MERCATO (S. PIETRO IN)
in Val d’Elsa.
– Pieve antica con villata omonima nella Comunità Giurisdizione e circa un miglio a ostro di Montespertoli, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Siede sulla schiena di una collina cretosa fiancheggiata a settentrione e a ostro da due borri influenti nel torrente Pesciola, che è uno dei tributarj alla destra del fiume Elsa.
Se non fosse interpolato un diploma attribuito a Carlo Magno in favore della badia di Nonantola, si potrebbe dire, che nel piviere di S. Pietro in Mercato avevano possessioni fino dal secolo VIII i re d’Italia.
Autentica però è una pergamena della badia di Passignano, ora nell’Archivio Diplomatico Fiorentino in data del 2 dicembre 1056, la quale ci da a conoscere un tal Guglielmo del fu Tedaldo magnate fiorentino, che possedeva varie sostanze con castelletti e giurisdizioni nei pivieri di S. Pietro a Sillano, di S. Pietro in Bossolo; di S.
Pietro in Mercato, di S. Pancrazio a Lucignano in Val di Pesa, di S. Giovanni a Sugana, e di S. Cecilia a Decimo.
Anche un istrumento della stessa provenienza, stipulato nel 22 settembre 1097 presso il castello di Scopeto in Mugello, tratta della cessione di certi castelli o resedj campestri, di terre e vigne situate a Montepertoli, a Manzano, e a Scopeto nei pivieri di S. Pietro in Mercato, di S. Martino in Viminiccio, ecc.
Nel principio del secolo XI la pieve di S. Pietro in Mercato nella festività di S. Giovanni Battista pagava alla mensa vescovile di Firenze il canone di soldi venti, siccome apparisce dagli spogli di un bullettone di quell’archivio capitolare per atto notariale del luglio 1008.
La pieve di S. Pietro in Mercato nel secolo XIV era di giuspadronato della nobil famiglia Frescobaldi; di poi per diritto di confische cadde in potere dei capitani di Parte Guelfa della Repubblica Fiorentina, dai quali più tardi passò nella Camera delle Comunità, e finalmente divenne giuspadronato della Corona.
Nel 1330 era pievano di S. Pietro in Mercato Filippo Frescobaldi, il quale è dichiarato tale da una carta del 26 marzo di detto anno, appartenuta al Monastero di S.
Bartolommeo di Pistoja, ora nell’Archivio Diplomatico Fiorentino.
Questo piviere abbraccia un’estesa contrada, dove già si contavano 27028 chiese succursali, attualmente riunite alle seguenti tredici parrocchie; 1. S. Pietro in Mercato, pieve con tre popoli annessi; 2. S. Andrea a Montespertoli, prioria con due annessi; 3. S.
Bartolommeo a Tresanti, prioria; 4. S. Frediano a Nebbiano, rettoria; 5. S. Lorenzo con l’annesso di S.
Giorgio a Montalbino, rettoria; 6. S. Giusto a Montalbino con un annesso; 7. S. Ilario a Lungagnana , rettoria; 8. S.
Jacopo a Trecento con un annesso; prioria; 9. S. Jacopo a Voltignano , prioria con l’annesso di S. Maria a Loto; 10.
S. Lorenzo a Monte Gufoni prioria con due annessi; 11. S.
Maria a Torre, rettoria; 12. S. Martino a Manzano, rettoria con un annesso; 13. S. Quirico alla Sodera , rettoria con due annessi.
La parrocchia della pieve di S. Pietro in Mercato nel 1551 aveva 133 abitanti; nel 1745 ne faceva 196; e nel 1833 contava 260 abitanti.
Siede sulla schiena di una collina cretosa fiancheggiata a settentrione e a ostro da due borri influenti nel torrente Pesciola, che è uno dei tributarj alla destra del fiume Elsa.
Se non fosse interpolato un diploma attribuito a Carlo Magno in favore della badia di Nonantola, si potrebbe dire, che nel piviere di S. Pietro in Mercato avevano possessioni fino dal secolo VIII i re d’Italia.
Autentica però è una pergamena della badia di Passignano, ora nell’Archivio Diplomatico Fiorentino in data del 2 dicembre 1056, la quale ci da a conoscere un tal Guglielmo del fu Tedaldo magnate fiorentino, che possedeva varie sostanze con castelletti e giurisdizioni nei pivieri di S. Pietro a Sillano, di S. Pietro in Bossolo; di S.
Pietro in Mercato, di S. Pancrazio a Lucignano in Val di Pesa, di S. Giovanni a Sugana, e di S. Cecilia a Decimo.
Anche un istrumento della stessa provenienza, stipulato nel 22 settembre 1097 presso il castello di Scopeto in Mugello, tratta della cessione di certi castelli o resedj campestri, di terre e vigne situate a Montepertoli, a Manzano, e a Scopeto nei pivieri di S. Pietro in Mercato, di S. Martino in Viminiccio, ecc.
Nel principio del secolo XI la pieve di S. Pietro in Mercato nella festività di S. Giovanni Battista pagava alla mensa vescovile di Firenze il canone di soldi venti, siccome apparisce dagli spogli di un bullettone di quell’archivio capitolare per atto notariale del luglio 1008.
La pieve di S. Pietro in Mercato nel secolo XIV era di giuspadronato della nobil famiglia Frescobaldi; di poi per diritto di confische cadde in potere dei capitani di Parte Guelfa della Repubblica Fiorentina, dai quali più tardi passò nella Camera delle Comunità, e finalmente divenne giuspadronato della Corona.
Nel 1330 era pievano di S. Pietro in Mercato Filippo Frescobaldi, il quale è dichiarato tale da una carta del 26 marzo di detto anno, appartenuta al Monastero di S.
Bartolommeo di Pistoja, ora nell’Archivio Diplomatico Fiorentino.
Questo piviere abbraccia un’estesa contrada, dove già si contavano 27028 chiese succursali, attualmente riunite alle seguenti tredici parrocchie; 1. S. Pietro in Mercato, pieve con tre popoli annessi; 2. S. Andrea a Montespertoli, prioria con due annessi; 3. S.
Bartolommeo a Tresanti, prioria; 4. S. Frediano a Nebbiano, rettoria; 5. S. Lorenzo con l’annesso di S.
Giorgio a Montalbino, rettoria; 6. S. Giusto a Montalbino con un annesso; 7. S. Ilario a Lungagnana , rettoria; 8. S.
Jacopo a Trecento con un annesso; prioria; 9. S. Jacopo a Voltignano , prioria con l’annesso di S. Maria a Loto; 10.
S. Lorenzo a Monte Gufoni prioria con due annessi; 11. S.
Maria a Torre, rettoria; 12. S. Martino a Manzano, rettoria con un annesso; 13. S. Quirico alla Sodera , rettoria con due annessi.
La parrocchia della pieve di S. Pietro in Mercato nel 1551 aveva 133 abitanti; nel 1745 ne faceva 196; e nel 1833 contava 260 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 196.
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