VALBONA o VALBUONA

– A varie contrade in Toscana fu dato il vocabolo di Valbona e l'eremo di Valbona in Val di Castello nel Pietrsantino, la Valbona nel piviere di S. Pietro in Bossolo in Val di Pesa, la Valbona Val d'Ambra; una nel piviere di Partina nel Casentino; altra Valbuona nel Mugello, e due nella Romagna granducale, la prima nel popolo di Albano, Comunità e Giurisdizione di Modigliano, e la seconda nella Valle del Bidente detto di Valbuona popolo di Radricoli, com e Giurisdizione di Bagno, Diocesi già Nullius di S. Maria in Cosmedin all'isola, ora di S.
Sepolcro, Compartimento di Firenze.
Rispetto a quest'ultima Valbuona agli articoli CORNIOLO, POGGIO alla LASTRA, RIDRACOLI, STRABATENZA fu detto, che i signori di quest'ultima contrada di Valbuona ebbero signoria nell'appennino del Bidente innanzi che vi sottentrassero i conti Guidi, poi la Repubblica fiorentina ed Camaldolensi.
È quel territorio di Valbuona a dei di cui nobili fu fatta menzione da S. Pier Damiani al Cap. 62 de' suoi Opuscoli, e più tardi li rammentò Boccaccio nella quarta novella della quinta giornata del Decamerone, e prima di lui Dante Alighieri nel canto XIV del suo Purgatorio.
Finalmente i signori di Valbuona furono compresi con quelli della Faggiuola e di Castel Alfero nella pace fatta nel 21 marzo 1401 fra i Fiorentini e il duca di Milano, del quale quei signori seguitarono le parti.
Finalmente il Manni illustrò due sigilli de'signori di Valbuona, che uno di Liuzzo e l'altro di Rigone (Vol.
XVIII Sigilli IX e X) dove cita una scrittura del 1333 in cui si rammenta un Leuzino del fu Manfredi di Valbuona.
– Anche il Pagnini nel suo Lessico storico diplomatico, MSS nelle Riformagioni di Firenze, ricorda un atto di accomandigia perpetua alla Repubblica Fiorentina fatto lì 7 gennaio 1404 (stil. fior.) da Gualtieri figlio di Salvatore di Valbuona a, il quale asserì essere signore del Castello di Valbuona, di Castelnuovo, e del Poggiolo.
Posso di poi Valbuona sotto il dominio del conte Francesco di Battifolle, il quale con atto del 21 agosto 1430 sottopose sé ed i suoi feudi all’accomandigia della Repubblica Fiorentina, finché nel luglio del 1440 per tradimento di lui tutti i suoi castelli furono incorporati al dominio fiorentino. – Vedere RIDRACOLI E POGGIO ALLA LASTRA.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 624.