ROCCA SILANA, o ROCCA SILLANA

nella Val di Cecina.

– Fortilizio grandioso sopra una verruca di gabbro con chiesa plebana (S. Bartolommeo) nella Comunità e circa 6 miglia toscane a settentrione di Castelnuovo di Val di Cecina, Giurisdizione delle Pomarance, Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa.
Risiede nel vertice di un monte conico ad una elevatezza di circa 909 braccia sopra il livello del mare sulla ripa sinistra del torrente Pavone, mentre alla destra e quasi dirimpetto ha l’altro poggio serpentinoso di Monte Castelli, l’uno e l’altro geologicamente e con molto senno perlustrati e descritti dal Prof. Paolo Savi nelle sue Memorie per servire allo studio della costituzione fisica della Toscana: della qual cosa fu fatta menzione all’Articolo MONTE CASTELLI nella Val di Cecina.
Dovendomi pertanto, limitare alla parte storica, non starò a discutere sull’origine del nome di questa Rocca, che alcuni immaginarono edificata da Silla, ed altri con minore improbabilità supposero cotesto nome di Sillano derivato da un qualche colono oppure liberto della potente famiglia senatoria romana dei Silla , giacchè nomi consimili sono ripetuti in molte altre valli della Toscana.
– Vedere SILLANO e SILANO.
Ma partendo dai tempi cui può riferire la costruzione di cotesta vasta fortificazione composta di due gran torri e difesa da grossi bastioni, dirò solamente, come trovo che nel 1229 dominavano in Rocca Sillana alcuni baroni; uno dei quali, Francesco di Ghibaldo, per atto del 23 novembre di quell’anno sottopose al Comune di Volterra la sua ottava parte indivisa del castel di Sillano, i di cui abitanti anche prima del 1252 giurarono obbedienza a quel Comune.
Che poi in Sillano intorno alla stessa età avessero pretensione i conti Aldobrandeschi di Maremma, lo dimostra il testamento fatto in Sovana nel 22 ottobre 1208 da Ildebrandino conte Palatino di Toscana, mercè cui egli assegnò ad Ildebrando, uno de’figli suoi, Monte Gemoli, Sillano, Monte Guidi e Belforte, tutti castelli del Volterrano; e lo confermano due carte della Comunità di Volterra attualmente nell’Arch. Dipl. Fior. Una delle quali del 1256 riguarda le vertenze, l’altra del 1285 appella al compromesso per terminare la lite che fino allora si mantenne accesa fra il Comune di Volterra da una parte, ed i conti Ildebrandino Novello ed Umberto fratelli e figli d’Ildebrandino di S. Fiora conti Palatini di Toscana dall’altra, rispetto alla giurisdizione su Monte Gemoli e Sillano, dove i Volterrani da molti anni innanzi tenevano un rettore.
In seguito la Rocca Sillana trovasi infeudata ai Petroni di Siena, siccome risulta dal testamento di Francesco di Niccolò Petroni rogato nel 1363, il cui originale esiste fra le membrane del convento di S. Francesco di Siena.
Una però delle carte più importanti la storia di questa Rocca conservasi fra quelle della Comunità di Volterra nell’Arch. Dipl. Fior. Fu scritta nel giorno 26 aprile 1386 ed essa ci fa sapere che la Signoria di Firenze volendo comprare la Rocca Sillana col fortilizio, suoi borghi, fedeli e pertinenze incaricava i Dieci di Balia a entrare in trattativa con Martin Cione da Casole, il quali allora riteneva la delta Rocca. Infatti il trattato ebbe effetto nei 23 maggio dello stesso anno, col quale Martino Magli da Casole, detto Martin Cione diede il possesso della Rocca Sillana al sindaco della Repubblica Fiorentina.
Con altro istrumento del 19 marzo 1387 (stile fiorentino) la Repubblica acquistò i diritti della Rocca Sillana spettanti ai conti Petroni di Siena, mediante due istrumenti sborsò loro 4950 fiorini d’oro. (loc. cit. e ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR.) Dal che sembra di poter rilevare che cotesto Martin Cione coi suoi sgherri avesse tolto la Rocca Sillana ai conti Petroni di Siena. – (AMMIR. Storia fiorentina Lib. XV.) La ritenevano sempre i Fiorentini quando nel 1406, all’occasione della resa di Pisa, la Signoria promise di consegnare a Giovanni Gambacorti, ai suoi fratelli ed eredi il dominio di varie terre e castella; fra le quali fuvvi anco la Rocca Sillana, data ad un fratello di lui, Andrea Gambacorti, con facoltà di passarla alla sua linea mascolina a condizione di dare il palio per la festa di S.
Giovanni Battista, siccome dagli statuti fiorentini del 1415 viene indicato.
Infatti trovo all’anno stesso Andrea del fu Gherardo Gambacorti, in Firenze nel popolo di S. Lucia de’Magnoli, il quale con atto di procura del 19 novembre 1406 investì suo rappresentante Guido di Duccio da Santo Pietro di Val d’Era per prendere possesso in suo nome della Rocca Sillana, e guardare per lui quel fortilizio.
– (ARCH. DIPL. FIOR. Carte delle Riformag .) Ignoro il tempo preciso in cui cotesto ramo de’Gambacorti dominò nella Rocca Sillana; è noto bensì che la Rocca stessa, a tenore degli statuti prenominati sino dal 1415 era custodita da un castellano e dai famigli sotto gli ordini immediati dei reggitori di Firenze, il cui popolo fu poi compreso nella Comunità di Monte Castelli, sotto la quale continuò fino al 1808, quando entrambi vennero incorporati al territorio comunitativo di Castel Nuovo della Val di Cecina. – Vedere quell’Articolo.
La pieve di S. Bartolommeo della Rocca Sillana all’epoca del sinodo volterrano del 1356 era matrice delle chiese seguenti: 1. di Acquaviva (soppressa, ed il suo popolo trasferito alle Pomarance); 2.
di Monte Castelli (eretta in pieve); 3. di Ripapoggioli (distrutta); 4. di Mestrugnano (distrutta); 5. di Vinazzano (distrutta); 6. di Lucciano (distrutta) 7. di Mont’Albano (esistente); 8. di Anqua (ora pieve) 9. di Valiano (cappella nella cura di Monte Castelli). Quest’ultima chiesa sotto il titolo di S. Lorenzo è rammentata anche in una carta dei 24 marzo dell’anno 1326 data in Monte Castelli. – Vedere gli Articoli MONTE CASTELLI e VALIANO in Val di Cecina.
Il padronato della pieve di Rocca Sillana per asserto dell’abbate Puccinelli pervenne nella Badia Fiorentina, che ne propose la permuta nel 1541 con il Monastero di S.
Baronto sul Mont’Albano; lo che venne effettuato nel 1577 previa l’approvazione del Pontefice Gregorio XIII.
La parrocchia di S. Bartolommeo a Rocca Sillana nel 1833 contava 169 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 795.