MONTE ORSAJO, o MONT’ORSAJO nella Val di Magra
(Mons Ursarius)
È una delle principali montuosità dell’Appennino toscano, la di cui giogana corre da maestro a scirocco fra il monte della Cisa e l’Alpe di Camporaghena, nelle cui pendici occidentali nasce il fiume Magra.
La parte orientale del territorio comunitativo di Pontremoli, quella più elevata della comunità di Filattiera, i territori comunitativi di Caprio, di Bagnone e dell’ex-feudo del Treschietto, sono tutti appoggiati al Monte Orsajo. La sua giogana costituisce il confine naturale del Ducato di Parma, mentre dalle sue spalle scendono in Lombardia le prime sorgenti del fiume che attraversa e che diede il nome alla capitale di quel ducato.
Una delle più elevate prominenze del Monte Orsajo fu segnalata dall’astronomo Padre Inghirami a braccia 3166,2 pari a 948,1 tese francesi, superiore al livello del mare Mediteranneo.
La sua criniera, a partire dalle sorgenti della Magra fino a quelle del torrente Bagnone, correndo da settentrione a ostro e quindi da maestro a scirocco è circoscritta fra il grado 28° 39’ e 28° 44’ di longitudine e il grado 44° 22’ e 44° 26’ 4” di latiudine.
È voce comune che Mont’Orsajo fosse un tempo soggiorno di orsi, e che da cotesti animali selvaggi traesse il nome che porta; ed è ben credibile che un monte selvoso e inaccessibile come questo fosse abituro di quelle belve non infrequenti anche nel medio evo nell’Appennino della Garfagnana e del Casentino.
Fra i quadrupedi selvaggi attualmente rimasti nel Monte Orsajo s’incontrano i Lupi, le Volpi, le Lontre, i Tassi, le Martore, le Donnole, i Ghiri, le Lepri.
Faticosa, ma fruttifera per i botanici, è la gita al Monte Orsajo, s’incontrano essi costà molte piante officinali alpine, fra le quali abbonda l’uva orsina, l’aconito ec. Il Mont’Orsajo nell’estate del 1839 fu percorso dal celebre botanico professor Linck di Berlino.
La parte orientale del territorio comunitativo di Pontremoli, quella più elevata della comunità di Filattiera, i territori comunitativi di Caprio, di Bagnone e dell’ex-feudo del Treschietto, sono tutti appoggiati al Monte Orsajo. La sua giogana costituisce il confine naturale del Ducato di Parma, mentre dalle sue spalle scendono in Lombardia le prime sorgenti del fiume che attraversa e che diede il nome alla capitale di quel ducato.
Una delle più elevate prominenze del Monte Orsajo fu segnalata dall’astronomo Padre Inghirami a braccia 3166,2 pari a 948,1 tese francesi, superiore al livello del mare Mediteranneo.
La sua criniera, a partire dalle sorgenti della Magra fino a quelle del torrente Bagnone, correndo da settentrione a ostro e quindi da maestro a scirocco è circoscritta fra il grado 28° 39’ e 28° 44’ di longitudine e il grado 44° 22’ e 44° 26’ 4” di latiudine.
È voce comune che Mont’Orsajo fosse un tempo soggiorno di orsi, e che da cotesti animali selvaggi traesse il nome che porta; ed è ben credibile che un monte selvoso e inaccessibile come questo fosse abituro di quelle belve non infrequenti anche nel medio evo nell’Appennino della Garfagnana e del Casentino.
Fra i quadrupedi selvaggi attualmente rimasti nel Monte Orsajo s’incontrano i Lupi, le Volpi, le Lontre, i Tassi, le Martore, le Donnole, i Ghiri, le Lepri.
Faticosa, ma fruttifera per i botanici, è la gita al Monte Orsajo, s’incontrano essi costà molte piante officinali alpine, fra le quali abbonda l’uva orsina, l’aconito ec. Il Mont’Orsajo nell’estate del 1839 fu percorso dal celebre botanico professor Linck di Berlino.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 452.
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