ZERI

(Cerri?) nella Val di Magra.

– Castello composto di più borgate spicciolati con chiesa plebana (S.
Lorenzo prepositura) nella Giurisdizione e circa 7 miglia toscane a ponente libeccio di Pontremoli, Diocesi stessa, già di Brugnato, Compartimento di Pisa.
Il castel vecchio di Zeri, del quale noti restano che pochi avanzi, è situato fra il grado 27° 14' 30" longitudine ed il grado 44° 2 1 ’ l a t i t u d i n e ad una elevatezza di circa 1180 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo.
Trovasi sulla prominenza di un poggio, le di cui falde sono bagnate dalle sorgenti superiori del torrente Gordana, mentre alle sue spalle sorge a ponente mastrale l'Appennino del Monte Gottaro, avendo al suo libeccio quello di Monte Rotondo.
L'antica chiesa plebana profondò per l’instabilità del suolo mentre quella recentemente costruita minaccia la stessa sorte per difetto del terreno argilloso di una gran parie di quella convalle.
La più antica memoria, e forse l'origine del nome vernacolo di Zeri (Cerri ) si da a conoscere in un istrumento dell'anno 774, 5 giugno, consistente in una donazione fatta dall’Imperatore Carlo Magno, mentre era in Pavia, al Monastero di S. Colombano di una selva regia situata nell'Appennino di Monte Lungo, oltre il dono dell'Alpe chiamata il Monte di Croce, perché sulla di cui sommità esisteva una croce a (forse l' Appennino dello la Croce di Ferro, (– MURAT. Ant. M.
Aevi. T. I. ) All'Articolo poi LAGO PELOSO situato sull'erta groppa del la Pelata di Zeri fra la eresia del Monte Molinatico e quella del Monte Gottaro fiancheggiato da una selva di Cerri, dissi, che da molesto taglietto probabilmente ebbe origine la Piscina Pelosa, siccome dalla circostante selva di Cerri solé derivare il nome al paese di Zeri. Anche in un placito tenuto nel 10 agosto 972 dal March. Oberto conte del sacro Palazzo dell'Imperatore Ottone I a favore del Monastero di Bobbio si rammenti presso la Piscina Pelosa una selva di Cerri, nei quali erano stati confitti de' chiodi di ferro. Infatti in un diploma dell' Imperatore Federigo I del 1164 si confermarono al March. Obizzo Malaspina molli feudi della Lunigiana, fra i quali quello di Cerri (Zeri). – Vedere LAGO PELOSO.
Tra i signori di Zeri, oltre i March. Malaspina, vi ebbero parte gli Estensi, ed i March. Pallavicini discesi dal prenominato conte del sacro Palazzo sodo Ottone I.
Si crede che sia stata signora, o sotto feudataria di Zeri, una famiglia Pellizzeria del a quale manco di notizie autentichi che appoggino cotesto fitto. – (Calendario Lunese per V anno 1836).
Ciò che sembra meno dubbio si è, che i marchesi Malaspina, ad onta della conferma fatta dall' imperatore Federigo II (andò 1220) del diploma del 1164, a favore del March. Obizzo della stessa famiglia, perderono assai per tempo il feudo di Zeri, stantechè esso tino dal secolo XII almeno trovasi incorporato al territorio e giurisdizione di Pontremoli, al d i cui Comune anche l'Imperatore Federigo I con diploma del 1167, mentre confermavagli i privilegi concessi dai suoi predecessóri, rammentò la giurisdizione de' Pontremolesi su quelle Alpi. – Vedere l’Articolo PONTREMOLI.
Quindi è che la storia civile di Zeri da quell’ epoca in poi accomunandosi con l'altra di Pontremoli, non starò a ripetere ciò che è stato detto in quell'Articolo dove anche fu avvisato, qualmente nel principio del secolo XV i Fieschi, dopo aver cacciata da Pontremoli i Parmigiani si resero signori quasi assolutidi tutto il distretto pontre molese, compresovi questo di Zeri, fino al territorio transapennino della Val di Taro; i quali dinasti però alla pace del 1433 dovettero lasciare l'anzidetta contrada al dominio di Filippo Maria Visconti Duca di Milano. Dissi ancora come fra le turpissime azioni di quest'ultimo signore fuvvi pure quella di fare uccidere segretamente (aprile del 1436) nell'Appennino di Zeri lungo la via di Borgo Taro il valoroso capitano Niccolo da Tolentino, che allora serviva la Repubblica fiorentina. La popolazione della pieve di Zeri è sparsa in 15 o 16 piccole villate, ognuna delle quali ha un nome particolare, e tutte insie me nelle quattro epoche qui sotto indicate Presentavano l’appressa popolazione.
MOVIMENTO della Popolazione della COMUNITA’ DI ZERI a quattro epoche diverse, divisa per famiglie (1).
ANNO 1745: Impuberi maschi 275; femmine 217; adulti maschi 234, femmine 300; coniugati dei due sessi 227; ecclesiastici secolari 48; numero delle famiglie 224; totale della popolazione 1301.
ANNO 1833: Impuberi maschi 272; femmine 273; adulti maschi 275, femmine 282; coniugati dei due sessi 500; ecclesiastici secolari 25; numero delle famiglie 258; totale della popolazione 1627.
ANNO 1840: Impuberi maschi 321; femmine 300; adulti maschi 280, femmine 299; coniugati dei due sessi 526; ecclesiastici secolari 30; numero delle famiglie 261; totale della popolazione 1756.
ANNO 1843: Impuberi maschi 270; femmine 256; adulti maschi 307, femmine 341; coniugati dei due sessi 494; ecclesiastici secolari 32; nume ro delle famiglie 273; totale della popolazione 1700.
(1) Non si conosce la popolazione del 1551 quando Zeri apparteneva al governo spagnolo di Milano.
Comunità di Zeri. – Il territorio comunitativo di Zeri abbraccia una superfìcie di 33447 quadrati dei quali quadrati 964 spettano a corsi di acqua ed a pubbliche strade. Vi si trovava nel 1833 una popolazione indigena di 4068 abitanti a proporzione di quasi 100 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
Confina con due Comunità del territorio disunito del Granducato. Da levante a settentrione per lungo cammino fronteggia con la Comunità di Pontremoli; a libeccio per breve tragitto con quella di Calice, e dallo stesso lato con l'ex feudo di Sughero, da l l a parte poi di scirocco si tocca con l'altro ex feudo di Mulazzo, mentre verso maestrale mediante la Comunità transappennina di Borgo Taro fronteggia con il Ducato di Piacenza, e dirimpetto a ponente libeccio mediante il Mandamento di Godano con il Regno Sardo.
All' Articolo PONTREMOLI, COMUNITÀ', furono indicali i luoghi per i quali costeggiavano insieme i territorj di Pontremoli e di Zeri, cioè, dirimpetto a levante dalla confluenza del rio Rovinale nel torrente Teglia sino al monte Burella, dove il territorio di Zeri volgesi verso settentrione finché giunge sulla cima dell'Appennino del Monte Molinaiico passando per la così delta Foce Crociata e di costì sino al canale del Prato del Prete, lungo il qual canale scende nella fiumana Verde, che lascia presso il Castello di Grondola, per poi ritornare verso la cima del Monte Molinatico, la cui criniera il territorio comunitativo di Zeri percorre prima dirimpetto a maestrale quindi di faccia a settentrione sino sopra alla Cisa dove trova, di qua, il territorio comunitativo di Pontremoli, e di là, quello transappennino di Berceto spettante al Ducato di Parma.
Le prominenze dell' Appennino che accerchiano la con valle di Zeri possono limitarsi, a maestrale, al Monte Molinatico alto circa braccia 2651 sopra il livello del mare, a ponente, al Monte Gottaro , la di cui cima fu calcolata braccia 2805; a l ibecc io , al Monte Rotondo alto braccia 1985; e a ostro al Monte Corneviglio che si alza braccia 1992; mentre al suo levante sporge il Monte Arzelato 1502 braccia , sopra il livello del mare Mediterraneo.
Le fiumane maggiori che attraversano il territorio di Zeri sono quelle del Verde, della Gordana e della Teglia, o Capria destra. La prima nasce dal Lago Peloso sull'Appennino della Foce Crociata tra Zeri e Monte Molinatico, circa 9 miglia innanzi di vuotarsi nella Magra dentro Pontremoli. La seconda fiumana scende dai poggi intorno a Zeri sotto il vocabolo di Canale di Gottaro quindi passa per li stretti di Giaredo col nome di fiumicello Gordana, un miglio innanzi di accoppiarsi alla Magra che trova, dopo 12 miglia toscane di tortuoso cammino, e circa mezzo migllio toscano a ostro di Pontremoli. La terza fiumana, la Teglia, nasce sul fianco orientale del Monte Rotondo.
Essa dopo aver raccolto le acque del torrente Moretto serve di confine dirimpetto a ostro per circa 5 miglia al territorio Granducale della Comunità di Zeri con quello del ex feudo Estense di Mulazzo.
Niuna strada rotabile ha mai percorso territorio di questa Comunità.
In generale poi il terreno che cuopre i fianchi di cotesti monti spella al macigno schistoso o schisto marnoso disposto a strati più o meno inclinati. Fanno eccezione per altro gli Stretti di Giaredo, dove incontrasi il fenomeno da me indicato agli Articolo Barga e Gordana, di trovarvisi cioè la calcarea argillo silicea convertita in un diaspro più o meno macchiato in rosso, ora pallido, ed a luoghi tinto in sanguigno.
Il suolo superiore mostrandosi poco fermo in quasi tulle le parti delle convalli percorse delle fiumane di sopra indicate, mostra che quel terreno di schisto marnoso sovrabbonda di argilla.
Il territorio, che è quasi interamente posseduto dagli abitanti, provvede pressochè ad ogni loro necessità, talché per indicare ch'essi non hanno gran fatto bisogno di ciò che non produce il loro paese, sono soliti dire con orgoglio che Zeri mangia il proprio pane e veste del suo pelo. – (Calendario Lunense per l anno 1816.) Rispetto ai prodotti di quel suolo dirò con l’ A. dell' operetta ora citati, che la valle di Zeri, la cui altezza media sul livello del mare si calcola di circa metri 600, è fertile di cereali e di castagni, abbondantissima di prati e di pascoli naturali.
I castagni occupano adesso il posto degli abeti e delle altre selve selvaggie che nei passati secoli ingombravano le parti superiori de' suoi monti non mai spogliati dì vegetazione; per cui i castagni e la pecuaria forniscono cibo al campamento, e lana sufficiente per tessere i modesti abiti da donna e da uomini a quella onesta, frugale ed ospitaliera popolazione.
Dal novero del bestiame domestico che al presente suoi vivere nella Comunità di Zeri, secondo la tavola di detto Calendario resulta, che nel 1836 vi erano capi bovini N.° 1567, capre N° 807, pecore N.0° 6241, cavalli N.° 26; asini e muli N.° 143, bestie porcine N.° 443. Totale N.° 9227 capi di bestie grosse.
La Comunità di Zeri non ha pubbliche scuole, ha bensì un medico chirurgo senza obbligo di residenza, talché le popolazioni di cotesta Comunità risentono gravissimo il difetto di una regolare e più estesa vaccinazione, ed è l’ unico paese che manca di legali.
Tutti gli uffizj e le autorità pubbliche di questa Comunità si trovano in Pontremoli.
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di ZERI a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Arzelato, titolo della chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di Luni), abitanti anno 1745 n° 170, abitanti anno 1833 n° 210, abitanti anno 1840 n° 246, abitanti anno 1843 n° 262 - nome del luogo: Cervara, titolo della chiesa: S. Giorgio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di Luni), abitanti anno 1745 n° 385, abitanti anno 1833 n° 430, abitanti anno 1840 n° 475, abitanti anno 1843 n° 468 - nome del luogo: Codolo, titolo della chiesa: S. Felicita (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di Luni), abitanti anno 1745 n° 199, abitanti anno 1833 n° 220, abitanti anno 1840 n° 282, abitanti anno 1843 n° 300 - nome del luogo: Guinadi, titolo della chiesa: S. Pietro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di Luni), abitanti anno 1745 n° 636, abitanti anno 1833 n° 503, abitanti anno 1840 n° 659, abitanti anno 1843 n° 700 - nome del luogo: Navola, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di Luni), abitanti anno 1745 n° 92, abitanti anno 1833 n° 163, abitanti anno 1840 n° 162, abitanti anno 1843 n° 169 - nome del luogo: Rossano, titolo della chiesa: S.
Medardo (Arcipretura), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di Luni), abitanti anno 1745 n° 894, abitanti anno 1833 n° 915, abitanti anno 1840 n° 1068, abitanti anno 1843 n° 999 - nome del luogo: ZERI, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Prepositura), diocesi cui appartiene: Pontremoli (già di Brugnato), abitanti anno 1745 n° 1301, abitanti anno 1833 n° 1627, abitanti anno 1840 n° 1756, abitanti anno 1843 n° 1700 - Totale abitanti anno 1745: n° 3677 - Totale abitanti anno 1833: n° 4068 - Totale abitanti anno 1840: n° 4648 - Totale abitanti anno 1843: n° 4598
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 839.