TERRA DEL SOLE
nella Valle del Montone in Romagna.
– Terra murata con chiesa plebana (S.
Reparata) capoluogo di Comunità e Giurisdizione con dogana di prima classe nella Diocesi di Forlì, Compartimento di Firenze.
Risiede in pianura sulla riva sinistra del fiume Montone lungo la strada regia Forlivese sull’estremo e più avanzato confine della Romagna granducale, nel grado 29°37’0’’longitudine e 44°11’3’’latitudine quasi 5 miglia toscane a ostro libeccio della città di Forlì, 10 miglia toscane a scirocco di Faenza, circa 8 a ponente di Forlimpopoli, 6 a settentrione di Dovadola un miglio toscano nella stessa direzione di Castro Caro e 10 a grecale di Modigliana.
L’origine di questa Terra e del suo nome è ben conosciuta, tostochè essa fu opera del Granduca Cosimo I, il quale mentre faceva tracciare nel 1565 il giro delle sue mura , colpì il momento in cui il sole coperto allora dalle nuvole comparve ad illuminare i fondamenti della Terra designata, per cui volle dare al nuovo paese il nome di Eliofoli (Città del Sole).
Nel giro delle mura di Terra del Sole, che è di un parallelogra mma, solidissimi bastioni ne fortificano i quattro angoli con casematte e un grandioso cammino coperto.
Le due porte sono munite di Fortilizio; quella volta a ponente che guida a Castro Caro, è denominata porta fiorentina; sopra la quale risiede il comandante dell’artiglieria; nella porta opposta dirimpetto a Forlì, appellata porta romana , abitava il comandante della piazza, ed attualmente vi risiede il doganiere.
Cotesto paese fabbricato per sicurezza del Granducato nel piano estremo di Castro Caro suol distinguersi in due sezioni, il borgo fiorentino e il borgo romano. Le sue abitazioni sono distribuite in quattro gruppi isolati, nel centro de’quali è una gran piazza rettangolare attraversata dalla strada regia fra porta e porta, dove si trovano la chiesa arcipretura e il pretorio.
Per effettuare una tale opera militare Cosimo I obbligò tutte le comunità della Romagna granducale a fabbricare dentro le mura della nuova Terra un certo numero di case a misura del loro estimo, delle quali le stesse Comunità dovevano ritenere il dominio ed appoggiarle a loro rischio e profitto, la quale cosa si apprende da un bando del 18 agosto del 1565. Lo stesso Granduca a sicurezza del nuovo stato fino dal 1561 designò di fortificare a ponente della capitale la città di Pistoja, a levante quella di Arezzo, e a settentrione presso S. Pier a Sieve nel Mugello nel 1569 eresse lagrandiosa fortezza S. Martino.
– Vedere MARTINO (FORTEZZA DI S.) La memoria pertanto più antica della contrada, dove fu edificata la Terra del Sole, credo sia quella della sua chiesa plebana di S. Reparata riedificata nel secolo XVII sotto lo stesso titolo dentro la Terra, mentre la stessa chiesa esiste tuttora verso libeccio fuori delle sue mura.
All’Art. CASTRO CARO citai un documento del 4 novembre 1118 scritto presso la stessa pieve, la quale per una quarta voce fu di giuspadronato dei monaci Camaldolesi della soppressa badia di S. Maria Forisportam di Forlì.
Fino al 1775 la Comunità di Castro Caro comprendeva nella sua Giurisdizione anche la Terra del Sole.
MOVIMENTO della Popolazione della parrocchia di TERRA DEL SOLE (1) a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1745: Impuberi maschi 17; femmine 15; adulti maschi 30, femmine 50; coniugati dei due sessi 61; ecclesiastici dei due sessi 7; numero delle famiglie 50; totale della popolazione 170.
ANNO 1833: Impuberi maschi 93; femmine 79; adulti maschi 93, femmine 132; coniugati dei due sessi 249; ecclesiastici dei due sessi 8; numero delle famiglie 177; totale della popolazione 654.
ANNO 1840: Impuberi maschi 98; femmine 112; adulti maschi 105, femmine 121; coniugati dei due sessi 290; ecclesiastici dei due sessi 4; numero delle famiglie 194; totale della popolazione 730.
ANNO 1843: Impuberi maschi 107; femmine 100; adulti maschi 105, femmine 122; coniugati dei due sessi 287; ecclesiastici dei due sessi 5; numero delle famiglie 197; totale della popolazione 726.
(1) Nella prima epoca del 1551 la Terra del Sole non esistendo, non si potrebbe per conseguenza indicare allora la popolazione, meno quella della pieve di S.
Reparata presso Castro Caro.
Comunità di Terra del Sole . – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie totale di 10,373 quadrati 425 dei quali sono presi da corsi d’acqua e da pubbliche strade. – Nel 1833 vi si trovava una popolazione indigena di 3309 abitanti a ragione di circa 268 individui per ogni miglio quadrato toscano di suolo imponibile.
Confina con una sola Comunità del Granducato quella di Dovadola, con la quale percorre per termini artificiali circa 3 miglia toscane dirimpetto a ponente libeccio; cioè a partire del rio di Burella, confluente a destra della fiumana Samoggia, dove risale il fosso dell’Acqua Salata, finché dopo varcato il fiume Montone trova alla sua sinistra il fosso Camerolo, che rimonta di faccia alla Comunità di Bertinoro dello Stato Pontificio. Con essa la nostra da primo fronteggia mediante il torrente Bresina con cui discende nel rio Munsignano, di là dal quale ripiegando da ostro a levante e poi a settentrione torna ad avvicinarsi per termini artificiali alla riva destra del torrente Bresina che ritrova pressoché al suo sbocco nel fiume Montone. Costì per una linea quasi parallela sull’alveo del Montone corre poco discosto da esso per un miglio toscano e mezzo passando davanti alla rocca di Castro Caro ed alle mura castellane di Terra del Sole, finché a un quarto di miglio toscano a grecale di essa Terra sottentra a confine il territorio comunitativo di Forlì pur esso dello Stato Pontificio, e con esso attraversa per due volte il fiume Montone; quindi oltrepassa di faccia a settentrione la strada regia Forlivese, di là dalla quale continua il cammino verso settentrione finché a lungo della Calanchia,piegando bruscamente da settentrione a ponente e quindi voltando direzione a ostro il territorio di Terra del Sole si dirige dal poggio del Falcone a quello del Siro finché giunto al luogo di Mezza Collina il territorio della Comunità di Terra del Sole mediante un angolo acutissimo torna a dirigersi da ostro verso maestrale sul poggio della chiesa di Converselle, dalla cui pendice meridionale scende nel vallone della Samoggia, dove ritrova nel rio della Burella il territorio della Comunità granducale di Dovadola.
Fra i maggiori corsi d’acqua che attraversano questo della Terra del Sole non vi è che il fiume Montone, siccome fra le strade rotabili non si può contarne altre dopo quella della regia Forlivese.
Rispetto alle qualità fisiche di codesto territorio richiamerò alla memoria del mio lettore gli articoli di CASTRO CARO e specialmente DOVADOLA, Comunità, dove feci avvertire, che i colli estremi della Comunità di Terra del Sole e specialmente quelli di Castro Caro, a partire dal Falcone verso Poggio Siro, sono coperti da un tufo siliceo calcareporoso di tinta ora gialla, ora rossigna e talvolta grigia, pieno zeppo di molluschi del genere d’ostriche, veneri, pettini, e di altre specie di spoglie di conchiglie marine, per lo più bivalvi e disposte per famiglie, ammucchiate in guisa da dare appena a conoscere il cemento col quale furono esse collegare.
Cotesto tufo in molti luoghi riposa sopra una marna argillosa di tinta cerulea, sparsa di frammenti di altri corpi organici; mentre dallo stesso suolo quasi a fior di terrra, e approfondandosi di poche braccia, pullulano di acque pregne di cloruro di sodio (sale marino) in copia tale che forse da cotesta proprietà gli antichi diedero il nome di Castrum Salsubii al castello che poi si disse Castro Caro .
Il Prof. Antonio Targioni Tozzetti ha scoperto nelle acque salse di Castro Caro, oltre il cloruro di sodio e altri sali comuni a molte acque minerali, una gran quantità d’jodio ed in proporzione superiore di assai a quello, di consimili acque d’Italia, ed inoltre le indagini analitiche gli diedero a conoscere una non scarsa dose di bromo.
Riscontrandosi tali acque efficacissime in molte malattie glandulari e scropolose furono esse esperimentate con gran successo in tali affezzioni morbose. Quindi è sperabile di vedere presto allacciate quelle sorgenti, e innalzate delle fabbriche confacenti per usarle in bagno, come si propone di fare il dott. Niccola Frassineti che ora ne è il proprietario. Frattanto possiamo annunziare che quanto prima sarà pubblicata la loro analisi chimica come ci ha promesso il prefato nostro amico Prof. Targioni Tozzetti, attualmente occupato adultimarne il lavoro.
Tanta è la copia delle acque minerali sparse per il territorio di Terra del Sole, che il medico condotto di quella terra, il dott. Giuseppe Guerrazzi nel 1841 pubblicò una sua memoria sull’Acqua Marziale detta del Rio delle Pietre, la quale scaturisce in vicinanza di Castro Caro.
Eccone l’ubicazione indicatane dall’autore prenominato.
“Verso la parte più inferire della valle del Montone dove vanno a terminare le minori montagne che seguitano il fiume di detto nome, presso la ripa sinistra del medesimo alla distanza di 400 passi, e di soli 150 dalla nuova strada regia Forlivese, in miglio lontano dalla terra di Castrocaro, in prossimità di parecchie sorgenti d’acqua salsa, sotto estese cave di tufo, e sulla sponda destra del rio detto delle Pietre scaturiscono alcune piccole vene di quell’acqua minerale da potersi facilmente allacciare e riunire in un solo getto.” Essa è limpidissima con leggero odore e deciso sapore ferruginoso. La sua temperatura media è di poco superiore a quella dell’aria atmosferica nelle temperate stagioni. – Rispetto alle qualità chimiche lo stesso autore discoprì in libbre 100 di quest’acqua marziale i corpi seguenti: acido carbonico pollici cubici 90. – Aria atmosferica pollici cubici 35. – Sotto carbonato di ferro gr. 108. – Carbonato di calce gr. 48. – Solfato di calce grani 163. – Solfato di Magnesia gr. 26. – Idroclorato di soda, ossia cloruro di sodio (sal marino) gr. 198. – Idroclorato di magnesia gr.36. – Silice gr. 17. – Materia estrattiva vegeto anima le gr. 22. – Totale gr. 618.
La Comunità di Terra del sole mantiene un medico, un chirurgo e un maestro di scuola nel Capoluogo; il chirurgo risiede in Castro Caro dove si praticano due mercati settimanali, cioè nel martedì e nel sabato, oltre due fiere annuali le quali cadono nel 17 gennajo e nel 16 agosto.
Risiede in Terra del Sole un potestà, il quale per le cause civili abbraccia anche la Comunità di Dovadola e per le criminali dipende dal Vicario regio della R di S.
Casciano, costà dove trovasi l’uffizio di esazione del Registro.
L’ingegnere di Circondario, (ERRATA: la cancelleria Comunitativa) e la Cancelleria Comunitativa sono alla Rocca S. Casciano, e la conservazione delle ipoteche è in Modigliana, il tribunale di prima Istanza nella Rocca S.
Casciano.
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’DI TERRA DEL SOLE a cinque epoche diverse.
- nome del luogo: Bagnolo, titolo della chiesa: S.
Tommaso (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 135, abitanti anno 1833 n° 217, abitanti anno 1840 n° 172, abitanti anno 1843 n° 174 - nome del luogo: Castro Caro, titolo della chiesa: SS.
Niccolò e Francesco (Pieve), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° 1073, abitanti anno 1745 n° 808, abitanti anno 1833 n° 1499, abitanti anno 1840 n° 1640, abitanti anno 1843 n° 1621 - nome del luogo: Cerreto in Salutare (*), titolo della chiesa: S. Pietro in Vinculis (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° 178, abitanti anno 1745 n° 234, abitanti anno 1833 n° 248, abitanti anno 1840 n° 275, abitanti anno 1843 n° 297 - nome del luogo: Converselle, titolo della chiesa: SS.
Jacopo e Cristofano (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° 347, abitanti anno 1745 n° 129, abitanti anno 1833 n° 166, abitanti anno 1840 n° 151, abitanti anno 1843 n° 144 - nome del luogo: Gualdo, titolo della chiesa: S. Antonio Abate (Cura), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 79, abitanti anno 1833 n° 96, abitanti anno 1840 n° 114, abitanti anno 1843 n° 112 - nome del luogo: TERRA DEL SOLE, titolo della chiesa: S. Reparata (Pieve Arcipretura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 170, abitanti anno 1833 n° 654, abitanti anno 1840 n° 730, abitanti anno 1843 n° 726 - nome del luogo: (ERRATA : Visano) Virano, titolo della chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 76, abitanti anno 1833 n° 109, abitanti anno 1840 n° 138, abitanti anno 1843 n° 144 - nome del luogo: Volpinara, titolo della chiesa: S.
Giovanni Battista (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 57, abitanti anno 1833 n° 46, abitanti anno 1840 n° 77, abitanti anno 1843 n° 61 - nome del luogo: Zola, titolo della chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° 512, abitanti anno 1745 n° 264, abitanti anno 1833 n° 269, abitanti anno 1840 n° 203, abitanti anno 1843 n° 270 - Totale abitanti anno 1551: n° 2110 - Totale abitanti anno 1745: n° 1952 Annessi provenienti nelle ultime tre epoche da tre parrocchie poste nello Stato Pontificio - anno 1833: abitanti n° 89 - anno 1840: abitanti n° 87 - anno 1843: abitanti n° 82 - Totale abitanti anno 1833: n° 3393 - Totale abitanti anno 1840: n° 3587 - Totale abitanti anno 1843: n° 3631 Altronde dalla parrocchia di Cerreto contrassegnata con l’asterisco (*) nelle ultime tre epoche escivano - anno 1833: abitanti n° 84 - anno 1840: abitanti n° 80 - anno 1843: abitanti n° 88 - RESTANO abitanti anno 1833: n° 3309 - RESTANO abitanti anno 1840: n° 3507 - RESTANO abitanti anno 1843: n° 3543
Reparata) capoluogo di Comunità e Giurisdizione con dogana di prima classe nella Diocesi di Forlì, Compartimento di Firenze.
Risiede in pianura sulla riva sinistra del fiume Montone lungo la strada regia Forlivese sull’estremo e più avanzato confine della Romagna granducale, nel grado 29°37’0’’longitudine e 44°11’3’’latitudine quasi 5 miglia toscane a ostro libeccio della città di Forlì, 10 miglia toscane a scirocco di Faenza, circa 8 a ponente di Forlimpopoli, 6 a settentrione di Dovadola un miglio toscano nella stessa direzione di Castro Caro e 10 a grecale di Modigliana.
L’origine di questa Terra e del suo nome è ben conosciuta, tostochè essa fu opera del Granduca Cosimo I, il quale mentre faceva tracciare nel 1565 il giro delle sue mura , colpì il momento in cui il sole coperto allora dalle nuvole comparve ad illuminare i fondamenti della Terra designata, per cui volle dare al nuovo paese il nome di Eliofoli (Città del Sole).
Nel giro delle mura di Terra del Sole, che è di un parallelogra mma, solidissimi bastioni ne fortificano i quattro angoli con casematte e un grandioso cammino coperto.
Le due porte sono munite di Fortilizio; quella volta a ponente che guida a Castro Caro, è denominata porta fiorentina; sopra la quale risiede il comandante dell’artiglieria; nella porta opposta dirimpetto a Forlì, appellata porta romana , abitava il comandante della piazza, ed attualmente vi risiede il doganiere.
Cotesto paese fabbricato per sicurezza del Granducato nel piano estremo di Castro Caro suol distinguersi in due sezioni, il borgo fiorentino e il borgo romano. Le sue abitazioni sono distribuite in quattro gruppi isolati, nel centro de’quali è una gran piazza rettangolare attraversata dalla strada regia fra porta e porta, dove si trovano la chiesa arcipretura e il pretorio.
Per effettuare una tale opera militare Cosimo I obbligò tutte le comunità della Romagna granducale a fabbricare dentro le mura della nuova Terra un certo numero di case a misura del loro estimo, delle quali le stesse Comunità dovevano ritenere il dominio ed appoggiarle a loro rischio e profitto, la quale cosa si apprende da un bando del 18 agosto del 1565. Lo stesso Granduca a sicurezza del nuovo stato fino dal 1561 designò di fortificare a ponente della capitale la città di Pistoja, a levante quella di Arezzo, e a settentrione presso S. Pier a Sieve nel Mugello nel 1569 eresse lagrandiosa fortezza S. Martino.
– Vedere MARTINO (FORTEZZA DI S.) La memoria pertanto più antica della contrada, dove fu edificata la Terra del Sole, credo sia quella della sua chiesa plebana di S. Reparata riedificata nel secolo XVII sotto lo stesso titolo dentro la Terra, mentre la stessa chiesa esiste tuttora verso libeccio fuori delle sue mura.
All’Art. CASTRO CARO citai un documento del 4 novembre 1118 scritto presso la stessa pieve, la quale per una quarta voce fu di giuspadronato dei monaci Camaldolesi della soppressa badia di S. Maria Forisportam di Forlì.
Fino al 1775 la Comunità di Castro Caro comprendeva nella sua Giurisdizione anche la Terra del Sole.
MOVIMENTO della Popolazione della parrocchia di TERRA DEL SOLE (1) a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1745: Impuberi maschi 17; femmine 15; adulti maschi 30, femmine 50; coniugati dei due sessi 61; ecclesiastici dei due sessi 7; numero delle famiglie 50; totale della popolazione 170.
ANNO 1833: Impuberi maschi 93; femmine 79; adulti maschi 93, femmine 132; coniugati dei due sessi 249; ecclesiastici dei due sessi 8; numero delle famiglie 177; totale della popolazione 654.
ANNO 1840: Impuberi maschi 98; femmine 112; adulti maschi 105, femmine 121; coniugati dei due sessi 290; ecclesiastici dei due sessi 4; numero delle famiglie 194; totale della popolazione 730.
ANNO 1843: Impuberi maschi 107; femmine 100; adulti maschi 105, femmine 122; coniugati dei due sessi 287; ecclesiastici dei due sessi 5; numero delle famiglie 197; totale della popolazione 726.
(1) Nella prima epoca del 1551 la Terra del Sole non esistendo, non si potrebbe per conseguenza indicare allora la popolazione, meno quella della pieve di S.
Reparata presso Castro Caro.
Comunità di Terra del Sole . – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie totale di 10,373 quadrati 425 dei quali sono presi da corsi d’acqua e da pubbliche strade. – Nel 1833 vi si trovava una popolazione indigena di 3309 abitanti a ragione di circa 268 individui per ogni miglio quadrato toscano di suolo imponibile.
Confina con una sola Comunità del Granducato quella di Dovadola, con la quale percorre per termini artificiali circa 3 miglia toscane dirimpetto a ponente libeccio; cioè a partire del rio di Burella, confluente a destra della fiumana Samoggia, dove risale il fosso dell’Acqua Salata, finché dopo varcato il fiume Montone trova alla sua sinistra il fosso Camerolo, che rimonta di faccia alla Comunità di Bertinoro dello Stato Pontificio. Con essa la nostra da primo fronteggia mediante il torrente Bresina con cui discende nel rio Munsignano, di là dal quale ripiegando da ostro a levante e poi a settentrione torna ad avvicinarsi per termini artificiali alla riva destra del torrente Bresina che ritrova pressoché al suo sbocco nel fiume Montone. Costì per una linea quasi parallela sull’alveo del Montone corre poco discosto da esso per un miglio toscano e mezzo passando davanti alla rocca di Castro Caro ed alle mura castellane di Terra del Sole, finché a un quarto di miglio toscano a grecale di essa Terra sottentra a confine il territorio comunitativo di Forlì pur esso dello Stato Pontificio, e con esso attraversa per due volte il fiume Montone; quindi oltrepassa di faccia a settentrione la strada regia Forlivese, di là dalla quale continua il cammino verso settentrione finché a lungo della Calanchia,piegando bruscamente da settentrione a ponente e quindi voltando direzione a ostro il territorio di Terra del Sole si dirige dal poggio del Falcone a quello del Siro finché giunto al luogo di Mezza Collina il territorio della Comunità di Terra del Sole mediante un angolo acutissimo torna a dirigersi da ostro verso maestrale sul poggio della chiesa di Converselle, dalla cui pendice meridionale scende nel vallone della Samoggia, dove ritrova nel rio della Burella il territorio della Comunità granducale di Dovadola.
Fra i maggiori corsi d’acqua che attraversano questo della Terra del Sole non vi è che il fiume Montone, siccome fra le strade rotabili non si può contarne altre dopo quella della regia Forlivese.
Rispetto alle qualità fisiche di codesto territorio richiamerò alla memoria del mio lettore gli articoli di CASTRO CARO e specialmente DOVADOLA, Comunità, dove feci avvertire, che i colli estremi della Comunità di Terra del Sole e specialmente quelli di Castro Caro, a partire dal Falcone verso Poggio Siro, sono coperti da un tufo siliceo calcareporoso di tinta ora gialla, ora rossigna e talvolta grigia, pieno zeppo di molluschi del genere d’ostriche, veneri, pettini, e di altre specie di spoglie di conchiglie marine, per lo più bivalvi e disposte per famiglie, ammucchiate in guisa da dare appena a conoscere il cemento col quale furono esse collegare.
Cotesto tufo in molti luoghi riposa sopra una marna argillosa di tinta cerulea, sparsa di frammenti di altri corpi organici; mentre dallo stesso suolo quasi a fior di terrra, e approfondandosi di poche braccia, pullulano di acque pregne di cloruro di sodio (sale marino) in copia tale che forse da cotesta proprietà gli antichi diedero il nome di Castrum Salsubii al castello che poi si disse Castro Caro .
Il Prof. Antonio Targioni Tozzetti ha scoperto nelle acque salse di Castro Caro, oltre il cloruro di sodio e altri sali comuni a molte acque minerali, una gran quantità d’jodio ed in proporzione superiore di assai a quello, di consimili acque d’Italia, ed inoltre le indagini analitiche gli diedero a conoscere una non scarsa dose di bromo.
Riscontrandosi tali acque efficacissime in molte malattie glandulari e scropolose furono esse esperimentate con gran successo in tali affezzioni morbose. Quindi è sperabile di vedere presto allacciate quelle sorgenti, e innalzate delle fabbriche confacenti per usarle in bagno, come si propone di fare il dott. Niccola Frassineti che ora ne è il proprietario. Frattanto possiamo annunziare che quanto prima sarà pubblicata la loro analisi chimica come ci ha promesso il prefato nostro amico Prof. Targioni Tozzetti, attualmente occupato adultimarne il lavoro.
Tanta è la copia delle acque minerali sparse per il territorio di Terra del Sole, che il medico condotto di quella terra, il dott. Giuseppe Guerrazzi nel 1841 pubblicò una sua memoria sull’Acqua Marziale detta del Rio delle Pietre, la quale scaturisce in vicinanza di Castro Caro.
Eccone l’ubicazione indicatane dall’autore prenominato.
“Verso la parte più inferire della valle del Montone dove vanno a terminare le minori montagne che seguitano il fiume di detto nome, presso la ripa sinistra del medesimo alla distanza di 400 passi, e di soli 150 dalla nuova strada regia Forlivese, in miglio lontano dalla terra di Castrocaro, in prossimità di parecchie sorgenti d’acqua salsa, sotto estese cave di tufo, e sulla sponda destra del rio detto delle Pietre scaturiscono alcune piccole vene di quell’acqua minerale da potersi facilmente allacciare e riunire in un solo getto.” Essa è limpidissima con leggero odore e deciso sapore ferruginoso. La sua temperatura media è di poco superiore a quella dell’aria atmosferica nelle temperate stagioni. – Rispetto alle qualità chimiche lo stesso autore discoprì in libbre 100 di quest’acqua marziale i corpi seguenti: acido carbonico pollici cubici 90. – Aria atmosferica pollici cubici 35. – Sotto carbonato di ferro gr. 108. – Carbonato di calce gr. 48. – Solfato di calce grani 163. – Solfato di Magnesia gr. 26. – Idroclorato di soda, ossia cloruro di sodio (sal marino) gr. 198. – Idroclorato di magnesia gr.36. – Silice gr. 17. – Materia estrattiva vegeto anima le gr. 22. – Totale gr. 618.
La Comunità di Terra del sole mantiene un medico, un chirurgo e un maestro di scuola nel Capoluogo; il chirurgo risiede in Castro Caro dove si praticano due mercati settimanali, cioè nel martedì e nel sabato, oltre due fiere annuali le quali cadono nel 17 gennajo e nel 16 agosto.
Risiede in Terra del Sole un potestà, il quale per le cause civili abbraccia anche la Comunità di Dovadola e per le criminali dipende dal Vicario regio della R di S.
Casciano, costà dove trovasi l’uffizio di esazione del Registro.
L’ingegnere di Circondario, (ERRATA: la cancelleria Comunitativa) e la Cancelleria Comunitativa sono alla Rocca S. Casciano, e la conservazione delle ipoteche è in Modigliana, il tribunale di prima Istanza nella Rocca S.
Casciano.
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’DI TERRA DEL SOLE a cinque epoche diverse.
- nome del luogo: Bagnolo, titolo della chiesa: S.
Tommaso (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 135, abitanti anno 1833 n° 217, abitanti anno 1840 n° 172, abitanti anno 1843 n° 174 - nome del luogo: Castro Caro, titolo della chiesa: SS.
Niccolò e Francesco (Pieve), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° 1073, abitanti anno 1745 n° 808, abitanti anno 1833 n° 1499, abitanti anno 1840 n° 1640, abitanti anno 1843 n° 1621 - nome del luogo: Cerreto in Salutare (*), titolo della chiesa: S. Pietro in Vinculis (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° 178, abitanti anno 1745 n° 234, abitanti anno 1833 n° 248, abitanti anno 1840 n° 275, abitanti anno 1843 n° 297 - nome del luogo: Converselle, titolo della chiesa: SS.
Jacopo e Cristofano (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° 347, abitanti anno 1745 n° 129, abitanti anno 1833 n° 166, abitanti anno 1840 n° 151, abitanti anno 1843 n° 144 - nome del luogo: Gualdo, titolo della chiesa: S. Antonio Abate (Cura), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 79, abitanti anno 1833 n° 96, abitanti anno 1840 n° 114, abitanti anno 1843 n° 112 - nome del luogo: TERRA DEL SOLE, titolo della chiesa: S. Reparata (Pieve Arcipretura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 170, abitanti anno 1833 n° 654, abitanti anno 1840 n° 730, abitanti anno 1843 n° 726 - nome del luogo: (ERRATA : Visano) Virano, titolo della chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 76, abitanti anno 1833 n° 109, abitanti anno 1840 n° 138, abitanti anno 1843 n° 144 - nome del luogo: Volpinara, titolo della chiesa: S.
Giovanni Battista (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 57, abitanti anno 1833 n° 46, abitanti anno 1840 n° 77, abitanti anno 1843 n° 61 - nome del luogo: Zola, titolo della chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Forlì, abitanti anno 1551 n° 512, abitanti anno 1745 n° 264, abitanti anno 1833 n° 269, abitanti anno 1840 n° 203, abitanti anno 1843 n° 270 - Totale abitanti anno 1551: n° 2110 - Totale abitanti anno 1745: n° 1952 Annessi provenienti nelle ultime tre epoche da tre parrocchie poste nello Stato Pontificio - anno 1833: abitanti n° 89 - anno 1840: abitanti n° 87 - anno 1843: abitanti n° 82 - Totale abitanti anno 1833: n° 3393 - Totale abitanti anno 1840: n° 3587 - Totale abitanti anno 1843: n° 3631 Altronde dalla parrocchia di Cerreto contrassegnata con l’asterisco (*) nelle ultime tre epoche escivano - anno 1833: abitanti n° 84 - anno 1840: abitanti n° 80 - anno 1843: abitanti n° 88 - RESTANO abitanti anno 1833: n° 3309 - RESTANO abitanti anno 1840: n° 3507 - RESTANO abitanti anno 1843: n° 3543
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 509.
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