggia , Corfini, Fosci e Drove.
Due grandi strade regie postali passano per la parte settentrionale del suo territorio e si riuniscono in una davanti a Poggibonsi; cioè, la Fiorentina e la Livornese oTraversa, mentre una terza strada regia si stacca dalle due riunite a piè del Poggio Imperiale per condurre a Colle e a Volterra. Molte altre strade comunitative rotabili attraversano in varia direzione il territorio di Poggibonsi.
Non vi sono nella Comunità che ristrette pianure tramezzate da umili colline o dall’estrema propagine occidentale de’monti della Castellina. – La struttura e qualità fisica del suolo di quest'ultimi appartiene alle tre rocce appenniniche, cioè al macigno, al calcare compatto e allo schisto marnoso; all’incontro quella dei colli inferiori e delle pendici intorno a Poggibonsi spetta per la massima parte ad un tufo calcare cavernoso sparso di frammenti di vegetabili e di conchiglie lacustri, mentre una recente fanghiglia frammista a ciottoli e ghiaje, provenute dalle rocce appenniniche dei valloncelli che fanno corona alla Terra di Poggibonsi, cuopre i bassi fondi e la parte inferiore delle colline di cotesto territorio.
I contorni di Poggibonsi, diceva Giovanni Targioni-Tozzetti nei suoi Viaggi (T. VIII.) sono tutti ameni, sani e fertili, distribuiti in colline di tufo e in vallate coltivate a poderi. Nelle colline si vedono belle ville signorili, tra le quali notabile è quella denominata Strozzavolpe, già fortilizio de'Salimbeni di Siena, fatto a guisa di fortezza con ponti levatoj, fossi, torrioni e merli, posseduto in seguito dai nobili Riccardi e ora dalla famiglia da Cepperello di Firenze. – Vedere STROZZAVOLPE.
Amene per la posizione sono (ERRATA: la villa Ricasoli di Monte Falcone) la villa Ricasoli di Monte Lonti , quella Tempi di Monte Falcone, la villa Frosini ne’Fiaschi sul poggio di S. Lucchese, la Badia di S. Michele sul Poggio Marturi, e le fortificazioni dell'antico Poggiobonizi, ora Poggio Imperiale, ecc. – Vedere POGGIO IMPERIALE di val d’Elsa.
I prodotti campestri di questa contrada sogliono riescire ottimi e saporiti, ma fra le più ricche raccolte vi è quella di un vino spiritoso, dell’olio e delle granaglie.
Lasciano però desiderare gli abitanti di Poggibonsi un maggiorr impulso all’industria agraria della loro patria, specialmente rapporto alla cultura dei gelsi e all'aumento dei filugelli. I mercati settimanali di Poggibonsi, i quali succedono costantemente nel giorno di martedì, sono copiosi di prodotti agrarj e di bestiame, specialmente nella stagione invernale.
Oltre di ciò si tengono in Poggibonsi 4 fiere l'anno, la prima nel 26 marzo, la seconda nel 29 maggio, la terza nel giorno dopo la festa della SS. Trinità e la quarta nel mercoledì dopo la Natività di Maria.
La Comunità mantiene due medici condotti ed un chirurgo, uno dei quali ha la residenza in Staggia.
Non vi sono scuole pubbliche, meno una di leggere, scrivere e abbaco. Quella d’insegnamento reciproco presto morì. Vi mancano una sala di asilo infantile ed una cassa di risparmio, stabilimenti che ognuno crederebbe trovare in una terra centrale e popolata come questa di Poggibonsi, dove non manca nè un grandioso e frequentato gioco del pallone, nè un bel teatro.
Devesi però alla filantropia di un medico nativo di Poggibonsi, benchè oriundo dei contorni di Firenze, l'istituzione di un posto di studio a favore de'giovani Poggibonzesi. – Fu il dottor Antonio di Niccolò Frilli quello che con testamento del 17 agosto 1812 istituì a carico dell'erede un legato perpetuo di scudi 60 annui ad oggetto di mantenere un giovane per sei anni in qualche università, o studio d'Italia per apprendervi le scienze o le belle arti, ed a condizione che l'elezione si facesse di un giovinetto nato o da dieci anni domiciliato in Poggibonsi a vicenda con altro giovine nativo o domiciliato nei borghi di Sesto, Quinto, Quarto e del Ponte a Riffredi presso Firenze.
Risiede in Poggibonsi un potestà sotto il Vicario regio di Colle, il quale potestà estende la sua giurisdizione civile anche sulla Comunità di Barberino di Val d’Elsa.
Vi e in Poggibonsi un uffizio di esazione del Registro, e uno per la distribuzione delle lettere. La cancelleria Comunitativa e l’ingegnere di Circondario stanno in Colle, la Conservazione delle Ipoteche ed il Tribunale di Prima Istanza sono in Siena.
QUADRO della Popolazione della Comunità di POGGIBONSI a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Bolsano (*), titolo della chiesa: S.
Lucia (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 51, abitanti anno 1745 n° 85, abitanti anno 1833 n° 103, abitanti anno 1840 n° 86 - nome del luogo: Bosco, titolo della chiesa: S. Antonio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 113, abitanti anno 1840 n° 125 - nome del luogo: Canonica con l’annesso di Casagliola, titolo della chiesa: S. Pietro e S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 41 (S. Pietro) e n° 87 (S. Maria), abitanti anno 1745 n° 213 (S. Pietro) e n° 96 (S. Maria), abitanti anno 1833 n° 209, abitanti anno 1840 n° 223 - nome del luogo: Castiglioni (*), titolo della chiesa: S.
Maria Maddalena (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 92, abitanti anno 1745 n° 60, abitanti anno 1833 n° 87, abitanti anno 1840 n° 135 - nome del luogo: Cedda Gavignano (*), titolo della chiesa: S. Pietro e Donato (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 116, abitanti anno 1745 n° 176, abitanti anno 1833 n° 225, abitanti anno 1840 n° 266 - nome del luogo: Cinciano (*), titolo della chiesa: S.
Giorgio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Firenze, abitanti anno 1551 n° 196, abitanti anno 1745 n° 247, abitanti anno 1833 n° 241, abitanti anno 1840 n° 297 - nome del luogo: Lecchi (*), titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 60, abitanti anno 1745 n° 106, abitanti anno 1833 n° 183, abitanti anno 1840 n° 183 - nome del luogo: Luco con l’annesso di Papajano, titolo della chiesa: S. Martino e S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 89 (S. Martino) e n° 128 (S. Andrea), abitanti anno 1745 n° 177, abitanti anno 1833 n° 262, abitanti anno 1840 n° 308 - nome del luogo: Megognano, titolo della chiesa: S.
Pietro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 106, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 144, abitanti anno 1840 n° 153 - nome del luogo: POGGIBONSI con il Pian de’Campi, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Collegiata) con S.
Lorenzo, diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 1274 (S. Maria Assunta) e n° 197 (S. Lorenzo), abitanti anno 1745 n° 782 (S. Maria Assunta) e n° 380 (S.
Lorenzo), abitanti anno 1833 n° 2458, abitanti anno 1840 n° 2681 - nome del luogo: Poggibonsi alto, titolo della chiesa: S.
Lucchese (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 317, abitanti anno 1840 n° 330 - nome del luogo: Staggia, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 465, abitanti anno 1745 n° 375, abitanti anno 1833 n° 633, abitanti anno 1840 n° 672 - nome del luogo: Talcione, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Colle, abitanti anno 1551 n° 119, abitanti anno 1745 n° 119, abitanti anno 1833 n° 152, abitanti anno 1840 n° 160 - Totale abitanti anno 1551 n° 2970 - Totale abitanti anno 1745 n° 2816 Frazioni di popolazione provenienti da altre chiese parrocchiali fuori della Comunità di Poggibonsi nelle ultime due epoche - nome del luogo: S. Appiano, Comunità donde proviene: Barberino di Val d’Elsa, abitanti anno 1833 n° 59, abitanti anno 1840 n° 30 - nome del luogo: Linari, Comunità donde proviene: Barberino di Val d’Elsa, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 73 - nome del luogo: Mortennano, Comunità donde proviene: Castellina, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° - nome del luogo: S. Agnese in Chianti, Comunità donde proviene: Castellina, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 97 - nome del luogo: Bibbiano, Comunità donde proviene: Colle, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 29 - nome del luogo: Cusona, Comunità donde proviene: S.
Gimignano, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° - nome del luogo: Fulignano, Comunità donde proviene: S. Gimignano, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 78 - Totale abitanti anno 1833 n° 5176 - Totale abitanti anno 1840 n° 6003 N. B. Le parrocchie di Bolsano, di Bosco, di Castiglioni, di Cedda, di Cinciano e di Lecchi contrassegnate qui sopra con l’asterisco (*) mandavano nel 1833 tutte insieme fuori di questa Comunità 413 abitanti e nel 1840 numero 433 individui defalcati dal Quadro statistico qui sopra riportato.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 480.
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